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Partner tedesco per Oto, sindacati in rivolta

Fonte: Il Giornale - 21 dicembre 2007

Non passi lo straniero. Lo straniero in questione è il gruppo armiero tedesco, Rheinmetall, e la vittima da difendere a tutti i costi si chiama Oto Melara, ovvero la società di Finmeccanica specializzata nella produzione di artiglierie, torrette e mezzi corazzati. cannone
Se le trattative, in corso da tempo, avranno esito positivo, i tedeschi acquisiranno una significativa quota di minoranza del capitale di Oto Melara, che pur vantando una leadership tecnologica e un valido portafoglio prodotti, si rivela eccessivamente piccola per procedere da sola.
Con 1.100 dipendenti e un fatturato di circa 300 milioni di euro (i conti sono in ordine), la spezzina Oto Melara è un pigmeo in un mondo di giganti, con giro d’affari, capacità di investimento e ricerca e sviluppo di un diverso parametro di grandezza.
Per Finmeccanica è quindi indispensabile cercare un partner in grado di garantire non solo la sopravvivenza della società, ma anche il suo rafforzamento, salvaguardando know how e capacità. Logico puntare su uno dei due gruppi tedeschi del settore, con cui esistono rapporti consolidati e dei quali Pier Francesco Guarguaglini, numero uno di Finmeccanica, ha una profonda conoscenza.
Il progetto, però, ha provocato una levata di scudi da parte di sindacati, enti locali, politici, con strascico di cortei e interrogazioni parlamentari.
Si invoca la difesa della italianità e si suggerisce a Finmeccanica una strategia opposta: comprare sul mercato una qualche società di armamenti per realizzare una massa critica sostenibile. Peccato che sul mercato non ci siano società appetibili, per dimensioni e costo.
Senza dimenticare che in Italia produrre armamenti è un peccato, le leggi sull’export sono punitive, le banche non concedono crediti ai clienti, il nostro ministero della difesa non ha i soldi per sostenere programmi e ricerca.
In queste condizioni e davvero meglio puntare su aeronautica o elettronica, che hanno già buone dimensioni e sono anche più politicamente corrette.

Note: Articolo al link http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=229121
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