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Ramonda: "Serve un Ministro della pace"

Dal convegno “La Miglior difesa è la pace” una forte spinta a introdurre il “diritto alla pace” e un modello di difesa alternativo a quello militare.
Fonte: Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII - 15 febbraio 2014

«Renzi, se andrai al Governo metti un Ministero della Pace, ma soprattutto un ministro che creda veramente alla pace». È la proposta lanciata da Giovanni Ramonda, responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII, al convegno “La miglior difesa è la pace” in corso a Rimini. Ai 500 giovani presenti in sala, Ramonda ha rivolto un invito: «Ribellatevi! Trasgredite! come diceva don Oreste Benzi» ma – proprio ricordando il sacerdote per cui è arrivato nei giorni scorsi il nulla osta dalla Congregazione delle Cause dei Santi per procedere con il processo di beatificazione – ha proposto una scelta nonviolenta a 360 gradi: «Lo Stato che finanzia le armi, arma anche i medici del bisturi con cui uccidono i bambini nel seno materno, ed è un vero massacro».

«Il movimento per la pace non deve limitarsi ad opporsi alla struttura militare ma intervenire a livello di dottrina militare e di strategie con proposte precise», ha sottolineato Sergio Finardi, direttore del Centro di Ricerca Transarms di Chicago, mentreAntonio Papisca, responsabile del Centro per i Diritti Umani dell’Università di Padova, ha evidenziato l’importanza di agire a livello giuridico internazionale: «Tutti ritengono la pace un diritto, ma la pace non figura tra i diritti fondamentali dell’uomo. A Ginevra un gruppo di lavoro ha elaborato un documento sul diritto dei popoli e della persona alla pace, che però sta trovando molte opposizioni, perché da questo diritto deriverebbero molti doveri, come il dover procedere al disarmo, e il fatto che la guerra diventerebbe illegittima». «In Italia però molti enti locali – ha detto Papisca – comuni, province e anche qualche regione, hanno già introdotto questo diritto anticipando di fatto il diritto internazionale. Hanno perciò titolo di intervenire accanto a quanto stanno facendo molte ONG, tra cui la Comunità Papa Giovanni XXIII».

Convegno Pace «La pace non solo è giusta ma anche conveniente» ha detto Francesco Vignarca, economista: «Uno studio americano ha evidenziato come per ogni milione di dollari investiti nel settore militare si hanno 8,3 posti di lavoro, mentre se si investe in costruzioni e strutture se ne hanno 11,8, in tecnologie rinnovabili 12, in cure sanitarie 14,3, in educazione pubblica 15,5. Eppure ci si preoccupa quando un ammiraglio denuncia che abbiamo navi vecchie di 30 anni ma non quando si denuncia che abbiamo strutture scolastiche fatiscenti».

Dal convegno anche esperienze concrete di intervento alternativo nei conflitti. «All’inizio degli anni ’90, con la Guerra nei Balcani, si sono affermate le prime esperienze di intervento civile nonviolento come l’Operazione Colomba, e i primi obiettori di coscienza che hanno partecipato a missioni civile di pace disobbedendo alle leggi allora vigenti – ha detto Nicola Lapenta, responsabile dei servizio civile per la Comunità Papa Giovanni XXIII –. Da allora ci sono state molte esperienze nonviolente condotte in zone di conflitto. Ora con la recente introduzione nella legge di stabilità di un finanziamento a favore di corpi civili di pace è avvenuto un fatto storico e si può verificare un effetto moltiplicatore da cui potrebbe emergere un nuovo modo di intendere la Difesa, alternativo al modello militare».

Tra le testimonianze in sala anche quella del Costa Rica, primo Stato del mondo ad aver rinunciato all’esercito, nel 1949.

Non sarà presente invece questa sera il ministro Cecile Kyenge, che ha comunicato l’impossibilità a partecipare.

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