Discussione e votazione alla Camera sulla mozione "NO F35"

Testo stenografico della seduta di mercoledì 26 giugno
Fonte: Camera dei Deputati - 26 giugno 2013

Camera dei Deputati Riportiamo di seguito il testo stenografico completo realtivo al seguito della discussione delle mozioni Marcon, Spadoni, Beni, Sberna ed altri n. 1-00051, Giorgia Meloni ed altri n. 1-00118, Formisano ed altri n. 1-00120 e Brunetta e Cicu n. 1-00121, concernenti la partecipazione italiana al programma di realizzazione dell'aereo Joint Strike Fighter-F35 (ore 16,10).

Il nostro monitoraggio è continuo e vi riferiremo anche dei voti espressi; la posizione della campagna sul voto avvenuto si trova qui.

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PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Marcon, Spadoni, Beni, Sberna ed altri n. 1-00051, Giorgia Meloni ed altri n. 1-00118, Formisano ed altri n. 1-00120 e Brunetta e Cicu n. 1-00121, concernenti la partecipazione italiana al programma di realizzazione dell'aereo Joint Strike Fighter-F35 (Vedi l'allegato A – Mozioni)
  Avverto che dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta del 24 giugno 2013, sono state presentate le mozioni Formisano ed altri n. 1-00120 e Brunetta e Cicu n. 1-00121, che sono già state iscritte all'ordine del giorno. 
  Avverto altresì che, in data odierna, sono state presentate le mozioni Rossi e Dellai n. 1-00122 e Scanu ed altri n. 1-00123. I relativi testi sono in distribuzione (Vedi l'allegato A – Mozioni)
  Avverto, infine, che è stata testé presentata la mozione Speranza, Brunetta, Dellai, Pisicchio e Formisano n. 1-00125, il cui testo è in distribuzione (Vedi l'allegato A – Mozioni), e contestualmente sono state ritirate le mozioni Formisano ed altri n. 1-00120, Brunetta e Cicu n. 1-00121, Rossi e Dellai n. 1-00122 e Scanu ed altri n. 1-00123.

(Intervento e parere del Governo)

  PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Ministro della difesa, Mario Mauro, che esprimerà altresì il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.

  MARIO MAUROMinistro della difesa. Signor Presidente, onorevoli colleghi, con queste considerazioni faccio evidentemente riferimento all'importante dibattito che si è svolto, a commento di queste mozioni, due giorni fa; dibattito che ho seguito con profonda attenzione e di cui ringrazio il Parlamento ed i colleghi perché ritengo assolutamente indispensabile dare rilievo alle considerazioni che in quel dibattito sono state svolte e che sono state di una grande profondità. Ringrazio, in questo senso, molti dei colleghi che si sono espressi, non semplicemente limitandosi a delle considerazioni funzionali sul programma cosiddetto F-35 JSF, ma allargando l'orizzonte a quelle che sono le prerogative istituzionali e costituzionali dell'esercizio della difesa, con grande attenzione, anche, a quello che il bene imprescindibile della difesa rappresenta per lo Stato.

  PRESIDENTE. Colleghi, cortesemente, dobbiamo ridurre il brusio. Vi ringrazio. Prego, Ministro.

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  MARIO MAUROMinistro della difesa. Grazie, signor Presidente; proprio per questo sono debitore di molte delle considerazioni che sono state fatte di quelli che sono gli elementi più utili, credo, per inquadrare nel modo più giusto i termini del nostro dibattito e per arrivare, velocemente, alle considerazioni che sorreggono i pareri del Governo su questa materia. 
  Innanzitutto, desidero ringraziare i colleghi Gero Grassi e Beni per l'attenzione posta all'aspetto, così rilevante, della moralità dell'azione della difesa e quindi di cosa valga la pena porre in essere per difendere il bene più prezioso, che è la pace e la vita umana. Proprio per questo non posso che constatare che tutto quanto fa l'Italia e fanno le sue istituzioni è all'interno di quel patto di libertà che giustifica che garanzie e diritti siano tenuti insieme in un accordo attraverso il quale la Costituzione fissa impegni ben precisi e doveri altrettanto riscontrabili. Proprio per questo mi preme sottolineare che la riflessione che svolgerò, seppur brevemente, sta all'interno del dettato costituzionale ed è il dettato costituzionale che comprende il possibile sviluppo di quei giudizi. Infatti, l'azione della difesa è imprescindibilmente legata al giudizio che l'Italia ha dato e dà, da decenni, che la porta a ripudiare la guerra come strumento per la risoluzione delle controversie e nello stesso tempo rende plausibile, all'interno del nostro ordinamento costituzionale, l'esistenza e il dovere di mantenimento al massimo dell'efficienza delle Forze armate, perché quel compito di ripudiare la guerra, non di rado, significa verificare, e con attenzione, le opportunità della pace. Questa, infatti, è la contraddizione di fondo intorno alla quale siamo chiamati ad esprimerci; è pensabile ed è possibile, se amiamo la pace e vogliamo amare la pace, in alcune circostanze, «armare» le ragioni della pace ? Questo è il cuore del fondo del nostro dilemma ed è il fondo del dibattito che oggi si apre davanti a noi, anche la Costituzione ci sorregge per quello che è stato lo sviluppo storico dell'azione del Governo italiano in tutti questi anni, per dare una risposta certa, che non si presti ad alcuna ambiguità. 
  Abbiamo cioè compreso – e l'ha ricordato bene il collega Giacomelli – che nel nesso che c’è tra politica della difesa e politica estera non solo preservare il bene la pace vuol dire difendere i confini del territorio, ma vuol dire altresì contribuire, nell'ottica della volontà della comunità internazionale, al contenimento dei conflitti laddove questi rappresentano un pericolo per la vita e lo sviluppo dell'intera comunità. Ed è proprio per questo che il Governo italiano, a più riprese, è tornato ad esporsi sullo scenario internazionale, assumendo precisi impegni e assumendo chiare responsabilità, nell'ordine di attuare l'articolo 11 e quelli seguenti della Costituzione, che detengono il potere per la tutela del bene della difesa. Ed è in questo senso che va compresa una volta di più che questa responsabilità storica che il nostro Paese esercita è esercitata con tutta l'attenzione possibile a che avvenga in ordine agli accordi politici stipulati da tempo a beneficio del nostro Paese. 
  In questo senso mi preme ricordare che nel prossimo dicembre l'Unione europea tornerà a riflettere sul tema della difesa e sul tema della possibilità di costruire, attraverso la difesa, il progetto politico europeo. Questo implicherà un'azione circostanziata che avrà come esito quello di poter garantire una piena integrazione perché possiamo parlare di Europa della difesa, di Europa comune in questo settore strategico. Oggi è doveroso riscontrare che tutto questo non solo non c’è ancora, ma che potrebbe essere l'ennesimo stop a quel processo di integrazione europea che ci appare sempre più spesso più un miraggio agognato che non un bene prezioso da poter tutelare. Voglio essere molto chiaro e spero che i colleghi vorranno seguirmi in questa riflessione. La nostra politica estera dell'Unione europea tentenna e non ha ancora la forza di presentarsi con dignità sullo scenario internazionale. Questo è attestato dal fatto che non abbiamo avuto altra forza che aggiungere alle 27 ambasciate che rappresentavano i Paesi membriPag. 55dell'Unione europea l'ennesima, che si qualifica, appunto, come Unione europea in sé. Questo ci dice quanto siamo lontani dall'ottenimento di una strategia che, attraverso la realizzazione del processo di integrazione, ci garantisca per il futuro. 
  Questo deve chiarire anche quali sono le nostre ambizioni, le ambizioni che mettiamo in campo e che seguono anche con attenzione e con il contributo del Parlamento la messa a punto della nostra strategia per il rinnovamento dello strumento militare. Non avrebbe senso questo rinnovamento e non avrebbe senso una strategia di difesa europea ben coniugata con l'ambizione di difendere la pace, se non sapesse promuovere e portare a compimento quello che è il bene ancora più prezioso dell'integrazione dell'Unione. Ed è proprio in questo senso che le osservazioni ultime che muovo a conclusione di questo dibattito prendono in considerazione quella che è la questione del rinnovamento di una parte del nostro sistema d'Arma, di una parte del nostro sistema militare e dello strumento militare. 
  Infatti, noi non capiremmo, e non capiremmo fino in fondo, cosa c’è realmente in gioco se, fatte queste valutazioni, cioè detto con chiarezza cosa andiamo a tutelare in questa perdurante difesa della pace, che giorno dopo giorno i nostri uomini e le nostre donne che prestano servizio nelle Forze armate ottengono attraverso la propria dedizione e il proprio sacrificio, non potremmo aver chiaro quali sono i passi che siamo chiamati a fare, seppure in circostanze di crisi economica e sociale così difficile e così complicata. Gli F-35 sono infatti quegli aerei che devono andare a sostituire gli aerei della difesa italiana che sono arrivati al termine del loro ciclo di vita: sostituiscono i Tornado, sostituiscono gli AMX, sostituiscono gli AV-8B, sostituiscono cioè quegli aerei che per tutto questo tempo hanno garantito, anche nello svolgimento delle missioni internazionali, il concetto di difesa che spiegavo all'inizio. 
  Una difesa che non si limita solo alla difesa del proprio territorio, ma che garantisce il contributo dell'Italia, un diritto e ancor più un dovere, di contenere i conflitti e, contenendo i conflitti, contribuire alla pace. Questi aerei sono stati più largamente usati durante la nostra attività di presidio della pace su scala internazionale e questi aerei, che hanno cominciato a volare nel 1974, sono destinati a por fine al loro ciclo di vita nel giro di pochissimi anni. È per questo che i Governi e i Parlamenti che hanno preceduto quelli in carica hanno individuato fin dal 1998 questi strumenti perché contribuendo e collaborando a un ben preciso programma di cui l'Italia è attore intelligente e vivace, possano ottenere nel tempo la sostituzione piena; quindi non c’è nessun velivolo dell'aeronautica militare che si aggiunge a quelli esistenti nell'ottica di una esibizione muscolare, c’è invece la necessità inderogabile, per far fronte ai problemi che sono i problemi della difesa del Paese e delle alleanze stringenti nel settore della politica estera, di portare a compimento quella che è la revisione del nostro strumento militare. 
  All'interno di questo giudizio, che è un giudizio già largamente condiviso e a più riprese da questo Parlamento, c’è la messa a punto di quel percorso che ha portato ad identificare l’F-35. Oggi le obiezioni sono sostanzialmente di due tipi, primo: l’F-35 è un aereo cattivo, cioè un aereo che per natura e per dotazione di armamento si opporrebbe ai nostri presupposti costituzionali. La verità che seppur tecnologicamente di gran lunga inferiori gli AMX, i Tornado e gli AV-8B sono aerei della stessa tipologia, sono dei caccia bombardieri ed esercitavano quel ruolo che un domani saranno chiamati a svolgere gli F-35. Non è cattivo l'aereo in sé, è buona invece la democrazia e il Parlamento, che attraverso il suo rigoroso controllo, consente in ogni circostanza della storia di poter disporre dell'uso di questi mezzi per conseguire la difesa della pace. 
  La seconda obiezione: l’F-35 è un cattivo aereo, vale a dire un aereo che non funziona o che comunque non funzionerà. Ma l’F-35 è un programma, è il frutto di quel programma che abbiamo cominciato a seguire nel 1998 e che nel suo sviluppo,Pag. 56come nel caso di programmi e di velivoli analoghi, arriverà alla fase operativa avendo risolto, come sta risolvendo, e dimostrando di risolvere attraverso procedure assolutamente trasparenti ed esposte in un ordinamento, come quello anche statunitense, all'iniziativa di class action, una e semplice e necessaria prerogativa, il fatto cioè di essere al massimo dell'efficienza nel momento in cui viene utilizzato. 
  Quindi, non è un aereo cattivo e non è un cattivo aereo. E soprattutto è quell'aereo che in tempi non sospetti è stato individuato per quel compito di sostituzione di una generazione di aerei non solo non più utilizzabili per il conseguimento dei fini costituzionali, ma soprattutto nel giro di pochissimi anni non più utilizzabili in nessun senso. 
  Ancora un'ultima considerazione, che è quella relativa alle osservazioni poste dal collega Guidesi della Lega Nord e che è legata alle tematiche dello sviluppo industriale e occupazionale, che riguarda non solo il tema dello stabilimento di Cameri e della FACO, ma anche tanti giudizi che vengono dal mondo della piccola e media impresa italiana e che credo possano di per sé rappresentare un chiarimento a riguardo di quello che mi è stato richiesto. Sono le tantissime aziende italiane che sono coinvolte in questo programma che sono evidentemente le prime che mettono in evidenza come il percorso di crescita industriale, di crescita nel patrimonio della ricerca, sono l'altro fattore che contribuisce, e largamente, a ritenere questo programma come condivisibile. 
  In questo senso, e concludo, non ho che da ringraziare le forze della maggioranza che nel Parlamento hanno voluto avere attenzione precisa a tutti i termini di questo dibattito e auspicare che questo dibattito coinvolga sempre più il nostro Paese perché nel nostro Paese cresca e maturi una cultura della difesa. Sulla base delle procedure parlamentari, attendo di potere esprimere in forma sintetica, come richiesto dal nostro Regolamento, i pareri sulle diverse mozioni.

