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La portaerei Cavour verso Haiti: una decisione incomprensibile

Appello della Tavola della Pace e della Rete Italiana Disarmo: Il Ministro della Difesa e il Parlamento chiariscano subito obiettivi, modalità, tempi e costi della missione
Fonte: Rete Italiana per il Disarmo - Tavola della Pace - 22 gennaio 2010

Mentre ad Haiti si continua a morire per la mancanza di medici ed equipaggiamenti e la macchina mondiale dei soccorsi è in grave ritardo, il Governo italiano ha deciso di inviare oltreoceano la nave portaerei Cavour salpata martedì 19 gennaio dal molo di Fincantieri al Muggiano (La Spezia). Una decisione incomprensibile che suscita numerosi interrogativi. Era proprio necessario mandare una nostra portaerei così lontano? Oppure dovevamo intervenire in altro modo, con altri mezzi? Portaerei Cavour in partenza
Inviare ad Haiti la nostra più grande nave militare, la più imponente macchina di guerra galleggiante di cui disponiamo, non è una cosa da poco eppure l’intera operazione è circondata da scarsissime informazioni. Trattandosi di un’operazione di notevole rilevanza nazionale e internazionale, ci saremmo aspettati una precisa informazione sia sull’effettiva necessità dell’impiego della portaerei e sulle modalità e tempistica della missione: affermare che lo scopo della missione è quello di “fornire una base d’appoggio per le squadre di operatori italiani e di altri Paesi partner presenti” ci appare infatti alquanto riduttivo.

Gli interrogativi sono tanti.

1. Sulla effettiva necessità della portaerei Cavour e l’approvazione della sua missione. Chiediamo, nello specifico, di sapere da quale organismo sia pervenuta all’Italia la richiesta di inviare una portaerei. E, in mancanza di tale richiesta specifica, perchè e da chi sia stato deciso l’impiego di una portaerei militare invece che di altri supporti militari o della Protezione Civile atti allo scopo. Finora il Ministro della Difesa, La Russa ha parlato solo di “operazione congiunta con il Ministero della Difesa brasiliano” senza specificare la necessità e l’origine di tale richiesta.

2. Sulle modalità d’impiego e la tempistica dell’operazione. Le dichiarazioni alla stampa del Ministro della Difesa in merito sono state alquanto vaghe: il Ministro La Russa ha parlato di “missione di aiuto a tutta la popolazione, ma in particolare i bambini orfani che sono tanti e che vanno supportati. Mi piacerebbe riempire la nave di questi bambini e - nel rispetto del diritto internazionale - portarli in Italia magari per dei progetti di affidamento” (Adnkronos 16 gennaio). Nessuna dichiarazione in merito alle effettive modalità operative e alla tempistica della missione.

3. Sui costi e il loro sostegno. Su questi punti il Ministro La Russa, interrogato dalla stampa, è stato più eloquente ma non esaustivo. E soprattutto ha svolto alcune dichiarazioni alquanto singolari sulle quali chiediamo siano necessari specifici chiarimenti. Ci riferiamo - nello specifico - alle dichiarazioni rilasciate dal Ministro al Muggiano (La Spezia) dopo il saluto al contingente militare nelle quali ha dichiarato che “la missione ad Haiti si può svolgere grazie anche alla collaborazione di aziende che hanno contribuito a sostenere i costi alleviando anzi quasi annullando la necessità di risorse aggiuntive” (dichiarazione video ripresa da CDS disponibile sul sito www.cittadellaspezia.com/videogallery/Ministro-La-Russa-ai-microfoni-2-190.aspx). Nel merito - ha aggiunto il Ministro - “Le aziende saranno in grado di coprire il 90% dei costi dell’operazione e si tratta di società come Finmeccanica, Fincantieri, Eni, molte di queste che lavorano con il militare e che hanno realizzato questa nave” (Agi, 19 gennaio). Si tratta di costi “di 200 mila euro al giorno quando l’unità è in navigazione, molto meno quando è ferma in porto”. Il Capo di Stato Maggiore della Marina, Paolo La Rosa, ha aggiunto che “i costi dipenderanno dai tempi che via via verranno presi. Il 40% delle spese, comunque, riguarda il carburante”.

La rilevanza dell’argomento non è secondaria sia per la spesa sia, soprattutto, per la modalità: la copertura dei costi della missione da parte delle aziende. Nello specifico chiediamo:

a) quali e quante sono le aziende che hanno ufficialmente formalizzato la disponibilità alla copertura dei costi della missione? Al riguardo rileviamo ad oggi non vi è comunicazione nel merito né alla stampa né sui siti delle aziende menzionate dal Ministro (Finmeccanica, Fincantieri, Eni).

b) a cosa si riferisce il Ministro quando parla di “coprire i costi”? Solo alle spese per la navigazione della portaerei? Per il materiale inviato? Per il contingente inviato? E le altre spese in che modo saranno coperte e da chi? In merito a tutto questo chiediamo che venga prevista un dettagliato resoconto sia al Parlamento che alla cittadinanza.

c) perché e da chi è stata approvata la modalità di copertura dei costi da parte delle aziende? E’ stata fatta una qualche forma di bando pubblico o sarà fatto? E quali aziende potranno aderirvi? Solo quelle “che lavorano con il militare e che hanno realizzato la nave”?

La sponsorizzazione privata di una “missione umanitaria” promossa dal Ministero della Difesa che coinvolge mezzi e personale militare è una assoluta novità che necessita la massima trasparenza.
E’ possibile gestire una simile operazione senza un’adeguata comunicazione al Parlamento e alla cittadinanza? Chiediamo al Ministro della Difesa e al Parlamento di fare immediata chiarezza sull’intera vicenda. Ad Haiti si continua a morire. E noi dobbiamo essere rapidi, concreti ed efficaci. Non possiamo immaginare che il Governo italiano agisca in questa tragedia con altri fini.

Flavio Lotti, Coordinatore nazionale della Tavola della pace

Francesco Vignarca, Coordinatore della Rete Italiana per il Disarmo

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