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La mobilitazione contro gli F35 chiede di essere ricevuta dal Governo per la consegna simbolica delle firme raccolte

Fonte: Sbilanciamoci! e Rete Italiana per il Disarmo - 16 dicembre 2009

NO JSF La campagna di mobilitazione per fermare l’acquisto (e la produzione) da parte dell’Italia dei cacciabombardieri JSF-F35 è ormai nella sua fase conclusiva, e con una lettera al Presidente del Consiglio Berlusconi e al Sottosegretario Letta chiede di essere ricevuta lunedì 21 dicembre per una “consegna simbolica” delle firme raccolte a sostegno della richiesta.

Dopo mesi di mobilitazione ed un sostegno che sta crescendo negli ultimi giorni (pur nel doloroso silenzio di tutti i principali mezzi di informazione) la campagna che chiede al nostro Governo di non partecipare
ulteriormente al progetto per la costruzione dei cacciabombardieri F35 è in dirittura di arrivo.

La mobilitazione, sostenuta dalle reti di organismi di Sbilanciamoci! e della Rete Italiana per il Disarmo, ha infatti inviato una lettera ufficiale al Governo chiedendo di essere ricevuti in occasione del momento finale della campagna, che avverrà davanti a palazzo Chigi a Roma lunedì 21 Dicembre.

“Crediamo sia importante trovare un momento simbolico di consegna delle firme, esplicitando come piuttosto dei caccia sarabbero regali natalizi più graditi agli italiani asili, pannelli solari e sussidi (che si potrebbero comprare con i soldi stanziati per gli F35)” - affermano Giulio Marcon (Sbilanciamoci!) e Massimo Paolicelli (Rete Disarmo) che hanno coordinato la campagna - “Chi è stato recentemente oggetto di violenza fisica come il Presidente Berlusconi dovrebbe capire meglio il dramma legato allo spreco di così tante risorse nella costruzione di macchine che sono il più perfetto e tecnologicamente avanzato modo di portare violenza su grande scala. Senza dimenticare che anche quando non sparano le armi creano impatti negativi perchè drenano risorse ad usi più socialmente positivi”.
Rete Italiana per il Disarmo NO JSF
Va inoltre sottolineato che il conteggio attuale dei costi, reso evidente dalla campagna e dai suoi materiali (si trovano su www.disarmo.org/nof35), è effettuato solo per difetto poichè il programma F35 sta iniziando la sua fase di produzione e non è ancora chiaro l’ammontare complessivo dei costi. Ciò sta preoccupando addirittura il Pentagono che è arrivato a chiedere a Lockheed Martin, capocommessa del programma, di compartecipare ai costi oltre il budget che si stanno già prefigurando.

Il testo della lettera inviata alla Presidenza del Consiglio è il seguente:

Onorevole Presidente del Consiglio, onorevole Sottosegretario

da alcuni mesi le nostre organizzazioni (che sono in realtà reti di organismi impegnati sui temi del disarmo, del controllo degli armamenti e dello stimolo ad una spesa pubblica socialmente sostenibile ed utile) hanno organizzato una mobilitazione nazionale per chiedere a Voi ed al Governo che rappresentate di non proseguire con il programma internazionale di costruzione dei caccia JSF F35, di cui il nostro Paese è partner fin dal principio.

Secondo le intenzioni di lavoro esplicitate dal programma, ed anche discusse brevemente per un parere un Parlamento nella scorsa primavera, si tratta della produzione di 131 cacciabombardieri Joint Strike Fighters che impegneranno il nostro paese fino al 2026 con una spesa complessiva di oltre 15 miliardi di euro (13 miliardi previsti ad oggi solo per l’acquisto).
Noi crediamo si tratti di una decisione irresponsabile sia per la politica di riarmo che tale scelta rappresenta, sia per le risorse che verranno destinante ad un programma sovradimensionato nei costi ed infine per la sua incoerenza con le autentiche missioni di pace in cui dovrebbe essere impegnato il nostro Paese (si tratta di un aereo di attacco che può trasportare anche ordigni nucleari).