  PRESIDENTE. Ministro, in questo momento ci dovrebbe fornire i pareri.

  MARIO MAUROMinistro della difesa. Signor Presidente, il Governo esprime parere favorevole sulla mozione Speranza, Brunetta, Dellai, Pisicchio e Formisano n. 1-00125 e, in conseguenza di tale parere favorevole, esprime parere contrario su tutte le altre (Applausi dei deputati dei gruppi Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente e Scelta Civica per l'Italia).

  IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare, per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, ho sentito il Ministro chi ha detto parere favorevole su una mozione e, come conseguenza, parere contrario sulle altre. Ritengo che in termini di Regolamento non ci sia questa consequenzialità e che il Governo debba esprimere un parere su ciascuna delle mozioni, indi motivato (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e MoVimento 5 Stelle) e senza fare conseguire per esclusione al parere favorevole di una, perché la nostra mozione per esempio – ma credo anche quella di altri – non è necessariamente in contrasto per esempio con chi chiede che decida il Parlamento, ma esprime determinate valutazioni, che evidentemente questo Governo vuole tenere sotto il cassetto.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  MARIO MAUROMinistro della difesa. Signor Presidente, chiedendo scusa all'onorevole La Russa, esprimerò allora nel dettaglio parere favorevole sulla mozione Speranza, Brunetta, Dellai, Pisicchio e Formisano n. 1-00125 e parere contrario sulle mozioni Marcon, Spadoni, Beni, Sberna ed altri n. 1-00051 e Giorgia Meloni ed altri n. 1-00118.

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(Dichiarazioni di voto)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto. 
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ottobre. Ne ha facoltà, per sei minuti.

  MAURO OTTOBRE. Signor Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, nel poco tempo a mia disposizione proverò a elencare brevemente quelle che a mio avviso sono le ragioni per cui l'Italia deve continuare a fare la sua parte all'interno del programma F-35. Uscendone l'Italia scenderà dal treno della ricerca internazionale, quello dove si condensano le più importanti eccellenze e dove si ragiona nel lungo termine, perché la storia ci insegna che la maggior parte delle scoperte e le principali innovazioni nascono in ambiente militare. Ne cito una su tutte: Internet. Pensate cosa sarebbe stato se anche in quel caso, decine e decine di anni fa, vi fosse stato un programma internazionale di sviluppo e se l'Italia avesse avuto la possibilità di prendervi parte. 
  Ecco, io penso questo: dobbiamo stare in quel programma per poi rendere sempre stringente il nesso fra ricerca e innovazione in ambito militare e ricerca e innovazione in ambito civile. Il nostro è un Paese che ha un bisogno tremendo di puntare su queste cose, ai ritardi che scontiamo negli altri ambiti dell'innovazione, dello sviluppo e della ricerca non se ne può aggiungere uno nuovo, che a sua volta rappresenterebbe una vera e propria mannaia per un comparto economico che può essere essenziale per il rilancio della nostra economia e la fuoriuscita dalla crisi. 
  Chi era prima in Commissione difesa e ha potuto ascoltare il Capo di Stato maggiore sicuramente avrà capito qualcosa di più. Cito solo qualche dato: 15 mila sono i lavoratori direttamente impiegati nel settore, 40 mila quelli delle imprese appartenenti alla filiera dell'industria aeronautica, per ogni 100 euro di incremento PIL nel settore aeronautico se ne generano 328 nel sistema economico, di cui 95 nei settori manifatturieri. Cento unità di lavoro nel settore aeronautico generano, per effetti diretti e indiretti, 306 unità complessive nel sistema economico. 
  Il 62,5 per cento delle imprese del settore vengono classificate come innovatrici. 
  Per ragioni di tempo, mi fermo qui: aggiungo solo che, nei prossimi anni, il nostro Paese si occuperà, ad esempio, dell'assemblaggio e della manutenzione degli aerei di alcuni degli altri Paesi che partecipano al programma, generando così un giro economico di gran lunga superiore agli investimenti iniziali. Vi è poi una responsabilità del Paese, del nostro Paese, nel mantenere un rapporto forte con gli altri Paesi, che sono impegnati in tale progetto. Deve restare forte nel Paese, tra i banchi del Parlamento e in quelli del Governo, il pensarsi attore protagonista, giammai spettatore, rispetto alle vicende internazionali. Uscire da quel programma rappresenterebbe un salto indietro per il nostro Paese, sia dal punto di vista delle relazioni internazionali perché, se tutti ci auguriamo che non ci siano più guerre, non dobbiamo dimenticare la funzione di deterrenza, che, con uno smantellamento definitivo del nostro impianto militare, verrebbe del tutto meno, senza dimenticarsi che, già con il Governo Monti, il numero degli F35 è sceso da 131 a 90 e, nei prossimi mesi – lo diceva prima il Ministro – quando 236 mezzi dell'aeronautica andranno in pensione, si passerà a soli settantacinque velivoli, con una riduzione circa del 70 per cento della nostra flotta aerea. Insomma, io credo che il settore abbia già pagato: accanirsi contro oggi vorrebbe dire una serie di no: no al lavoro, no all'innovazione, no alla crescita, no alla ricerca, no all'uscita dalla crisi, no alla credibilità internazionale del nostro Paese. A questi no, io dico «no». L'Italia deve rispettare gli impegni presi, se vuole costruire un'idea di futuro; l'Italia deve pensare ad una sinergia sempre più forte tra industria militare e industria civile, tra le tante aziende italiane impegnate nel settore e il fatto che queste cose debbanoPag. 58generare opportunità di lavoro e di crescita nei territori nei quali si collocano, stabilendo forti raccordi con le università, con i centri di ricerca, con i tessuti economici e produttivi. Non è più tempo di facili demagogie – come quelle che abbiamo sentito dire troppo spesso – ovvero che la sospensione di questo programma...

  PRESIDENTE. Cortesemente, chiedo di liberare i banchi del Governo, se è possibile. Deputato Cera, se è possibile... Prego, deputato Ottobre.

  MAURO OTTOBRE. No, non è possibile: neppure questo sarà possibile. Quello che accadrebbe sarebbe solo un impoverimento su una quantità di fronti, che renderebbero il nostro Paese più solo, più fragile, più lontano dalla fuoriuscita dalla crisi. 
  Concludo, portando un auspicio: questo Governo spenda parole chiare e coraggiose sul tema, non scivolando o ammiccando a posizioni ideologiche che portano acqua a qualche mulino, ma non di certo all'interesse generale, che si vada avanti con questo programma le cui ragioni sono le stesse alle basi di questo Governo: la responsabilità diffusa, il rilancio economico, la credibilità internazionale e saper puntare sull'innovazione e sullo sviluppo e sul lavoro come chiave del nostro futuro. 
  Signor Ministro, io non vorrei essere ricordato come un deputato del Governo delle proroghe, del Governo della proroga dell'IMU, del Governo della proroga dell'IVA. Bisogna avere coraggio di assumersi le proprie responsabilità di governo. Andiamo avanti (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Minoranze Linguistiche e Lega Nord e Autonomie) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Di Gioia. Ne ha facoltà per quattro minuti.

  LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, c’è in questo Paese un'importante industria aeronautica, che ha delle partnership con tutte le più grosse aziende costruttrici di aeromobili, la quale azienda fa parte del gruppo Finmeccanica, su cui ovviamente – credo – nel prossimo futuro bisognerà fare chiarezza per quello che è accaduto e per quello che sta accadendo. 
  Credo, altresì, che questa azienda che occupa migliaia di persone, che è di ricerca avanzata, che sta costruendo anche una condizione positiva nel Mezzogiorno d'Italia e anche nel nord del Paese, sia una delle aziende più importanti del nostro Paese. Purtuttavia, questo non ci esime di discutere chiaramente e onestamente con grande responsabilità di un accordo che il Partito Socialista ha ritenuto da sempre un accordo negativo. L'ha ritenuto per molte ragioni, non soltanto perché siamo convinti assertori di costruire nel mondo la pace come bene primario. 
  Ma, siamo convinti che questo progetto determina condizioni di difficoltà per il nostro Paese, non crea occupazione aggiunta, non crea ricerca e crea semplicemente condizioni di difficoltà. Ed è per questo che abbiamo, con grande responsabilità, deciso, non da oggi ma da sempre, di portare con fermezza una battaglia di dignità e di responsabilità sulla questione degli F-35
  Oggi siamo qui a discutere di una mozione, che è stata presentata dalla maggioranza del Parlamento, in relazione alla quale dobbiamo dire, con altrettanta onestà, proprio in virtù di ciò che abbiamo assunto in tempi passati e che abbiamo ripetuto in più circostanze, che abbiamo alcuni dubbi. Però, credo sia un passo avanti nella nostra direzione. Credo sia un passo avanti perché prendere un lasso di tempo, ragionarci, verificare ed essere in linea anche con quei Paesi che hanno disdettato un accordo penso sia importante. 
  Per questo motivo, la componente politica Partito socialista italiano del gruppo Misto alla Camera ha deciso convintamente di dare un voto positivo alla mozione Speranza, Brunetta, Dellai, Pisicchio e Formisano n. 1-00125 (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano).

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  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Formisano. Ne ha facoltà per sei minuti.

  ANIELLO FORMISANO. Signor Presidente, occuperò anche meno del tempo che lei mi ha assegnato perché Centro Democratico ha sottoscritto la mozione unitaria di tutta la maggioranza e perché ritrova nella stessa alcuni dei punti, quelli cardine dal nostro punto di vista, che erano contenuti nella mozione presentata proprio per far sì che si giungesse ad un'ipotesi nella quale si ritrovasse la stragrande maggioranza del Parlamento. 
  Devo dire che nel testo, al quale daremo il nostro voto favorevole, vi sono dei punti che ci convincono maggiormente di altri, e sono quei punti che fanno riferimento alla politica di prevenzione dei conflitti, piuttosto che all'altra opposta, e quella parte nella quale prevediamo una forte incentivazione di azioni di cooperazione internazionale e del volontariato civile e religioso impegnato nei teatri di guerra. 
  Cosa voglio dire ? Voglio dire che bene hanno fatto le Commissioni parlamentari a ritenere necessario verificare la coerenza della pianificazione dell'investimento del quale stiamo parlando, perché i disegni strategici complessivi in qualche modo impongono che ogni tanto vada fatto il punto e, soprattutto, fanno sì che quello che noi decidiamo in Italia sia inserito, come prevedevamo noi, in un contesto che è quello quanto meno europeo, perché in relazione a determinate azioni bisognerebbe, come dire, entrare nell'ordine di idee che non possono essere più sostenute. Non ha più senso sostenerle a livello nazionale, ma hanno un senso a livello sovranazionale. 
  È del tutto evidente che il punto finale della mozione, alla quale daremo il nostro voto favorevole, il punto che riconsegna a questo Parlamento ogni ulteriore decisione su eventuali ulteriori fasi di acquisizione, è il punto che, in qualche modo, fa ritrovare la stragrande maggioranza su una posizione che tenti di mettere insieme le diverse esigenze che erano venute nel corso del dibattito di questi giorni. 
  Preannunzio pertanto – e concludo – il voto favorevole del Centro Democratico.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato La Russa. Ne ha facoltà per nove minuti.

  IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, io sono rimasto molto stupito, onorevole Ministro, del parere contrario sulla nostra mozione perché mi apprestavo a dichiarare, per conto di Fratelli d'Italia, un voto non contrario all'impegno che voi chiedete al Governo, che leggo... non voi, ma che la maggioranza chiede al Governo e che voi approvate, avendo lei espresso parere favorevole. Chiedete che sia dato impulso, a partire dal Consiglio europeo di dicembre, a concrete iniziative per la crescita della dimensione di difesa comune europea. 
  È una cosa che diciamo da tempo e mi fa piacere che tutta la maggioranza adesso la pensi in questo modo. Chiedete che ci sia pieno rispetto delle prerogative del Parlamento, ma se anche non lo chiedeste come si fa ad eliminare le prerogative del Parlamento ? Sarebbe come fare una mozione in cui si chiede che dopo la notte spunti il sole. Dopo la notte, anche senza la mozione, il sole spunta per forza. Le prerogative del Parlamento anche senza questa mozione ci sono, rimangono in ogni caso. E poi, in particolare, chiedete relativamente al programma F35 di non procedere a nessuna fase di ulteriore acquisizione – ripeto di ulteriore, che vuol dire non quanto già deciso, ma nuove decisioni – senza che il Parlamento si sia espresso nel merito ai sensi dell'articolo 4 della legge n. 244 del 2012, quindi ai sensi di una legge che guai a non rispettare. Io penso che Fratelli d'Italia possa votare a favore di questa mozione, ma dove casca l'asino, come si dice ? Prima di tutto nell'interpretazione di questa mozione. Io ho qui il telefonino e se vuole le leggo le dichiarazioni rese da due presidenti di gruppo che hanno firmato questa mozione.Pag. 60Uno è l'onorevole Brunetta, il mio amico Brunetta, l'altro è il capogruppo del PD – mi pare che sia stato Speranza o comunque un esponente di spicco del PD –, che hanno dichiarato due cose completamente diverse. Dice Brunetta: bene, si va avanti, ma rispettando le prerogative del Parlamento e poi si deciderà di volta in volta, come era previsto, niente di meno di quanto previsto. In particolare, dice che a Cameri si costruiranno le parti di aereo che danno lavoro a molti lavoratori. Dice invece il rappresentante del PD: con questo abbiamo bloccato il programma e per sei mesi, il tempo necessario ad un'indagine eccetera, tutto si ferma. Quale delle due interpretazioni ? Se qualcuno me lo chiarirà potrò confermare o meno il voto favorevole di Fratelli d'Italia ad una mozione che mi sembra fatta, come al solito, per rinviare ogni decisione. Si rinvia se l'IVA c’è o non c’è; lo sapremo tra tre mesi. Si rinvia se l'IMU si paga o non si paga e sicuramente non si restituisce e lo sappiamo già da ora. Si rinvia qualunque decisione che metta in pericolo una – noi l'abbiamo chiamata ammucchiata, ma come la vogliamo chiamare ? – comunità di larghe intese, che forse sono troppo larghe, perché ci passano troppe interpretazioni tra l'una e l'altra. Ma siccome io invece voglio essere chiaro, dico come noi la pensiamo sugli F35. Pochi sanno, signor Ministro, onorevole Presidente, mi rivolgo a lei, o fanno finta di non sapere che questo programma è iniziato quando il Presidente del Consiglio era D'Alema. Il numero di aerei da acquistare è stato fissato allora, nel tempo è stato abbassato prima dal Governo in cui ero Ministro della difesa e su mia proposta: ventuno o ventidue F35 in meno e ventidue Eurofighter in meno, del valore non so se di 4, 6 o 8 miliardi, non lo ricordo nemmeno. Ma quei miliardi – lo dico a chi non l'ha ancora capito –, nonostante i miei sforzi con il Ministro dell'economia perché almeno una parte in qualche modo ricadesse a vantaggio dei cittadini o – io quello chiedevo – di coloro che lavorano nelle Forze armate e hanno retribuzioni da fame, andarono – mi dissero – e possono andare solo ad abbattere il debito pubblico, perché si tratta di investimenti e non possono essere usati diversamente. Quindi, la diminuzione di aerei già operata da me e poi dal Governo Monti non ha influito neanche per un centesimo riguardo a ciò che si può spendere per asili, scuole, strade e ahimè neanche a favore delle Forze armate, che pure sono quelle che facevano – diciamo così – il sacrificio di ridurre gli aerei. Allora io mi chiedo: è possibile sapere se il numero di novanta F35 è giusto o no ? Io affido questo compito e questa valutazione veramente per una volta alle Forze armate. 
  Infatti, è bene che il Parlamento lo sappia – lo dico agli antimilitaristi in servizio permanente effettivo, a quelli che, quando sentono che si compra un aereo, non pensano che esso possa servire per la libertà e l'indipendenza del nostro Paese, ma pensano solo che possa servire a bombardare, come se l'Aeronautica, da sola, partisse e bombardasse, senza che il Parlamento abbia deciso niente – e mi chiedo: sapete voi chi è che decide il numero degli aerei ? Certo, le Forze armate ! Ma qualcuno vi ha spiegato che la valutazione più importante è riguardo all'aspetto industriale ? 
  Questo è anche lecito, perché dicono che così pagano le tasse, che vendiamo all'estero, che Finmeccanica ha un ritorno che le consente, a sua volta, di pagare le tasse e di mantenere lavoratori, ma, in sostanza, ai fornitori di argomenti antimilitaristi in maniera pregiudiziale, e mi rivolgo ai miei dirimpettai, faccio sapere che l'argomento non è pertinente. 
  Personalmente, ed è bene, per quel pochissimo che posso contare, che io lo affermi pubblicamente, ritengo che il numero ordinato allora dal Governo presieduto da D'Alema fosse eccessivo e risentisse delle pressioni e delle necessità, lecite, magari giustificate, del mondo industriale, e non dell'aspetto militare. 
  Noi, in Libia, abbiamo usato un numero di aerei sicuramente inferiore a quello di cui oggi dispone l'Aeronautica ed è immaginabile che, salvo conflitti enormi, i 90 aerei da comprare, uniti agli EurofighterPag. 61e agli altri aerei, siano, forse, ancora in eccedenza rispetto al numero minimo indispensabile. 
  Ma bisogna sapere che, se per caso poi ne servisse qualcuno in più di aereo – Dio non voglia ! – gli aerei non si comprano nei supermarket. Non vi è un posto dove si va e si dice: per favore, mi dia due Eurofighter, mi dia tre F35, mi dia due caccia. No, gli aerei sono il frutto, la costruzione...

  PRESIDENTE. Deputato La Russa, concluda.

  IGNAZIO LA RUSSA. .... (ho quasi finito), di un programma di lunghissima durata, e quindi bisognerebbe che la valutazione, che vorrei venisse veramente affidata alle Forze armate, e non agli aspetti industriali e basta, magari comprimendo la valutazione militare, tenesse conto della prospettiva e delle decisioni del Parlamento, ad un patto solo: che nessuno pensi che la gloriosa Aeronautica militare, vanto dell'Italia sin dagli anni Trenta, quando fu costituita da Italo Balbo, possa essere cancellata per un ghiribizzo del Parlamento. 
  Signor Ministro, la invito a rileggersi la nostra mozione e a ripensarci. Cosa vi è, nell'impegno che noi le chiediamo, che chiediamo al Governo, a cui lei è contrario ? È contrario – noi diciamo – a rispettare gli impegni internazionali ? Penso di no ! Secondo punto, è contrario a proseguire, anche attraverso il raccordo costante con i competenti organi parlamentari, nella valutazione delle modalità di attuazione del programma ? Penso di no, perché parliamo del raccordo con il Parlamento e le diamo la possibilità di valutare. 
  È contrario a continuare a sostenere il ruolo dell'Italia, in sede internazionale, in qualità di protagonista e in qualità di partnerstrategico nella ricerca, individuazione e messa a punto di innovazioni tecnologiche ? Io la conosco, non penso che lei possa essere contrario ! Secondo me, chi le ha dato l'indicazione di dare parere contrario alla nostra mozione o non sa leggere o aveva un pregiudizio politico. 
  Per cui, la invito a rileggere la nostra mozione e, se per caso lei confermerà il parere contrario, vorrà dire che l'interpretazione di quella mozione a cui lei ha dato parere favorevole è talmente ambigua che non consentirebbe a noi di darle un voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nastri. Ne ha facoltà.

  GAETANO NASTRI. Signor Presidente, la fornitura dei velivoli F35 venne decisa durante il Governo D'Alema fin dal 1998, con un coinvolgimento, anche economico, del nostro Paese quale partner di secondo livello. Un impegno che è stato confermato nel corso dei successivi 15 anni in modo bipartisan, da Governi di diverso colore politico, che hanno, però, tutti riconosciuto la profonda rilevanza strategica dell'accordo. 
  Il programma prevede anche la realizzazione presso l'aeroporto di Cameri, in provincia di Novara, di una linea di assemblaggio finale e di verifica per gli F-35 destinati ai Paesi europei. Questi caccia sono destinati a sostituire in Italia tre diverse tipologie di velivoli, i Tornado, gli Amx e gli AV-8B che usciranno progressivamente dalla linea operativa perché ormai obsoleti. Si prevede quindi di rinnovare 250 velivoli, ora impiegati dalle Forze armate, la cui dismissione per vetustà è inevitabile. 
  Attualmente l'ammodernamento e l'aggiornamento dei mezzi in dotazione all'Aeronautica militare costituisce una azione imprescindibile per contribuire, anche attraverso dotazioni all'avanguardia, al sistema difensivo euro-atlantico. Questa azione appare irrinunciabile nell'attuale scacchiere internazionale, nel quale la crescente instabilità e i fuochi rivoluzionari in numerose aree dell'Africa e del Medio Oriente richiedono all'Europa di assumere responsabilità e autonomia crescenti per la difesa internazionale.Pag. 62
  Il sito di Cameri destinato all'assemblaggio degli F-35 può fornire all'economia italiana una importante opportunità di crescita, soprattutto per il settore industriale e per le ricadute occupazionali. Qui è infatti stata avviata un'attività produttiva che vede partecipare le eccellenze dell'industria aeronautica italiana, a partire dall'Alenia e da Avio, capofila di una sessantina di aziende tutte italiane, impegnate in loco per i prossimi anni. 
  Per la prima volta di Stati Uniti hanno acconsentito alla realizzazione di un sito produttivo fuori dai loro confini, offrendo all'Italia l'opportunità di collaborare a un polo d'avanguardia. Dal punto di vista occupazionale si tratta innanzitutto di fornire nuovi posti di lavoro per centinaia di giovani ingegneri coinvolti nella fase di studio, progettazione e realizzazione degli F-35. Inoltre, l'attività di assemblaggio e controllo darà lavoro direttamente a millecinquecento persone. Un contributo di rilievo per l'economia del territorio, che diffonderà benefici anche all'indotto locale, con circa diecimila posti di lavoro, e possibilità di lavoro e introiti per 40 anni...

  PRESIDENTE. Colleghi, vi invito ad abbassare il tono della voce, cortesemente.

  GAETANO NASTRI. ... in considerazione della necessaria manutenzione e degli aggiornamenti tecnologici che caratterizzano gli aerei di oggi, in continua evoluzione. 
  La collaborazione internazionale che vede coinvolta l'Italia consentirebbe poi un'importante partnership tecnologica all'avanguardia non solo in campo aeronautico, ma anche in altri settori industriali, con riflessi e stimoli positivi per il lavoro e la produzione...

  PRESIDENTE. Collega Fioroni, la prego, se è possibile, di evitare questi capannelli. Prego deputato.

