"Le bombe italiane verso l'Arabia Saudita". Incontro a Trieste
Dibattito sulle spedizioni di bombe dal porto di Trieste lunedì alle 18 con Giorgio Beretta dell'Osservatorio sulle armi al Centro multiculturale italosloveno di via Valdirivo 30
Continua l'attività a Trieste e nel resto d'Italia contro le avventure belliche nel Mediterraneo, e in particolare contro il prossimo intervento militare in Libia.
Dopo il Presidio degli scorsi giorni in Piazza della Borsa del comitato "Trieste per la pace contro le guerre" durante il quale i cittadini sono stati informati delle tragedie belliche in corso e dei profughi da queste provocate, si svolge oggi la XX edizione della Via Crucis Pordenone - base Usaf di Aviano che coinvolge il mondo cattolico.
La base pordenonese ospiterà altri 300 specialisti americani e le nuove bombe nucleari a pilotaggio remoto, adatte al lancio dai costosissimi e impopolari F-35 e parte di una nuova guerra fredda contro la Russia.
Il porto nucleare militare di Trieste è uno degli scali da dove partono armi e munizioni che alimentano le guerre in corso, come evidenziato con una denuncia presentata all'autorità giudiziaria anche nella nostra città.
È stato quindi indetta per approfondire l'argomento la conferenza dibattito “Il traffico di armi italiane nei paesi in guerra”, col giornalista dell'OPAL – Osservatorio permanente sulle armi leggere Giorgio Beretta, lunedì 14 marzo alle 18 in via Valdirivo 30. Cui seguirà un apericena tra i simpatizzanti del comitato per la pace contro le guerre.
Dopo la presentazione della denuncia al Tribunale di Trieste per la violazione della legge 185 sull'esportazione di armi dall'Italia, Beretta porterà nel dibattito di domani nuovi dati sulle spedizioni di bombe dal porto di Trieste, verso la coalizione a guida saudita che le sta utilizzando contro la popolazione yemenita.
Dobbiamo aspettarci una escalation graduale della guerra in Libia fino alle elezioni di primavera, in modo da assuefare la gente all'80% contraria, alla "necessità" vitale di una rapina del petrolio, del gas e degli investimenti finanziari libici nelle imprese e nelle banche italiane.