L'ordine del giorno per gli Enti Locali

Uno spunto di mobilitazione per i territori, da proporre a Giunte e Consigli del proprio Comune, Provincia, Regione.

Il presente testo di ordine del giorno per gli Enti Locali (comuni, province, regioni) deve intendersi come uno spunto per il coinvolgimento degli attori territoriali in questa mobilitazione contro lo spreco dei caccia F-35. Spesso gli organismi locali, i più vicini al cittadino per sostegno ai diritti ed erogazione di servizi, sono tra i primi bersagli di una politica della spesa pubblica che privilegia le spese militari a scapito delle necessità più importanti per le cittadine e i cittadini.

Ciascun Ente Locale potrà ovviamente modificare (integrandolo con i dati particolari della propria situazione) il seguente testo; l'unica richiesta di "Taglia le ali alle armi" è che qualsiasi approvazione venga segnalata al coordinamento della Campagna e che ne venga data la massima diffusione pubbica.

 

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Ordine del Giorno contro l’acquisto dei cacciabombardieri F35

 

Il Consiglio (la Giunta) …………………………….

PREMESSO CHE :

- l’art. 11 della nostra Costituzione recita: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali ”;

- il nostro Paese sta attraversando una gravissima crisi finanziaria ed economica che sta provocando un forte aumento della povertà, della disoccupazione, del disagio e dell’insicurezza sociale i cui segni sono già ben visibili sul nostro territorio;

- negli ultimi anni è stata realizzata una drastica  riduzione della spesa pubblica e in particolare dei fondi a  disposizione in settori di vitale importanza per i cittadini come la  sanità e l’istruzione;

- i tagli agli Enti Locali e alle Regioni nel periodo 2011 - 2013 superano  i 33 miliardi di euro e hanno compromesso la  loro capacità  di  fornire  risposte  concrete   ed   efficaci   alle necessità fondamentali dei cittadini e delle famiglie;


CONSIDERATO CHE negli ultimi decenni i problemi della sicurezza economica, sociale e ambientale hanno assunto una  posizione prioritaria rispetto a quelli della difesa militare e che gli stati hanno sempre più difficoltà ad assicurare la necessaria coesione sociale ed economica e quindi a mantenere la pace interna;

RICORDANDO CHE l´ONU è da tempo impegnata ad ampliare la dimensione umana del concetto di pace e sicurezza includendovi  il benessere economico, stabilità politica, democrazia, sviluppo, pace sociale, diritti umani e bisogni  primari quali educazione, salute, alimentazione, alloggio;

CONSIDERATO CHE l´Italia partecipando al programma internazionale Joint Strike Fighter (JSF)  aveva previsto nel 2002 di acquistare 131 cacciabombardieri denominati F-35 poi ridotti a 90 nell’anno 2012, per un costo complessivo stimato di circa 14 miliardi di euro a cui si deve sommare un costo d’uso e di manutenzione valutato in oltre 40  miliardi di euro;           

CONSIDERATO CHE si tratta di un’arma da guerra con capacità di trasporto di ordigni nucleari palesemente in contrasto sia con l´articolo 11 della Costituzione italiana che con  la Carta  dell´Onu;

CONSIDERATO CHE, anche secondo il Pentagono, l´aereo deve ancora risolvere numerosi problemi tecnici mentre continuano a lievitare i suoi costi e che le ricadute occupazionali in Italia sono alquanto basse e incerte;

CONSIDERATO CHE diverse nazioni partner del progetto JSF stanno rivedendo i loro programmi di acquisto anche rinviandoli nel tempo - in particolare Regno Unito Turchia, Australia – mentre il Canada ha bloccato la sua partecipazione e in Olanda un voto del Parlamento ha chiesto al proprio Governo di fare lo stesso;

CONSIDERATO CHE il nostro Paese ha speso nel 2012 oltre 23 miliardi di euro per la Difesa la quale vedrà nel 2013 aumentare (in netta controtendenza con tutti gli altri dicasteri) di oltre un miliardo la propria dotazione; il nostro Paese, secondo la classifica dell’istituto di ricerca internazionale SIPRI, si colloca al decimo posto al mondo per spese militari (anno 2012);

RICORDANDO l´appello lanciato dalla Marcia Perugia-Assisi per la pace e la fratellanza dei popoli del 25 settembre 2011 alla quale hanno partecipato oltre duecentomila persone;

PRESO ATTO delle proposte avanzate da numerose organizzazioni della società civile e in particolare dalla “Rete Italiana per il Disarmo”, “Sbilanciamoci” e “Tavola della Pace” riunite nella campagna “Taglia le ali alle armi” che invitano a ridurre le spese militari come sta succedendo in tutti i paesi occidentali;

                                                   

CHIEDE

al Parlamento e al Governo di non procedere all’acquisto dei  cacciabombardieri F35 destinando i soldi risparmiati al rilancio e  allo sviluppo del Paese, per il lavoro, la scuola, la salute e la giustizia sociale;

 

CHIEDE

di procedere ad una rapida revisione e riduzione  complessiva della spesa militare ridefinendo altresì, in modo aperto  e democratico, una nuova politica di sicurezza e una rinnovata  politica estera italiana ed europea coerenti con il dettato della  nostra Costituzione e la Carta delle Nazioni Unite.
 
 

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La presente mozione viene  inviata al Presidente del Consiglio, ai Presidenti e capigruppo di
Camera e Senato, ai Parlamentari dei territorio, nonché al Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani e alla Campagna "Taglia le ali alle armi".