  GAETANO NASTRI. ... quanto mai preziosi in una fase economica delicata e incerta come l'attuale. 
  Come risulta dai sopralluoghi effettuati anche dagli americani, l'aeroporto di Cameri, in provincia di Novara, è stato allestito secondo elevati criteri di qualità e sicurezza certificati e, in attesa della realizzazione gli F-35, è già il luogo dove viene effettuata la revisione e manutenzione di altri velivoli. Si tratta di un'area di 500 mila metri quadrati con 20 capannoni e diverse zone operative. 
  Quanto alla spesa per l'adozione dei nuovi F-35, il sottosegretario americano ha dichiarato che i costi per ogni aeromobile si stanno riducendo. È bene ricordare inoltre che questi costi saranno suddivisi in 15 anni. 
  Ritengo quindi, per i motivi ora illustrati, che l'iniziativa di assemblaggio degli F-35 a Cameri sia una delle più significative occasioni di sviluppo non solo per Novara, ma per tutto il Piemonte e per l'industria e il settore italiano dell'alta tecnologia nel suo complesso. 
  Occorre a questo proposito pensare che una azione del genere annullerebbe l'impegno finanziario che l'Italia ha sostenuto a partire dal 1998, e che oggi ammonta a una quota di quasi il 4 per cento dell'investimento totale del programma. Rinunciare ora a questo progetto, con il cantiere di Cameri in avanzato stato di costruzione e già attivo, comporterebbe un costo molto più alto rispetto a quello inizialmente sostenuto per l'avvio dell'iniziativa. 
  Un costo innanzitutto in termini di perdita di capacità e declassamento della nostra Aeronautica militare, ma anche la cancellazione di opportunità, di posti di lavoro, di sviluppo per tutto il comparto dell'economia nazionale e non solo. Dotare i propri soldati di equipaggiamenti all'avanguardia e strumentazioni adeguate rappresenta un punto di partenza per garantire un valido sistema di difesa e sicurezza nazionale ed è un dovere di un Governo nazionale rispondere a questa esigenza. Il nostro Paese in questo campo deve sapere camminare al passo degli altri Paesi occidentali, dato che, in un quadro di crescenti tensioni economiche e sociali sia a livello interno che internazionale, lePag. 63Forze armate restano un punto di riferimento indiscutibile di garanzia democratica. 
  In aggiunta, chi critica questo investimento sostenuto dallo Stato contrapponendo l'urgenza di risorse destinate all'occupazione cade in una evidente contraddizione, spinta con molta probabilità da intenti di pura demagogia. In effetti, l'impegno di spesa a Cameri non farà altro che alimentare un eccezionale volano di sviluppo e favorirà l'occupazione in maniera evidente fin dall'inizio per il settore aeronautico, ma anche per l'indotto e per altri comparti industriali. 
  Di fronte a questo quadro invitiamo il Governo a rispettare gli impegni internazionali assunti in ordine alla realizzazione del programma, per tutelare l'impegno finanziario finora sostenuto, l'incremento della produzione industriale nazionale ad esso connesso, e i conseguenti effetti occupazionali. 
  Chiediamo poi che, anche attraverso un costante raccordo con gli organi parlamentari competenti, si prosegua la valutazione delle modalità con le quali attuare il programma e la scelta degli investimenti da realizzare, sia nel breve sia nel medio periodo, affinché sia assicurata una più efficiente integrazione dello strumento militare italiano nel sistema di difesa euro-atlantica. 
  Infine, chiediamo al Governo di sostenere il ruolo dell'Italia a livello internazionale, in qualità di protagonista e di partnerstrategico nelle fasi di ricerca, individuazione e messa a punto di innovazioni tecnologiche. (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Allasia. Ne ha facoltà.

  STEFANO ALLASIA. Onorevoli colleghi e signori rappresentanti del Governo, anzitutto ringrazio il mio gruppo che mi concede di intervenire su questo tema molto acceso e caldo, essendo io il più pacifista del gruppo della Lega Nord e Autonomie. Ma, entrando nel merito, ancora una volta il Parlamento del nostro Paese è chiamato a discutere il programma F-35 in modo ideologico e senza alcuna considerazione né della realtà geopolitica in cui l'Italia è calata, né delle ripercussioni industriali che avrebbe un eventuale ritiro dalla produzione dei caccia interforze che dominerà le linee di volo occidentali di qui al 2050. 
  Le mozioni sulle quali oggi ci confrontiamo sono, in effetti, un capolavoro di demagogia, riproponendo senza alcuna fantasia il confronto tra armi e ospedali, come se la rinuncia all’F-35 potesse tradursi immediatamente in un piano di finanziamento di opere sociali da qui al 2026, senza che si provveda nel frattempo al rimpiazzo dei velivoli che l'Aeronautica e la Marina dovranno pensionare nei prossimi anni. 
  Osserviamo con preoccupazione come nel testo sottoposto al nostro esame manchi un qualsiasi riferimento all'attuale situazione politico-strategica, ai rischi e alle minacce che gravano sul nostro Paese e anche alla storia militare recente italiana. Una storia che dal 1991 ad oggi – cioè dalla dissoluzione del blocco sovietico in avanti – ha visto nostre unità militari pressoché costantemente impegnate all'estero in missioni a rischio più o meno elevato. 
  È un andazzo che non può piacere e a noi della Lega Nord e Autonomie spesso non è piaciuto, ma che purtroppo non è interamente nella nostra disponibilità di determinare, perché fuori di qui esiste un mondo sul quale esercitiamo un'influenza assai limitata. 
  Ci viene detto: «Fermiamo l'acquisizione del caccia, finché non ci verrà spiegato da cosa dobbiamo difenderci e di cosa dobbiamo avere bisogno». Ebbene, non si può fare. Le spese militari, infatti, non funzionano in questo modo o, perlomeno, non funzionano automaticamente così, perché l'acquisizione di capacità è un processo lento, anzi lentissimo e costosissimo nel tempo, mentre le minacce e le sfide sorgono all'improvviso e quando ciòPag. 64si verifica, non si ha il tempo di rimediare, ma si è costretti ad agire o reagire con ciò di cui si dispone. 
  Quanti, ancora nell'estate del 2010, quando a Roma si riceveva con tutti gli onori il colonnello Gheddafi, ipotizzavano che nel giro di un anno sarebbe stato deposto ed ucciso con il concorso determinante del potere aereo nostro e alleato ? E chi oggi è in grado di prevedere cosa accadrà nella scena internazionale nel breve volgere di qualche mese ? Nessun esperto serio potrebbe rispondervi ed infatti nessuno lo fa, perché bisognerebbe avere la sfera di cristallo. Proprio come nessun automobilista sa esattamente se e quando avrà un incidente, ma è saggio assicurarsi per l'evenienza che ciò accada. 
  Voi dite nelle mozioni che l'Italia dovrebbe restringere la propria attività militare all'estero al solo peacekeeping, una fattispecie che nessuna norma del nostro ordinamento definisce e che nella prassi può essere elasticamente abbracciata e ricoprire qualsiasi cosa. Ma questo cosa significherebbe ? Rimanere inerti, ad esempio, rispetto all'aggressione perpetrata ai danni eventuali di Paesi nostri alleati nella NATO e nell'Unione europea, perché sostenerli nel bisogno non sarebbe peacekeeping ? Che valore avrebbe allora essere alleati del nostro Paese ? 
  Il vostro messaggio è rinviare e poi si vedrà, come se dalla stanza in cui siamo potessimo uscire per poi rientrarvi a piacimento e alle stesse condizioni attuali. Non funziona così, purtroppo. Dobbiamo, pertanto, dirvi di «no» e ve lo diciamo sulla base di molti motivi. Intanto, perché crediamo che il nostro Paese debba tener conto di un dato fondamentale: non è autosufficiente per la propria difesa e non da oggi. Tutta la nostra politica di sicurezza nazionale riflette la necessità di adeguarsi a questo condizionamento di base, ovviandovi con delle alleanze. 
  Possiamo difenderci soltanto se partecipiamo ad un sistema di sicurezza collettiva contribuendovi con le nostre capacità. Non possiamo essere di peso ma dobbiamo essere utili specialmente quando e dove serva ai partner di cui abbiamo bisogno. 
  Scegliere l’F-35 esprime pertanto un'opzione precisa a fronte della quale voi non esplicitate quale sarebbe l'alternativa. Lo faremo allora noi per voi. L'alternativa implicita nel vostro ragionamento e nelle vostre istanze è quella di un'Italia sganciata dalla NATO, probabilmente anche dalla PESD, e rimessa alla mercé dei primi tiranni di turno, con scarsa capacità di chiedere un sostegno alleato, alla propria sicurezza e, per di più, senza forze aeree veramente operative. 
   C’è ancora dell'altro, onorevoli colleghi: alla luce del fatto che le nostre Forze armate dovranno presto pensionare i Tornadoche ormai volano da 35 anni, gli Amx, che non sono mai stati gran cosa, e gli AV-8B, senza i quali le nostre portaerei regrediscono ad insignificanti e costosissimi portacontainer militari, la vera scelta che oggi voi dovreste proporci è un'altra. Non è infatti quella demagogica tra gli aerei e gli ospedali che non si è riusciti a realizzare neanche con 800 miliardi di spesa pubblica all'anno, ma tra gli aerei oggi e gli stessi aerei domani. Tra l'acquisto odierno di F-35 che concorreremo a produrre e mantenere con l'unico impianto FACO costruito fuori dagli Stati Uniti, a Cameri, e quello futuro degli stessi aerei già fatti da altri senza alcun nostro concorso. Cioè, rinunciando alla quota di lavoro specializzato italiano che riuscimmo ad ottenere per il nostro Paese negli anni dei Governi della Casa delle Libertà. 
  Perché, onorevoli colleghi, alla fine quel velivolo saremmo comunque costretti a comprarlo ! 
  Ricordiamo inoltre che uscire ora dal progetto F-35 significherebbe altresì perdere un quantitativo importante di denaro: quello stanziato per il progetto negli esercizi finanziari 2010-2013, più di tre miliardi di euro, un sesto di tutto il programma. E poi scatterebbero le penali. E ci sarebbero i posti di lavoro bruciati da qui al 2050, ricordando che ci sono più diPag. 651.500 persone attive sul territorio italiano, più l'indotto. E noi di lavoro abbiamo oggi bisogno più che mai. Ma di questo voi non parlate nelle vostre mozioni. È quindi forte il sospetto che il vostro documento, con una formula pilatesca, sia solo un assaggio di campagna elettorale o uno strumento per generare spaccature interne al PD, per provocare una crisi politica e magari un cambio di maggioranza. 
  Annunciamo il nostro voto contrario alla mozione della maggioranza fino a che il Governo, il Ministro non ci spiegherà con chiarezza quali sono gli intenti dell'Italia e di questo Governo, con il solito atteggiamento pavido, per chiarire e capire quali sono effettivamente gli acquisti nel prossimo futuro. 
  Parliamo dei tre F-35 o dei novanta F-35 di cui si parlava a fine 2012 ? Entrando nel merito della mozione le perplessità sono lampanti, per questo ribadiamo il nostro concetto di contrarietà. Nelle premesse la mozione delinea che le Forze armate si considerano come uno stipendificio. Mi dispiace, non è così. La parte più importante della pianificazione militare non è il personale ma l'investimento. Poi, entrando nel dispositivo, al suo interno, ci sono anche frasi poco chiare in cui si parla di Stati neutrali. In riferimento, invece, alla NATO si profila la sospensione della partecipazione italiana che potrebbe anche comportare penali o conseguenze rilevanti ma di questo il Ministro, il Governo non ci ha relazionato. Permetteteci di rovesciare il ragionamento: confermiamo l'acquisto del velivolo oggi senza pasticci e, quindi, poniamoci più seriamente il problema di come usiamo le nostre Forze armate. Non sempre, infatti, le abbiamo spese al meglio ed in modo funzionale ai nostri veri interessi nazionali ma questa è un'altra storia, onorevoli colleghi, una storia che non porta voti e per questo è assai improbabile che susciti lo stesso pruriginoso interesse che vediamo oggi, qui dentro, e nel Paese intorno all’F-35 (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marcon. Ne ha facoltà.

