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Ora basta Cluster: azione globale di protesta contro l’uso di bombe a grappolo

L'Italia faccia la sua parte nella necessaria presa di posizione e provvedimenti da parte degli Stati nel CCW
16 novembre 2011
Fonte: Campagna italiana contro le Mine

I Governi dovrebbero supportare la Convenzione sulle Munizioni a Grappolo creata nel 2008 e non focalizzare la loro attenzione sulla creazione di una nuova legge internazionale volta a disciplinare diversamente l’uso di questi ordigni.  E’ quanto dichiara la CMC a due settimane dall’inizio di una negoziazione iniziata dalle Nazioni Unite a Ginevra.
Cluster bombs
“I Paesi che oppongono resistenza alla Convenzione per la messa al bando delle Cluster  devono opporsi alla creazione di una nuova legge internazionale che esplicitamente permette l’uso  di munizioni a grappolo” dichiara Steve Goose , presidente della CMC e  Direttore Esecutivo della Divisione Armi per la Human Rights Watch. “Le munizioni cluster sono già state messe al bando tre anni fa a causa degli inaccettabili danni causati alla popolazione civile. Alla luce di questo, è riprovevole anche solo pensare di poter creare una nuova legge che tolleri il loro utilizzo” aggiunge il presidente.

I rappresentanti diplomatici di circa 100 Paesi si incontreranno a Ginevra dal 14 al 25 novembre 2011 per la Quarta Conferenza di revisione della Convenzione sulle Armi Convenzionali (CCW) in seno alla quale il primo punto di discussione sarà concludere una negoziazione su un nuovo protocollo che potrà permettere l’uso, la produzione , il commercio o lo stoccaggio di munizioni a grappolo.
I rappresentanti delle Campagne nazionali e internazionali a supporto della Convenzione  sulle munizioni a grappolo stanno concentrando la loro azione di pressione sui Governi affinché questi sostengano la Convenzione già esistente (che ricordiamo conta 111 firme e  66 ratifiche) e blocchino la creazione di una nuova legge da parte della CCW.
La CMC e il movimento globale  Avaaz che agisce via web hanno raccolto mezzo milione di firme tra la società civile invitando I cittadini a sostenere la protezione dei civili e contrastare l’azione della CCW.

“Esiste una enorme protesta globale e ciò dimostra che la società civile e i singoli cittadini abbracciano completamente la nostra causa, le bombe a grappolo uccidono i civili e ogni nazione ha il dovere di metterle al bando e chi a firmato e sottoscritto la Convenzione, come il nostro Paese, deve evitare di assecondare i Paesi che promuovono il sistematico indebolimento della Convenzione per interessi puramente economici anche se contrabbandati come legati a problemi strategici e di sicurezza. Il diritto alla vita dei civili coinvolti loro malgrado in guerre non si baratta con gli arsenali del 1980” dichiara Giuseppe Schiavello Direttore della Campagna Italiana - ci auguriamo che, almeno in questo caso, l'Italia dimostri fermezza e chiarezza senza farsi trascinare dai Paesi di cui la mancanza di adesione alle convenzioni sul disarmo umanitario oggettivamente non è una novità" conclude Schiavello

Dei  119 paesi che hanno preso parte alla CCW , 76 hanno anche  firmato la Convenzione sulle munizioni a grappolo, e quindi sono già vincolati da questa. Nonostante questo supportano la creazione del nuovo protocollo, come ad esempio Francia, Germania, Australia e Regno Unito.
Il nuovo protocollo della CCW mette in pericolo quanto sancito dalla Convenzione, in quanto proporrà eccezioni, scappatoie, differimenti  rispetto a quanto previsto dalla Convenzione in merito alla messa al bando, ai tempi di distruzione degli stock e alle modalità di bonifica.

Nella fattispecie il nuovo protocollo proporrà:

Un'eccezione che permetta l'uso continuato di munizioni a grappolo prodotte dopo il 1 gennaio 1980. In altre parole, il protocollo vieta solo munizioni a grappolo vecchie di più di 30 anni, e quindi di improbabile utilizzo odierno.

una deroga che consenta l'utilizzo di munizioni a grappolo con un tasso di fallimento dell’ 1per cento o meno. Tassi di fallimento reale di munizioni a grappolo in situazioni di combattimento sono di gran lunga superiori ai tassi di fallimento dichiarati sulla base dei test condotti. L'M85 di fabbricazione israeliana utilizzata in Libano nel 2006, ad esempio, è dichiarata  con   tasso di fallimento inferiore all’1%, ma i dati provenienti dal campo dimostrano che il tasso di fallimento e quindi di inesplosione al suolo è stato superiore al 10%
  Campagna Mine
una deroga che permetta l’uso di munizioni a grappolo con sistemi di auto-distruzione.  E’ stato rilevato però che anche le munizioni fabbricate con questo meccanismo lasciano molte sub-munizioni inesplose che costituiscono ugualmente un pericolo per i civili e inquinano i territori, contrariamente a quanto dichiarato dalle aziende produttrici

un periodo di dilazione di 12 anni che consentirà agli Stati di continuare a utilizzare munizioni a grappolo che poi saranno vietate dal protocollo stesso. Il protocollo afferma di voler affrontare con "urgenza" il pericolo umanitario causato dalle munizioni a grappolo, ma di fatto consentirà agli Stati di rinviare lo stop all’utilizzo per almeno 12 anni, durante i quali gli Stati potranno tranquillamente e impunemente  continuare ad utilizzare munizioni a grappolo, delle quali però si riconoscono gli inaccetabili danni umanitari.
 
La CMC, che ha seguito queste negoziazioni sin dall’inizio, parteciperà con una delegazione di esperti  alle trattative per tutta la durata dei lavori della Conferenza di Revisione.

Note: Per maggiori informazioni www.campagnamine.org
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