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4 novembre: "Non retorica festa militarista ma lutto per i morti di tutte le guerre"

GB
Fonte: Unimondo - 04 novembre 2009

Caro Armato Le associazioni 'Beati i costruttori di pace', il Movimento Nonviolento, Pax Christi e PeaceLink propongono il 4 novembre tutti i pacifisti e gli amanti della nonviolenza una piccola azione diretta nelle piazze d'Italia "per contestare la retorica militarista e guerrafondaia e chiedere di ristabilire la verità storica".
"Oramai in tutte le scuole i libri di storia hanno rivisto il tradizionale giudizio positivo sulla prima guerra mondiale e oggi prevale una netta disapprovazione di una guerra che - come sostenne Giolitti - poteva essere evitata portando all'Italia Trento e Trieste mediante una neutralità concordata con l'Austria" - scrivono le associazioni promotrici dell'iniziativa. "Non comprendiamo come mai a scuola i libri disapprovino una guerra che oggi viene al contrario celebrata in piazza nella sua giornata vittoriosa. Ci chiediamo per quale oscura ragione il livello di consapevolezza raggiunto dalla cultura venga demolito dalla retorica. Ecco perché ci dissociamo dalle cerimonie ufficiali: quella guerra fu terrorismo e non va celebrata. Il popolo della pace - in nome della nonviolenza - dice ancora una volta no alla guerra".
In alternativa all'aggregazione di massa e ai grandi cortei, che consentono la partecipazione solo a chi è in grado di viaggiare ed ha molto tempo a disposizione, PeaceLink propone per il 4 novembre una iniziativa "lillipuziana" che anche singole persone possono realizzare nella propria città, con un minimo dispendio di tempo e di denaro. Per il 4 novembre proponiamo una attività di volantinaggio in tutte le piazze d'italia (il testo del volantino in .pdf).
L'Italia entrò nella prima guerra mondiale nonostante l'Austria avesse promesso la restituzione di Trento e Trieste in cambio nella non belligeranza. L'intento era infatti quello di espandere l'Italia verso territori esteri (come avvenne con la conquista del Sud Tirolo) seguendo il mito dell'imperialismo romano, che ebbe poi nel fascismo la sua massima celebrazione. Dopo la guerra infatti si parlo' di "vittoria mutilata" perche' le mire espansionistiche non furono coronate. La prima guerra mondiale fu un affare per grandi industriali, politici corrotti, funzionari statali senza scrupoli, alti ufficiali con le mani in pasta. Le commesse di guerra fruttarono profitti cosi' scandalosi che fu nominata una commissione di inchiesta parlamentare, prontamente sciolta dal fascismo dopo la marcia su Roma.
La festa del 4 novembre fu una ricorrenza istituita dal fascismo per trasformare le vittime di una guerra spietata e non voluta in eroi coraggiosi che si immolavano per la Patria. Furono costruiti monumenti ai caduti e agli insegnanti fu chiesto di celebrare le forze armate. Questa eredita' non e' stata sufficientemente sottoposta a critica con l'avvento della Repubblica. Tutto questo e molto altro è documentato in un piccolo volantino/dossier (in .pdf) che può essere diffuso nelle piazze d'Italia durante i festeggiamenti "ufficiali" e durante le parate militari che si svolgono puntualmente ogni anno in questa data.
Le associazioni invitano leggere con gli studenti le strazianti poesie di Giuseppe Ungaretti scritte in trincea; il "Giornale di guerra e di prigionia" di Carlo Emilio Gadda in cui emerge l'ottusità di ufficiali arroganti e l'insipienza criminale degli alti comandi. Suggeriscono inoltre la lettura di "Addio alle armi" di Ernest Hemingway e "Un anno sull'altopiano" di Emilio Lussu, grandi testimonianze del fanatismo di quella guerra. E invitano tutti coloro che realizzano un'azione diretta nonviolenta a comunicarne il risultato con un breve resoconto da inviare all'indirizzo info@peacelink.it .
Oggi le edizioni Altreconomia pubblicano "Il caro armato. Spese, affari e sprechi delle Forze Armate italiane": una puntigliosa ricognizione sulla struttura delle Forze Armate e sulle spese militari del nostro Paese e sugli sprechi che a volte sarebbe possibile e doveroso evitare. L’Italia nel 2010 spenderà per armamenti, missioni ed esercito professionale oltre 23 miliardi di euro: in piena crisi, il Governo investe denaro pubblico in fregate e bombardieri" - riporta il volume. Ne sono autori Massimo Paolicelli (presidente dell'Associazione obiettori nonviolenti) e Francesco Vignarca (coordinatore di Rete Italiana per il Disarmo).
L'Italia è oggi all’8° posto al mondo per spese militari ed ha più di 30 missioni internazionali in corso e nei prossimi anni ha in programma di acquistare, per citare solo uno dei faraonici progetti sui cosiddetti “sistemi d’arma”, 131 cacciabombardieri per 13 miliardi di euro. Il “Nuovo Modello di Difesa” ha spostato la linea del fronte dai confini geografici a quelli degli interessi economici occidentali, ovunque siano considerati a rischio. La leva obbligatoria è stata sospesa. Ma scopriamo che, nonostante le “riforme”, il nostro esercito professionale conta ancora 190mila uomini, tra i quali il numero dei comandanti - 600 generali e ammiragli, 2.660 colonnelli e decine di migliaia di altri ufficiali - supera quello dei comandati.

Note: Articolo al link http://www.unimondo.org/In-primo-piano/4-novembre-Non-retorica-festa-militarista-ma-lutto-per-i-morti-di-tutte-le-guerre
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