  GIULIO MARCON. Gentile Presidente, signori del Governo e colleghi deputati, la mozione che vi proponiamo di votare oggi chiede al Governo di interrompere un inutile e costoso sistema d'arma, la costruzione di novanta cacciabombardieri F-35 che non serve al Paese. 
  Io vorrei ringraziare intanto i tanti deputati di SEL, del MoVimento 5 Stelle, ma anche diversi deputati del PD e di Scelta Civica, che hanno scelto di sostenere questa mozione (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e MoVimento 5 Stelle). Vorrei ringraziare anche i senatori di SEL, MoVimento 5 Stelle e i 18 senatori del Partito Democratico, guidati dal senatore Casson, che hanno presentato al Senato una mozione analoga alla nostra. Voglio ricordare anche a qualche collega male informato che questa mozione è stata decisa prima dell'insediamento del Governo Letta, addirittura la sua prima versione è del 18 marzo e che noi abbiamo così risposto solo ad una richiesta, che viene da tanta parte del Paese e da tante associazioni, di porre fine a questa avventura che non condividiamo. 
  Ricordo la mobilitazione della Rete disarmo, della Tavola della pace, della campagna Sbilanciamoci !. Il programma F-35 non serve alle persone che sono senza lavoro, ai lavoratori precari, alle famiglie impoverite, ai giovani e non serve nemmeno ad una politica estera di pace, come vuole l'articolo 11 della nostra Costituzione (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e MoVimento 5 Stelle)
  Spendere tanti miliardi di euro per dei cacciabombardieri che servono a fare la guerra, mentre invece noi non abbiamo i soldi per bloccare l'aumento dell'IVA e sufficienti risorse per il lavoro, è uno schiaffo all'Italia e alle sue sofferenze. Non è serio, cari colleghi, dire una cosa in campagna elettorale e poi, una volta eletti, fare il contrario. Lo dico con tutto rispetto.Pag. 66
  In campagna elettorale il leader di «Italia. Bene comune», Pierluigi Bersani, ha detto che le nostre priorità non sono i cacciabombardieri, ma il lavoro; e il suo concorrente alle primarie, Matteo Renzi, ha detto che non capisce perché bisogna buttare via una dozzina di miliardi per gli F-35
  Il portavoce di Scelta Civica, Andrea Olivero – a sostegno della campagna «taglia le ali alle armi» – si è fatto fotografare 4 mesi fa sorridente, esponendo un cartello «Stop agli F-35» e persino il presidente del PdL, Silvio Berlusconi, ha affermato nel mese di febbraio che «Gli F-35 servono all'Italia a fare aerei da turismo. Io sono sempre stato contrario agli F-35 e anche alle portaerei». Tutto questo in campagna elettorale. Ma la politica perde credibilità quando si dice una cosa per chiedere i voti e poi dopo tre mesi se ne fa un'altra (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e MoVimento 5 Stelle)
  Sono state dette tante bugie sugli F-35
  Si è detto che non possiamo uscire dal programma, perché dovremmo pagare le penali. Falso, non dobbiamo pagare nessuna penale. Si è detto che hanno un ritorno economico superiore all'investimento. Falso, il ritorno economico non supera il 20 per cento. 
  Si è detto che potrebbero creare più di 10.000 posti di lavoro. Falso, daranno vita al massimo a 5-600 posti di lavoro, per lavoratori che tra l'altro già lavorano ad altre linee produttive come l’Eurofighter; tra l'altro, con 14 miliardi di euro potremmo creare molti posti di lavoro in più. 
  È stato detto che nessun Paese è uscito dal programma. Falso: Canada, Olanda, Australia e Norvegia hanno rinviato, sospeso, opposto dure condizioni al programma e nessuno si è stracciato le vesti. 
  È stato detto che non abbiamo alternative. Falso, abbiamo già i Tornado, gli Harrier, e gli Eurofighter, che possono essere adeguati alle nuove esigenze. 
  È stato detto che gli F-35 sono dei sistemi d'arma tecnologicamente sopraffini. Falso, basta un temporale per farli atterrare. 
  È stato detto – come ha fatto ieri il presidente della Commissione bilancio della Camera, onorevole Boccia – che quest'anno sugli F-35 ci sono «0 di 0 euro». Falso, onorevole Boccia: ci sono 500,4 milioni di euro in bilancio. O lei non ha letto la nota aggiuntiva della difesa o il Governo l'ha informata male e l'ha sviata. 
  Vorrei poi dire una cosa in tutta amicizia al capogruppo del PD, Roberto Speranza. Nel suo discorso sulla fiducia al Governo di larghe intese, lei ha citato una frase di don Milani: «È inutile avere le mani pulite per poi tenersele in tasca». Io mi permetto di consigliarle di non scomodare in un modo un po’ azzardato don Milani per giustificare la scelta di stare al Governo con Berlusconi (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e MoVimento 5 Stelle), ma di ascoltare più saggiamente le parole di don Milani contro gli armamenti, contro le spese militari e per il rispetto delle leggi della coscienza di fronte alle scelte ingiuste dello Stato. In certi momenti, ricordava ancora don Milani, bisogna obbedire solo alla propria coscienza. E la vostra coscienza – se la ascoltate sinceramente – non può dirvi che è giusto spendere 14 miliardi di euro per degli aerei da guerra. La vostra coscienza non può dirvi che degli aerei capaci di sganciare degli ordigni nucleari sono degli strumenti di pace. La vostra coscienza non può dirvi che si tratta di una scelta necessaria, quando è necessario salvare milioni di italiani dalla disoccupazione e dalla povertà. 
  Con molti di voi ci ritroveremo a marciare alle prossime marce per la pace, da Perugia ad Assisi. Ma cosa direte, cosa diremo agli operatori di pace, ai volontari, ai boy-scout, ai tanti preti di strada, a don Luigi Ciotti, ai frati di Assisi che marceranno insieme a noi e che vi chiederanno, come avete visto hanno fatto nelle ultime edizioni della marcia Perugia-Assisi, cosa avete fatto per fermare l'avventura degli F-35. Si accontenteranno forse di sapere che il Parlamento ha rinviato ulteriormente la decisione senza prendere un orientamento definitivo ? Proprio per questoPag. 67noi riteniamo che la mozione della maggioranza è insufficiente, non è condivisibile e noi non la voteremo. 
  Dopo aver rinviato le decisioni, prima sull'IMU e poi quelle sull'IVA, adesso rinviate anche la decisione sugli F-35. Siete il Governo del rinvio. E mentre rinviate la decisione sugli F-35, rivendicate l'importanza che il Parlamento possa dare il suo giudizio in base al dispositivo dell'articolo 4 della legge n. 244. A parte che quel dispositivo non è in grado di bloccare i programmi pluriennali, ma solo le decisioni dell'anno in corso, quello che non riusciamo veramente a capire perché date tanta importanza a quello che il Parlamento potrà decidere nelle prossime settimane o nei prossimi mesi quando noi oggi siamo qui riuniti come Parlamento per prendere una decisione (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e MoVimento 5 Stelle). Noi siamo il Parlamento ed è ridicolo dire in una mozione parlamentare che deve decidere il Parlamento sulla base di una legge approvata dal Parlamento. Questa è una posizione pilatesca (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e MoVimento 5 Stelle)
  Vado a chiudere. Cari colleghi, non nascondiamoci dietro l'ipocrisia, anche per gli F-35 vale l'adagio evangelico «sia sì il sì, sia no il no». E a questo proposito vorrei ricordare che dire no agli F-35 non è solo questione di buon senso di fronte alla crisi che stiamo attraversando, ma anche un sì ad un sistema di difesa e di sicurezza fondato sulla prevenzione e la cooperazione. E al Ministro Mauro vorrei dire: lei accusa di demagogia chi ragionevolmente dice che con i soldi di un F-35 si possono fare ottanta asili nido, ma, invece, è proprio lei a fare della demagogia penosa quando definisce gli F-35 uno strumento di pace (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e MoVimento 5 Stelle)
  Gli F-35, Ministro Mauro, non sono uno strumento di pace, ma uno strumento di guerra ed ecco perché, cari colleghi – e chiudo sul serio – se ascoltate la voce della ragionevolezza politica e di un Paese in ginocchio, ma anche la voce della coscienza del vostro cuore, non potete allora dire di sì agli F-35 buttando dalla finestra altri 13 miliardi di euro. Quei soldi usiamoli per il Paese e per i cittadini. Per questo vi invitiamo a votare la nostra mozione (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rossi. Ne ha facoltà.

  DOMENICO ROSSI. Signor Presidente, signor Ministro, cari colleghi, Scelta Civica per l'Italia ha dato il proprio convinto contributo nella redazione della mozione di maggioranza perché, a nostro avviso, dà risposta, sia alle esigenze del nostro modello di sicurezza, ma nel contempo ribadisce la centralità del ruolo del Parlamento nella verifica della coerenza dei sistemi d'arma, sia ai contenuti dell'articolo 11 della Costituzione, sia ai compiti istituzionali assegnati alle Forze armate. Riconosciamo, infatti, attraverso la mozione, l'esigenza della sostituzione dei velivoli aerotattici di Marina e Aeronautica in via di progressiva fine della capacità operativa. Questo per preservare l'esigenza del sistema di difesa a meno che per coerenza non andiamo a cambiarne i compiti. 
  Un sistema, quello italiano, la cui adeguatezza ed efficienza, non solo è indispensabile per garantire il reale sviluppo del Paese, ma è anche assetto primario di credibilità internazionale. Credibilità internazionale che serve, specie in un momento in cui la difesa degli interessi nazionali travalica le frontiere dei singoli Stati ed assume una dimensione sempre più ampia. Un momento in cui, come dimostra la nostra partecipazione alle missioni internazionali, è stata più volte chiesta all'Italia la disponibilità di un contributo nel quadro delle principali organizzazioni di riferimento (l'Unione europea, l'Alleanza atlantica, l'Organizzazione delle Nazioni Unite). 
  Il nostro convincimento, altresì, tiene anche conto del fatto che il programmaPag. 68F-35 è strutturato in varie fasi, che il Paese ha già investito circa 3 miliardi di euro, che la struttura di assemblaggio FACO a Cameri è ormai una realtà in fase di apertura, che la futura evoluzione di questa struttura non solo assicura la presenza del marchio italiano nella realizzazione, ma dà certo occupazione ai nostri lavoratori, ci permette di mettere mano a mezzi e tecniche che da soli non saremmo mai in grado di raggiungere. Non dimentichiamo, inoltre, che la FACO, al momento, è strutturata per rimanere attiva anche per quarant'anni e trasformarsi da assemblaggio in un centro di manutenzione e riparazione per tutta la flotta euromediterranea. 
  Ma c’è un altro punto che non bisogna dimenticare. L'Italia è uno dei pochi Paesi che, nel 2012, è già pervenuta alla revisione del nostro strumento militare: una legge di revisione che ha delineato nuove Forze armate, in un quadro di compatibilità finanziaria, con una serie di sistemi di armi compatibili con il quadro finanziario, tra cui anche l’F-35. Ma noi riteniamo, però, che il quadro attuale di riferimento, sulla cui base è stato delineato il nostro modello di difesa e sulla cui base sono stati individuati tutti i sistemi d'arma, non sia immutabile. 
  Riteniamo altresì che il Consiglio d'Europa debba costituire un appuntamento fondamentale per dare impulso alla costruzione della difesa europea. È quello l'appuntamento, è quello il momento in cui tutti i Paesi dell'Unione saranno chiamati a trovare una convergenza operativa e industriale. Tutti i Paesi saranno chiamati, nell'attuale quadro finanziario, a generare assetti operativi, assetti addestrativi comuni finalizzati all'interoperabilità, che potrebbero portare anche a riduzioni nelle spese militari dei singoli Stati. 
  In sostanza, Scelta Civica vuole puntare decisamente alla difesa europea quale obiettivo che, se prenderà effettivamente corpo, potrà consentire di rivalutare la coerenza dello strumento militare italiano nel suo complesso e, nello specifico, dei singoli sistemi d'arma. Ecco perché è coerente richiamare la legge n. 244 del 2012, perché gli scenari possono cambiare e perché, in funzione della loro evoluzione, il Parlamento deve riacquistare la centralità e, attraverso l'utilizzo della procedura dell'articolo 4, potrà autorizzare le ulteriori fasi di acquisizione degli F-35. Per tutto questo, a nome di Scelta Civica, dichiaro il voto favorevole sulla mozione, che rappresenta un atto di grande responsabilità e anche di equilibrio tra tutte le parti della maggioranza, che hanno messo insieme le diverse sensibilità sull'argomento. 
  Pensiamo in questo modo di aver dato non solo prova di responsabilità nei confronti degli impegni internazionali e della nostra politica estera – impegni presi da quasi un decennio –, ma insieme, di aver dato risposta anche alle molte sollecitazioni, sollecitazioni che provengono dai cittadini e dalle associazioni, che sono state volte a richiedere a tutti noi un supplemento di riflessione e di verifica sui modelli di difesa e, con essi, sui sistemi d'arma che vuole avere a disposizione il Paese (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia – Congratulazioni).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cicu. Ne ha facoltà, per dieci minuti.