In un momento di grave crisi economica in cui non si riescono a trovare risorse per gli ammortizzatori sociali per i disoccupati e vengono tagliati i finanziamenti pubblici alla scuola, all’università e alle politiche sociali, destinare 15 miliardi di euro alla costruzione di 131 cacciabombardieri è una scelta sbagliata e incompatibile con la situazione sociale del paese.
Sbilanciamoci! e Rete Italiana per il Disarmo hanno in questi mesi raccolto diverse migliaia di adesioni a sostegno del nostro appello che chiede al Vostro Governo di non procedere alla prosecuzione del programma, destinando in alternativa una parte delle risorse già accantonate a programmi di riconversione civile dell’industria bellica e agli interventi delle politiche pubbliche di cooperazione internazionale. Nell’appello sottoscritto da migliaia di cittadine e cittadini si legge infatti:

Siamo in un momento di grave crisi economica e finanziaria che colpisce le famiglie e i lavoratori cosa che richiede massicci interventi contro la povertà e la disoccupazione. È necessario trovare risorse economiche in tempi rapidi per la ricostruzione dell’Abruzzo. Un solo cacciabombardiere costa come 300 asili nido o come l’indennità annuale di disoccupazione per 15mila precari.
L’art.11 della Costituzione ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie di crisi.

Per questo chiediamo a voi di bloccare la costruzione dei cacciabombardieri F-35 e di utilizzare le risorse stanziate – pari a circa 15 miliardi di euro – per finanziare ad esempio:
La ricostruzione in Abruzzo.
La produzione di 8 milioni di pannelli solari per l’energia pulita.
La messa in sicurezza metà delle scuole italiane.
Un assegno di disoccupazione per tutti i precari che perdono il posto di lavoro.

Davvero noi riteniamo, anche sulla base dell’analisi delle leggi finanziarie degli ultimi anni, che con 15 miliardi di euro si possano operare scele molto più importanti per l’impatto positivo che potrebbero avere per il nostro Paese. Ad esempio si possono contemporaneamente costruire 3000 nuovi asili nido, impiantare 10 milioni di pannelli solari, dare a tutti i collaboratori a progetto la stessa indennità di disoccupazione dei lavoratori dipendenti, allargare la cassa integrazione a tutte le piccole imprese.

Chiediamo che il Governo, in questo spinto anche dal Parlamento, faccia una scelta di pace e di solidarietà bloccando la prosecuzione del programma destinando le risorse così liberate alla società, all’ambiente, al lavoro, alla solidarietà internazionale.

Per questo motivo chiediamo di essere da Voi ricevuti lunedì 21 dicembre 2009, per effetttuare una consegna “simbolica” delle migliaia di firme che sono state raccolte a supporto di questa nostra iniziativa e che anche in questi giorni vengono raccolte in tutte le regioni d’Italia. Alle ore 11 saremo presenti con una delegazione simbolica proprio davanti a Palazzo Chigi.

Grazie per l’attenzione; cogliamo l’occasione per progere anche a nome degli organismi partner delle nostre reti i migliori auguri di buone Feste Natalizie e di pronta guarigione al Presidente del Consiglio.

Un saluto di pace

Note: Tutte le informazioni sulla camapagna, i materiali di sostegno (compresi i moduli di raccolta firme) e i conteggi delle alternative possibili si possono trovare alla pagina www.disarmo.org/nof35

Ulteriori informazioni sulle spese militari italiane sono presenti nel libro “Il caro armato. Spese, affari e sprechi delle Forze Armate italiane” edito da Altreconomia in collaborazione con Campagna Sbilanciamoci! e Rete Italiana per il Disarmo - vedi la pagina http://www.disarmo.org/rete/a/30516.html
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