  SALVATORE CICU. Signor Presidente, signor Ministro, rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, è innegabile che la situazione del Paese nel suo complesso sia in un momento di crisi, e in un momento di crisi che vede una debolezza strutturale: cercare di portare avanti un progetto, un programma da parte di questo Governo e di questa maggioranza in un contesto eccezionale per trovare soluzioni che riguardano tutti i settori. Certo, la dedizione è stata totale ed è totale rispetto ai problemi dell'occupazione, rispetto ai problemi dell'occupazione giovanile, rispetto ai problemi della fiscalità di vantaggio, in ordine a tutti quei settori che sono vitali e centrali per la vita del Paese. 
  Oggi, a mio giudizio, affrontiamo un tema in qualche maniera errata perché abbiamo dovuto richiamare due concettiPag. 69fondamentali, due articoli fondamentali della nostra Costituzione, nella premessa che riguarda la mozione di maggioranza, che fanno riferimento, uno, all'articolo 11: l'Italia è un Paese di pace che partecipa a missioni di pace e, l'altro, all'articolo 52: difendere la patria e difendere i confini della nostra patria è sicuramente un dovere di tutti i cittadini, e le nostre Forze armate sono in linea con il contesto di istituzione democratica che questo Parlamento rappresenta. È evidente che parlare di una norma che richiama la centralità del Parlamento e il ruolo del Parlamento in questa fase è fondamentale, ma a me piacerebbe parlarne, meglio e di più, rispetto a quelli che sono i cardini fondamentali che riguardano la nostra partecipazione nel contesto internazionale; parliamo cioè di organismi come NATO e ONU, parliamo, ancora di più e meglio, di una partecipazione ad una dimensione europea e ad un sostegno ad un processo che deve vedere sempre più crescere una forza europea di pace che abbia la possibilità di dare autorevolezza e credibilità alla costruzione dell'Europa anche nel sistema della difesa e della sicurezza. 
  È chiaro che per parlare di pace e per parlare di confronto, di partecipazione, di condivisione di programmi e di progetti europei e internazionali, bisogna parlare, obbligatoriamente, di strumenti operativi. Oggi, abbiamo ascoltato l'audizione del Capo di Stato maggiore dell'aeronautica che ha sottolineato alcuni dati che ritengo essenziali e fondamentali per la riflessione che stiamo portando avanti. Noi, in questo momento – e se non ovviamo a questa situazione ci sentiremo ancora di più indeboliti ed insicuri – abbiamo una riduzione dell'efficienza del sistema aeronautico del 70 per cento. Non stiamo sperperando, non stiamo destinando risorse che non sono in qualche modo contestualizzate ma rientrano, invece, nel processo di razionalizzazione delle spese di cui il Paese può dotarsi anche in questo settore, perché abbiamo ridotto progressivamente del 5 e del 19 per cento, in questi ultimi anni, la nostra dotazione di destinazione di risorse al settore della difesa e della sicurezza. Quindi, non stiamo parlando di aggiunte o di valutazioni che vanno a discapito di qualche altro settore, ma della valorizzazione, del sostegno, dell'implementazione, dell'arricchimento di un settore che comunque è un nostro fiore all'occhiello e che rappresenta per noi risorse umane, competenze professionali, e che rappresenta per noi sinergie industriali, credibilità e autorevolezza nel mondo rispetto anche agli obiettivi che le nostre Forze armate hanno raggiunto e continuano a raggiungere. Stiamo parlando, cioè, di una necessità che riguarda una sostituzione di strumenti e di una necessità che però, per fortuna, ci vede agganciarci ad un contesto di innovazione, di ricerca, di tecnologia, che non riguarda solo il settore militare ma che si abbina, anche, a quello civile e industriale; che riguarda un contesto di investimento e di occupazione; che riguarda la possibilità di crescita di questo Paese che non è nell'attualità, nell'immediatezza, in questo anno corrente o nei prossimi due anni correnti, ma riguarda una proiezione, una progressione da qui al 2020 ! Rispetto ad altre forze europee come l'Inghilterra che partecipa con un 10 per cento rispetto al programma, l'Italia partecipa con un ben più ridotto 4 per cento. Così, il rapporto tra PIL e debito pubblico ha sempre visto il nostro settore difesa essere penalizzato e limitato rispetto agli investimenti e alle risorse. Allora, vorrei pregare tutti di ridimensionare un po’ quello che ho sentito in quest'Aula e di cercare di capire che il nostro obiettivo è comunque quello di essere presenti nello scenario internazionale, di essere presenti nell'arricchimento e nella crescita della forza comune europea che guarderà anche al prossimo Consiglio europeo sulla sicurezza di dicembre con un'altra valutazione e un'altra riconsiderazione. 
  Non dimentichiamoci che noi, negli anni precedenti, abbiamo approvato la revisione dello strumento militare: noi passeremo da 190 mila a 150 mila uomini; noi passeremo anche nella fase dell'ulteriore centralità e valutazione del Parlamento in ordine ai decreti attuativi. CiPag. 70saranno le Commissioni competenti che dovranno esprimere i loro pareri, ci sarà, cioè, un coinvolgimento totale che io guardo soprattutto nella logica di una fase di lealtà, di una fase di capacità di capire che qui non ci si può scontrare su una linea di continuità che ha visto questo progetto nascere nel 1998 con Andreatta, proseguire a fasi alterne con Governi diversi e che comunque hanno sempre opportunamente ritenuto di procedere in un approfondimento, in una verifica, in un coinvolgimento parlamentare, ma in linea di continuità con un parere favorevole e un'approvazione del progetto. 
  Quindi, oggi c’è un passaggio che noi abbiamo condiviso, che noi abbiamo voluto sottolineare con la nostra posizione politica, il passaggio è quello di guardare ad un'ulteriore verifica. È necessario, è doveroso. La nostra opinione pubblica, il nostro Paese se lo aspettano. Il nostro Parlamento deve assumere anche e soprattutto questo ruolo, un ruolo di coraggio ma anche un ruolo di responsabilità, un ruolo che può e deve trasferire trasparenza, rassicurazione, sul fatto che noi non vogliamo e non possiamo sperperare alcun denaro pubblico in questa fase. Noi vogliamo, casomai, assicurare in questa fase che l'Italia e questo Paese non può uscire fuori da uno scenario di linguaggio universale e sinergia industriale, perché significa innovazione, tecnologia e ricerca da qui al 2020. Se noi restiamo fuori da questa fase resteremo un Paese che non avrà più né credibilità né autorevolezza per crescere e progredire, perché questo è un settore strategico. Non stiamo parlando di cacciabombardieri, stiamo parlando del sistema difesa e sicurezza di questo Paese, è bene che lo capiamo e lo capiamo tutti. Quindi, noi voteremo in maniera convinta questa mozione, perché parteciperemo al confronto – così come ho già detto prima – nelle fasi successive, comunque e in ogni caso per sostenere quello che è un progetto che guarda alla dimensione europea e alla forza europea(Applausi dei deputati del gruppo Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente – Congratulazioni).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Spadoni. Ne ha facoltà, per otto minuti.

  MARIA EDERA SPADONI. Signor Presidente, quando nel 2001 Stati Uniti ed alleati attaccarono l'Afghanistan, alcuni giornalisti chiesero a Rumsfeld, l'allora Segretario alla difesa USA, che cosa considerasse una vittoria nella nuova guerra degli Stati Uniti contro il terrorismo internazionale. Lui rispose: considero vittoria se tutto il mondo lascerà noi americani liberi di continuare con il nostro stile di vita. Questa frase dimostra perfettamente che tutto quello che è stato detto in quest'Aula a favore del progetto F-35 è falso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)
  L'Italia non è interessata a esportare la democrazia, l'Italia non è interessata a far sì che altre popolazioni abbiano uno stile di vita migliore o diritti acquisiti o che crescano con più tutele. L'Italia, e assieme a lei Europa e Stati Uniti, ha un solo interesse, che è quello di mantenere uno stile di vita alto, unico e idilliaco. Il nostro stile di vita si basa su fragili equilibri, su alleanze con Paesi amici, su distruzioni e guerre in altri continenti. Non siamo interessati a migliorare le condizioni di vita degli altri, a malapena tuteliamo i diritti nel nostro Paese e abbiamo la presunzione di pensare ai diritti degli altri ? Penso ai bombardamenti italiani compiuti in Afghanistan l'anno scorso, in cui il Ministro Di Paola ha scavalcato il Parlamento e quindi i rappresentanti della nazione autorizzando bombardamenti aerei effettuati dai quattro cacciabombardieri AMX del 51o stormo dell'Aeronautica militare, attivamente impiegati, a partire dal 27 giugno, nell'operazione «Shrimp Net» nella provincia di Farah, una delle quattro del Comando regionale ovest. Il Ministro della difesa di un Governo tecnico legittimato unicamente e solo dai mercati internazionali ha deciso autonomamente di rimuovere completamente i limiti alle regole di ingaggio dei soldati in missione e ha dato il via libera ai bombardamenti aerei del 51o stormo fino ad allora impiegati comePag. 71semplici ricognitori senza neppure le bombe sotto le ali. Una scelta dall'enorme significato politico ed etico, che avrebbe suggerito almeno un passaggio in Aula giusto per verificare se agli italiani interessava veramente bombardare l'Afghanistan. 
  Mi chiedo, cosa avranno pensato i nostri militari impiegati nella cosiddetta missione di pace dal nome evocativo di enduring freedom, libertà duratura, quando hanno dovuto colpire obiettivi di terra ? Mi chiedo, cosa avranno pensato i militari NATO dopo aver saputo che il loro bombardamento aereo in Afghanistan provocò la morte di undici bambini e due donne ? Noi abbiamo idea di cosa voglia dire bombardare una città ? Abbiamo idea delle conseguenze di un bombardamento aereo ? Io credo di no. E credo che le immagini in certe situazioni valgano più di mille parole e svelano molto più del detto, mostrandoci la realtà per come è, cruda e a volte senza senso (Deputati del Gruppo MoVimento 5 Stelle espongono cartelli che riproducono immagini fotografiche).

  PRESIDENTE. Deputati, non è consentito...

  MARIA EDERA SPADONI. Questi sono bombardamenti in Siria e bombardamenti a Gaza compiuti da aerei cacciabombardieri.

  PRESIDENTE. Deputati, cortesemente o abbassate i cartelli o chiedo ai commessi di intervenire. Deputate, cortesemente, abbassiamo i cartelli. Bene, abbassiamo i cartelli. Vi invito a non ripeterlo e farò presente questo episodio alla Presidente. Adesso può continuare, grazie.

  MARIA EDERA SPADONI. Oltre alle immagini credo siano importanti anche le testimonianze di chi la guerra l'ha vissuta e l'ha combattuta sul campo e immagino tanti giovani partire con tanti ideali, con l'assoluta certezza di essere dalla parte del giusto, di essere quelli buoni, quelli che salvano il mondo e quelli che lo rendono migliore. 
  Recentemente ho trovato un'intervista di Myke Prysner, un veterano della guerra in Iraq che diceva: «Provo senso di colpa ogni volta che vedo una madre con i suoi figli. Come quella che piangeva istericamente gridando che eravamo peggio di Saddam mentre la obbligavamo ad uscire da casa sua. Provo senso di colpa ogni volta che vedo una ragazzina come quella che ho preso per un braccio e arrestato per strada, dato che ci è stato detto che dovevamo lottare contro i terroristi. Il vero terrorista ero io ed il vero terrorismo era questa occupazione. Quelli che ci mandano in guerra non devono premere il grilletto e usare mortai, non devono lottare nella guerra, devono solo venderla, la guerra. Hanno bisogno di un pubblico disposto ad inviare, a mettere in pericolo i nostri soldati, hanno bisogno di soldati disposti ad uccidere ed essere uccisi senza obiettare. Possono spendere milioni in una bomba, possono inviare l'ultimo soldato in qualsiasi parte del mondo. E la classe dominante, che ottiene benefici dalla sofferenza umana, si preoccupa solo di espandere la propria ricchezza e di controllare l'economia mondiale. Capite che il suo potere sta solo nell'abilità del riuscire a convincerci che la guerra, l'oppressione, l'esplosione è nel nostro interesse, essi capiscono che la loro ricchezza dipende da questa abilità di convincerci a morire per controllare il mercato di altri Paesi e il convincerci ad uccidere o morire è il perno del loro lavaggio del cervello. Convincerci che siamo superiori» (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà)
  La superiorità è sempre stata un cruccio dei Paesi occidentali e l'armamento era ulteriore prova di grandezza e superiorità. Anche i cacciabombardieri F-35 non sono da meno, mettendosi tra i primi posti per quanto riguarda la tecnologia. Per esempio, l’F-35 modello A include un cannone a 5 canne da 25 millimetri con centottanta colpi; il modello B include lo stesso canone a 5 canne con duecentoventi colpi. Internamente saranno inseriti fino a due missili aria-aria e due armi aria-terra; nel modello A vengono inserite fino a due bombePag. 72da 910 chilogrammi, nel modello B avremo due bombe da 450 chilogrammi l'una. Nel momento in cui leggo mi chiedo come si possa chiamare un armamento del genere «di difesa», credo che missili aria-aria e bombe aria-terra non si possano che considerare vere e proprie armi di attacco. Quindi, i cacciabombardieri F-35 sono aerei da attacco (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà)
  Questi armamenti porteranno alla dimostrazione di quanto la Costituzione possa essere calpestata, ripudiata e offesa. Non esiste solo l'articolo 11, esiste anche il concetto di pace più volte ricordato come strumento di armonia tra nazioni, come assenza di tensioni e conflitti. Noi chiaramente voteremo a favore della nostra mozione e contro le altre mozioni, vuote e subdole, perché riteniamo che la pace debba essere un valore unico, condiviso, un valore prezioso che deve essere tutelato e che si deve soprattutto tramandare alle prossime generazioni. 
  Su questo tema cinque anni fa, 1.300 bambini di Pavia hanno giocato a riscrivere il finale della canzone La guerra di Piero, del cantautore Fabrizio De Andrè, immedesimandosi nel soldato Piero e nel nemico col suo stesso identico umore, ma la divisa di un altro colore, dipingendo immagini di pace e immagini di guerra, riflettendo sul significato dell'essere «straniero», sui problemi e sulla ricchezza della diversità, sulle nostre piccole guerre quotidiane, sui bambini che nel mondo sono costretti ad imbracciare le armi. 
  Immagino che tanti colleghi abbiano apprezzato un grande cantautore come De Andrè che assieme a La ballata dell'eroeespresse in poesia la sua forte convinzione antimilitarista, quindi faccio un appello soprattutto al Partito Democratico: siate disobbedienti, siate sfrontati, siate coraggiosi e votate questa mozione, perché la priorità rispetto al programma F-35 deve essere il lavoro e questo non lo dico io, ma il programma del Partito Democratico che voi avete sottoscritto e dovete onorare(Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà)
  Mi sento di chiudere con la versione di una bambina della rivisitazione di La guerra di Piero, Carola, che con grazia e delicatezza ha interpretato la guerra, confermandone, attraverso occhi da bambina, la sua inutilità: a un certo punto si sente sparare, ed ecco che Piero si lascia mollare, ecco che scivola stravolto per terra e su un terreno morbido a terra, e mentre sta per fermarsi il suo cuore, prova emozioni di ogni colore, vede la pace che attraversa il mondo e le persone che cantano in tondo, e con un sorriso lui prova a morire e si trasporta senza soffrire, dove si gioca e si corre felici e tutti quanti diventano amici(Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà – Congratulazioni).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Artini. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ARTINI. Signor Presidente, colleghi, anche oggi di nuovo ci troviamo davanti alla pavidità di parte di questo Parlamento, davanti a un largo accordo che rovina completamente il nostro Paese, accordo che è basato sul ricatto, un ricatto che serve a garantire la stabilità a questo Governo, che è decisamente scarso. 
  Dopo tre giorni di discussioni, di riunioni, di speranze ci troviamo davanti a un ricatto parlamentare che ha partorito l'ennesimo progetto che, ripeto, affossa il nostro Paese. Dopo anni che con fatica i comitati e i cittadini reperiscono informazioni per mostrare come questo programma sia assolutamente fallimentare, ci troviamo da loro portavoce a poter fermare completamente una spesa che è folle per tutti. È folle per PdL, il presidente Berlusconi disse con precisione: bisogna assolutamente rivedere le spese militari e gli F-35, io ci farei degli aerei da turismo. È folle per il PD, Bersani disse: la nostra priorità non sono i caccia, la nostra priorità è il lavoro. 
  Con quale coraggio risponderete ai cittadini quando questo Governo ci presenterà il conto dei tagli ai servizi, alla sanità,Pag. 73al trasporto locale, a quegli investimenti che porterebbero l'Italia a un percorso di sviluppo diverso, ad un futuro non più basato sull'incremento del PIL grazie a strumenti di morte ? Cosa gli diremo, che abbiamo speso 15 miliardi per mille posti di lavoro ? 
  Ieri non avevamo nemmeno i Canadair per spegnere 400 ettari di bosco incendiati in Sardegna (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà), vogliamo usare, come suggerisce un nostro collega deputato, questi strumenti multi-ruolo anche per questo ? Ci potete raccontare che servono per il pattugliamento, ci potete raccontare che sono propedeutici ai programmi di Smart Defence della NATO, ci serviranno per difendere come facciamo di già l'Islanda, la Lituania e la Slovenia, come facciamo adesso ? Forse ci serviranno, come ci dice il Ministro, per difendere le basi americane e le nuove strumentazioni USA come il MUOS. 
  È questa la risposta che volete dare per attuare gli articoli 11 e 52 della Costituzione ? Ci potete raccontare di tutto, ma non ci potete dire che servono per portare la pace (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). I cacciabombardieri, come ci ha illustrato oggi il Capo di stato maggiore dell'aeronautica, servono non solo per fermare la feccia, ma anche e soprattutto l'arciere. 
  Mi dispiace, Presidente, anzi, mi scusi, ne sono fiero, ma il nostro gruppo non è intenzionato ad avallare tanta mancanza di coraggio, tanta incapacità di saper prendere una decisione forte, diversa dal percorso che ci ha portato in questi anni qui, in Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)
  La mozione Speranza Brunetta non sospende un bel niente, rifiutando di votare la nostra mozione, che insieme ai parlamentari di SEL ed anche ad alcuni di voi del PD abbiamo presentato, di fatto voi accelerate l'acquisto degli F-35, come è dimostrato infatti anche dai recenti ordini fatti dal Governo degli Stati Uniti alla Lockheed per l'acquisto di ulteriori sette caccia da sommarsi ai già tre acquistati. 
  Concludo, volendo attualizzare un aforisma di John Lennon: combattere per la pace con le armi è come pagare una minorenne perché non si prostituisca (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà – Congratulazioni).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Scanu. Ne ha facoltà, per dieci minuti.

  GIAN PIERO SCANU. Signor Presidente, signori Ministri del Governo, colleghi, io credo che il modo migliore perché il Partito Democratico possa sottolineare l'importanza di questo momento possa sostanziarsi nella piena disponibilità, sapiente disponibilità, a non raccogliere le provocazioni che, nel corso del dibattito, gli sono state indirizzate. 
  Evidentemente, in quest'Aula, sono molti che pensano di raccogliere in bocca il punto di vista di Dio. Giusto per citare quel De Andrè che la collega grillina ha appena citato a proposito de «La guerra di Piero» (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Deputati !

  GIAN PIERO SCANU. Oppure, come amabilmente una persona pacifica (Commenti del deputato Fico)...

  PRESIDENTE. Deputati, cortesemente, facciamo esprimere il deputato.

  GIAN PIERO SCANU. ... amabilmente, come una persona pacifica, il collega che è intervenuto per conto di SEL, quando ci invitava a fare un buon uso e un buon esercizio della nostra coscienza. L'obbedienza non è più una virtù, caro collega, visto che lei ha avuto il buon gusto di ricordare Don Milani e il pessimo gusto di fare gli esami di moralità e di coerenza al nostro capogruppo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)
  Vede, caro collega, cari colleghi, in fondo, sta proprio qui la differenza tra laPag. 74professione di pace e la costruzione della pace (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico): così come Don Milani, opportunamente ricordato, ha speso la propria vita per portare la conoscenza in quel di Barbiana, consapevole del fatto che il primo nemico da battere dovesse essere l'ignoranza, perché è sull'ignoranza che nasce l'ingiustizia, la prevaricazione, la schiavitù: portare la conoscenza per fare di quei ragazzi, che erano ignoranti, operatori di pace attraverso l'esercizio della conoscenza, anche della conoscenza applicata nella politica. Noi non siamo salvatori della patria, ma non siamo qui per creare un sinedrio, o per arricchire il numero di farisei: sono sufficienti quelli che ci sono fuori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)
  Signor Presidente, signori del Governo, signor Ministro, questo dibattito è, per qualche verso, provvidenziale, perché ci serve un può a chiarirci le idee: la situazione che si è creata con l'entrata in vigore della riforma, la legge n. 244 del 2012, è completamente diversa da quella che è esistita per trent'anni in costanza della cosiddetta legge Giacché. In quei trent'anni, con l'esercizio di un'autoreferenzialità che spesso sconfinava persino nell'arbitrio, i Governi di turno e i consiglieri dei Governi di turno determinavano, perché era nella loro disponibilità, la politica militare, e determinavano il ricorso agli armamenti, nella qualità e nella quantità. 
  Oggi, per fortuna, non è più così: oggi è il Parlamento che ha finalmente questa titolarità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)
  E giusto per sottolineare che da questa parte non si è perso il buon uso del discernimento e l'esercizio della memoria, vorrei ricordare, a chi in Parlamento c'era e a chi non c'era nella passata legislatura, che questa riforma l'ha voluta il Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)
  Iniziamo, dunque, a chiarire esattamente come stanno i termini. Noi dobbiamo uscire dall'autoreferenzialità, il che vuol dire che non ci sarà più un Ministro – non me ne voglia, non è la mia una subdola, indiretta osservazione nei suoi confronti, ma lei è Ministro e, quindi, vale anche per lei – che possa dire: «Ho deciso di comprare tanti aerei, tanti carri armati e se poco a poco qualcuno mi provoca ne compro ancora di più». Sarà il Parlamento a decidere se e cosa acquistare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)
  E non c’è bisogno di fare esegesi, cari colleghi, visto che è stata messa in rilievo una parolina sulla quale gli ipercritici hanno ritenuto di dover costruire le loro fantasticherie. Quando si parla di ulteriore acquisizione, tanto per essere chiari, si parla del numero dei cacciabombardieri che non sono stati finora acquistati. E benché in questo senso ci sia bisogno – e questo la dice tutta su quanto sia stata provvidenziale la riforma operata dalla legge n. 244 del 2012 – di contare, perché ancora non c’è una contabilità ufficiale, il numero dei bombardieri, degli F-35, effettivamente acquistati, va da sé che se gli F-35 acquistati erano e sono 3, o sono 7, o sono 10, non potrà essere acquistato un solo cacciabombardiere senza che lo abbia deciso il Parlamento(Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)
  E questa non è un'interpretazione originale del nostro partito, questa è una lettura corretta e fedele che come maggioranza riteniamo di dover dare. Il fatto che il nostro partito abbia voluto concorrere, insieme agli altri della maggioranza, alla predisposizione di una mozione unitaria, testimonia della volontà di percorrerla insieme questa strada. E i giorni che il Partito Democratico ha trascorso – giorni – per maturare una propria posizione non sono stati giorni gettati alle ortiche che crescono nel campo dei rissosi. Sono stati giorni di tormento, di partecipazione, di dubbio, di sofferenza. Sono stati giorni nei quali è stata esercitata non solo la ragione, ma anche la capacità del cuore di tener conto di quello che è il mondo che noi stiamo vivendo(Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).Pag. 75
  Perché, signor Ministro, signor Presidente, noi riteniamo che con la parlamentarizzazione di queste procedure si possa finalmente dare una risposta piena al Paese. Il Paese ci chiede di non sprecare i quattrini, il Paese ci chiede di non spendere male i soldi, il Paese ci chiede (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)... Presidente, è un po’ difficile parlare con queste provocazioni (Commenti dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Cortesemente. Mi scusi, deputato. Io mi compiaccio del fatto che il suo intervento ha portato una calma insolita in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi, la invito ad andare avanti.

  GIAN PIERO SCANU. Grazie, Presidente, il Paese ci chiede di non dare niente per scontato. Il senso della nostra mozione è questo: da oggi in poi cambia tutto, da oggi in poi non ci saranno più santuari e non ci saranno autoreferenzialità, tutte le decisioni saranno prese dal Parlamento (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Deputati !

  GIAN PIERO SCANU. Quando il nostro Paese, come lo è ora, sarà chiamato ad esercitare il discernimento sulla qualità della spesa da fare, se privilegiare la spesa sociale o la spesa militare, ritengo che il Parlamento, se sarà un Parlamento di donne e di uomini liberi, saprà come scegliere (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia – Congratulazioni).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cirielli. Ne ha facoltà, per due minuti.

  EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, colleghi, signor Ministro, noi abbiamo ancora due minuti e mezzo come gruppo e io volevo intervenire perché, dopo aver ascoltato gli interventi della maggioranza, dei gruppi principali della maggioranza, segnatamente del PD, dell'onorevole Scanu, e del PdL, dell'onorevole Cicu, ma anche apprezzando l'impegno del signor Ministro e la sua coerenza per difendere intelligentemente gli impegni internazionali e la difesa della Patria, pur essendo perfettamente convinti della bontà della nostra mozione, intendiamo ritirarla. Intendiamo ritirarla perché ovviamente vogliamo sostenere l'azione del Governo, perché anche noi vogliamo che le scelte strategiche dell'Italia siano assunte in Parlamento e non in altre sedi. Ricordo che nella scorsa legislatura tutti i gruppi della Commissione difesa, con un'indagine conoscitiva, hanno voluto la nuova legge che parlamentarizza le scelte strategiche della nazione in tema di armamenti. Abbiamo sentito molta demagogia e molta ignoranza sul tema specifico. Non voglio utilizzare le parole, non soltanto dei latini, ma di un collega del PD, si vis pacem, para bellum, per dire della bontà della scelta. Mi avvio alla conclusione, ma voglio soltanto dire che il futuro tecnologico è nell'aria e significa un arretramento dell'investimento, significa fare emigrare molti giovani ingegneri se questo progetto verrà bloccato, non soltanto mille posti di lavoro, ma ce ne sono altri 10 mila. E non è vero che non ci sono sanzioni, perché tutti i Paesi impegnati nel progetto potrebbero farci causa. Attualmente dobbiamo mantenere gli impegni già assunti, ed è giusto dire che non ce ne sono di nuovi e non ce ne saranno di nuovi fintanto che il Parlamento non potrà esprimersi, atteso che il tema sicuramente per demagogia è stato ampliato in maniera negativa. Quindi, noi preannunziamo il voto favorevole sulle mozioni di maggioranza.

  PRESIDENTE. La ringrazio e prendo atto del ritiro della mozione del suo gruppo. 
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Crippa. Ne ha facoltà, per due minuti. La prego di stare nei tempi.

Pag. 76

  DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, per ragioni di tempo entro solo nel merito del sogno occupazionale, provenendo io dalla provincia di Novara. In provincia di Novara molti sindaci creduloni hanno abboccato all'amo del rilancio occupazionale derivante dal programma F35 per la sede di Cameri. Ormai è chiaro che stiamo parlando solo di spostamento di personale operativo già impiegato altrove. A febbraio 2012 un giornale locale riporta il giudizio lapidario dei sindaci creduloni dei comuni limitrofi all'area militare, ovviamente sindaci non «5 Stelle». È una grande illusione perché in tanti, anche i miei concittadini, ci avevano creduto. Hanno sempre dato numeri molto roboanti che oggi vediamo essere drasticamente smentiti. Arrampicandosi sugli specchi, i sindaci creduloni continuano: sono comunque positive per il territorio quelle legate alla presenza dei lavoratori nei cantieri, penso alle trattorie e ai ristoranti della zona, che già oggi riscontrano un aumento della clientela. Smettiamola di parlare di numeri a caso, grazie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Smettiamola di rimandare scelte in là nel tempo solo per il fatto che arrivate, cari colleghi, impreparati alla questione e, come studenti, a giugno vi rimandate a settembre, sperando che sotto l'ombrellone riusciate a trovare il tempo di studiare per superare il debito formativo maturato(Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Di Battista. Ne ha facoltà, per due minuti (Commenti). Colleghi, cortesemente.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Grazie dell'accoglienza ! Signor Presidente, noi non ce la prendiamo, stavolta, con i deputati del PdL. Loro sono coerenti, gli va riconosciuto: sono in Parlamento per occuparsi dei loro affari e del loro padrone, e lo stanno facendo molto bene (Commenti dei deputati del gruppo Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente)...

  PRESIDENTE. Cortesemente, deputati...

  ALESSANDRO DI BATTISTA. ... con sapienza e professionalità.

  MAURIZIO BIANCONI. Imbecille ! Non lo puoi dire !

  PRESIDENTE. Deputato Di Battista, un attimo, si fermi. Le fermo il tempo. (Commenti del deputato Bianconi).
  Deputato, la prego, così sta peggiorando la situazione. Intervengo io ! La prego, sta peggiorando la situazione.

  MAURIZIO BIANCONI. Non gli deve far dire quelle cose lì !

  PRESIDENTE. Deputato Di Battista, la prego di tenere un tono e un'argomentazione consoni a questo dibattito, senza offendere nessuno. Lo stesso vale per lei, però, deputato Bianconi. Non è il caso di urlare e non è il caso di rivolgere queste offese (Commenti del deputato Bianconi). Non è il caso di fare così ! Possiamo andare avanti ? Prego, deputato Di Battista.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Noi ce la prendiamo con il Partito Democratico, il partito delle deroghe infinite, le deroghe ai propri ideali: partito «derogatico», sarebbe meglio chiamarlo. Il Partito Democratico: il partito delle promesse violate (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), dell'ipocrisia, dell'ipocrisia, dell'ipocrisia, e l'ho detto tre volte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)
  Il partito che emargina la parte migliore e che sottostà ai diktat del presidente Brunetta. Gli F35 sono uno strumento di morte: molti deputati del PD lo hanno dichiarato in campagna elettorale, hanno preso i voti con queste promesse e adesso votano una mozione ridicola, che è una vera e proprio «supercazzola», scusate...

  PRESIDENTE. Deputato !

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  ALESSANDRO DI BATTISTA. ... che dice, dice e non dice niente ! È la verità, è la verità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente) !

  PRESIDENTE. Così non andiamo avanti !

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Non lo dico più. Era solo per rendere l'idea (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Cortesemente...

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Invitiamo i dissidenti del PD a tirare fuori, almeno per questa volta, il coraggio, perché chi nasconde la testa sotto la sabbia non è soltanto pavido, ma è colluso con questo scempio del Governo dell'inciucio perenne(Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico), e l'onestà, anche intellettuale, tornerà di moda (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – dai banchi dei deputati del gruppo Partito Democratico si grida: «Buffone ! Buffone !») !

  PRESIDENTE. No, così non andiamo avanti ! Quando abbiamo finito, cortesemente... colleghi, vi richiamo all'ordine, cortesemente. Questa mattina ho invitato alcuni deputati a non fare interventi che accogliessero provocazioni o che fossero provocatori, e lo stesso vale in questo momento. 
  Quindi, andiamo avanti. Cortesemente, vi invito a tenere comunque, nell'interesse dei lavori della Camera, la calma in Aula. Grazie. Credo di avere sempre garantito tutti durante la mia Presidenza. Grazie. 
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pisano. Ne ha facoltà.

  GIROLAMO PISANO. Signor Presidente, vorrei riportare questo tema nell'ambito di una discussione di tipo industriale ed economico, senza nulla togliere alle discussioni etiche che sono state fatte, che sono importantissime. Parliamo del piano industriale: questo aereo doveva costare 45 milioni di euro. Ultimamente, si parla di 165 milioni di euro e alcune stime americane parlano di 200 milioni di euro per acquisire un unico aereo. 
  Per la sua manutenzione ci vorranno 135 milioni di euro ad aeroplano. Quindi, parliamo di altri 12 miliardi sui 90 aerei previsti. Non saranno mai pronti, e comunque non prima del 2015, e saranno sottoposti a dei tali cicli di manutenzione che non potranno volare più di 15 ore alla settimana. 
  Qualsiasi pilota non avrà la possibilità di addestrarsi sufficientemente su questi aerei, ammesso che saranno mai pronti, perché ha bisogno di un periodo di almeno 35-40 ore di volo alla settimana. Vi ricordo che...

  PRESIDENTE. Deputato, dovrebbe concludere.

  GIROLAMO PISANO. .... solo il 70 per cento delle ali di questi aerei verrà prodotto in Italia. Gli ingegneri di Torino hanno definito come «minutaglia» il lavoro che noi faremo in Italia. 
  Il costo per posto di lavoro, posti che non supereranno comunque i duemila totali...

  PRESIDENTE. Deputato, ha esaurito il tempo. Le devo togliere la parola, mi dispiace. 
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Argentin. Ne ha facoltà.

  ILEANA ARGENTIN. Sì, Presidente, intervengo per dire che sono molto fiera di essere del Partito democratico. Lo sono(Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e oggi più che mai, e rivendico il fatto che noi abbiamo nel nostro DNA sicuramente una serie di errori, ma la verità è che noi, al di là delle cose, non stiamo dietro né alla sanità né al sociale quando ci fa comodo, ma perennemente,Pag. 78perché non andiamo cercando farisei all'esterno, né tanto meno gente per il consenso. 
  Noi oggi siamo qui a dare una prova di responsabilità verso il Paese, che va al di là di quanto continuano a dire e a negare. Ho la vanità di rivendicare fortemente che la nostra decisione è una decisione corretta, democratica e parlamentare, visto che, come partito di maggioranza, non possiamo tirarci indietro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Gandolfi. Ne ha facoltà.

  PAOLO GANDOLFI. Rinuncio, Presidente.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato D'Ambrosio. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Grazie, Presidente. Oggi volevo dire che anche noi del MoVimento 5 Stelle siamo fieri, fierissimi di essere nel MoVimento 5 Stelle e anche di essere definiti, da qualcuno che pensa in questo modo di poterci offendere, «grillini», perché il «grillino» è un modo di essere, è un modo di essere che oggi ci porta qui dentro a non accettare alcuna lezione di democrazia da tutti coloro che oggi compongono questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).Perché non accettiamo nessuna lezione di democrazia ? Perché quando si parla degli F-35 come costruzione della democrazia, basta vedere i risultati che l'Occidente ha portato in Iraq e in Afghanistan, quando parliamo di questi mezzi portatori di pace. 
  Inoltre, voglio dire una cosa: proprio oggi nel momento in cui si parla dall'alto del Partito Democratico del fatto che i cittadini ci chiedono di spendere questi soldi in maniera attenta, proprio oggi, nel momento in cui il Governo Letta parla di misure sul lavoro, al Senato viene bocciata...

  PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. ... la nostra richiesta – sì, ho terminato, Presidente – di creare in Italia una cosa che, sì, è da Paese civile: il reddito di cittadinanza. E allora io, sì, sono fiero di far parte del MoVimento 5 Stelle e mi vergogno invece delle istituzioni italiane quando fanno questo. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti... Marazziti, chiede di intervenire a titolo personale ?

  MARIO MARAZZITI. Sull'ordine dei lavori, la ringrazio, Presidente. Visto che passiamo ai voti. Perché ricordo all'Aula che, se si interviene a titolo personale durante le votazioni, è eventualmente per motivare una posizione diversa da quella del proprio gruppo. La ringrazio.

  PRESIDENTE. Sì, sì, lo sappiamo benissimo. Gli assistenti mi hanno detto il suo nome prima di passare ai voti. Grazie. Passiamo ai voti... Fratoianni, prego.

  NICOLA FRATOIANNI. Mi scusi, Presidente, ma visto che...

  PRESIDENTE. Mi dicono che se ne sono dimenticati... Prego.

  NICOLA FRATOIANNI. Sono rimasto molto colpito dalla discussione che abbiamo fatto e lo voglio dire pur da una posizione evidentemente diversa e nel rispetto di tutte le posizioni – naturalmente ognuno poi si assume le sue responsabilità –: ho molto apprezzato alcuni dei passaggi che l'onorevole Scanu ci ha proposto; in particolare, il suo appassionato appello a un Parlamento che recupera, con la riforma che la legge n. 244 del 2012 ci ha proposto, la centralità del ruolo parlamentare. Lo condivido. Detto questo – e concludo subito, portando via pochissimo tempo –, io avevo capito che questo fosse un Parlamento e quindi, oltre a richiamare la centralità parlamentare, mi sareiPag. 79aspettato che dal suo intervento fosse uscita qualche considerazione di merito, una valutazione. Non capisco, francamente, non abbiamo capito, perché il Parlamento, che giustamente ha centralità, oggi non può prendere una decisione ed è costretto nuovamente a rinviare (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gandolfi. Ne ha facoltà.

  PAOLO GANDOLFI. Grazie Presidente. Intervengo per fatto personale, in quanto io ero intenzionato ad astenermi sulla mozione presentata da SEL ed altri e l'unica rimasta di opposizione. A seguito anche degli interventi offensivi nei confronti del gruppo e di chi appartiene a quel gruppo, volevo semplicemente comunicare che cambierò il mio voto e voterò contrariamente alla mozione di minoranza, perché la dignità vale per tutti, compreso per noi (Applausi).

  PRESIDENTE. Ovviamente è un intervento a titolo personale, non per fatto personale come lei ha detto. La ringrazio.

(Votazioni)

  PRESIDENTE. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico. Passiamo ai voti. 
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Marcon, Spadoni, Beni, Sberna ed altri n. 1-00051, su cui il Governo ha espresso parere contrario. 
  Dichiaro aperta la votazione. 
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Vecchio, Spadoni, Sannicandro, Pagano, Cicchitto, Gasbarra, Vitelli, Baretta... 
  Dichiaro chiusa la votazione. 
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  516    
   Votanti  514    
   Astenuti    2    
   Maggioranza  258    
    Hanno votato   136     
    Hanno votato no   378     
  (La Camera respinge – Vedi votazioni).

  (I deputati Fossati, Gadda, Zampa, Beni e Pastorino hanno segnalato che avrebbero voluto astenersi).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Speranza, Brunetta, Dellai, Pisicchio e Formisano n. 1-00125, su cui il Governo ha espresso parere favorevole. 
  Dichiaro aperta la votazione. 
  (Segue la votazione).

  Cani, Taricco, Vitelli, Rocchi, Luigi Gallo... 
  Dichiaro chiusa la votazione. 
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  533    
   Votanti  530    
   Astenuti    3    
   Maggioranza  266    
    Hanno votato   381     
    Hanno votato no   149.     
  (La Camera approva – Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Vedi votazioni).