Accordo armamenti Usa-India: nuova alleanza, nuovo scenario politico
Il 20 luglio 2009 verrà ricordata come una giornata storica sia dagli Stati Uniti sia dall'India.
Nella giornata di ieri, infatti, i due Paesi hanno firmato un trattato di importanza rilevante sotto il punto di vista economico, politico e, militare.
L'accordo è stato siglato dal segretario di stato americano Hilary Clinton e dal ministro degli esteri indiano Somanahalli Mallaiah Krishna a New Delhi durante il viaggio diplomatico che la seconda carica di Washington sta svolgendo in questi giorni nel Subcontinente.
L'accordo prevede l'apertura di due centrali nucleari - con il solo fine civile - in due siti indiani già individuati e, ancora più rilevante, punta a dare l'impulso per il commercio di armamenti tra i due Paesi, cosa impensabile sino a qualche tempo fa.
Questa seconda parte del trattato è fondamentale per il nuovo scenario mondiale di bilanciamento delle forze al'interno dell'immenso, articolato e complesso scacchiere politico mondiale.
La firma avviene l'indomani del bando internazioanle promosso dal governo indiano per l'acqusito di 129 aerei alla quale partecipano i russi con il Mig, gli europei con l'Eurofighter e, appunto,l gli americani con il Boeing.
L'accordo Clinton-Krishna prevede che l'India non possa rivendere il materiale bellico acquistato ed in più gli Stati Uniti dovranno essere informati sul suo utilizzo.
Il professor Roberto Lalli, politologo italiano che attualmente lavora presso l'università tedesca di Heidelberg, presenta lo scenario dentro al quale si muove il gigante asiatico e, di riflesso, l'accordo "è un argomento interessante e complesso. Gli USA hanno tentato di agganciare l'India per aver un forte alleato agli stessi livelli della Cina. Se si vedono la proiezione mondiali, infatti, lo stato dell'Asia meridionale tra qualche anno sorpasserà per popolazione la Cina e la uguaglierà a livello economico, quindi l'India diventa di interesse primario sia a livello politico sia economico sia sociale. Non ci dimentichiamo che l'India ha dalla sua una classe media molto ampia formata da circa 80-100 mila soggetti che consumano e hanno una capacità di spesa molto elevata, sebbene, come contro altare forti strati della popolazione vive sotto la soglia di povertà. Il governo di Nuova Dehli è, inoltre, la più grande democrazia del mondo ed ha dimostrato ampiamente di funzionare. Infine per completare il panorama generale, l'India sia per vicinanza sia per rapporti è molto vicino al Pakistan che da parte americana è sempre stato visto come un alleato ambiguo, doppiogiochista.
Pakistan e Cina sono alla base del trattato e della nuova alleanza anche per Riccardo Ferretti, direttore responsabile della rivista di Geopolitica e Rapporti Internazionali Equilibri "Sostanzialmente - commenta Ferretti - il trattato prevede che gli Stati Uniti puntino all'India per avere una potenza in grado di garantire stabilità della zona e di fronteggiare l'avanzata della Cina, quindi il tutto è volto al mantenimento dell'equilibrio e nella creazione di una nuova alleanza. Prima della firma del trattato, comunque, vi è da dire che il governo di Nuova Dehli ha fatto un passo importante nei confronti dell'Occidente, cercando un confronto con il Pakistan, ad esempio, verso il quale vi è stata una certa apertura, senza dimenticarsi l'Afghanistan dove l'appoggio indiano può risultare decisivo".
Sotto il punto di vista bellico "l'India - continua il professor Lalli - non poteva scegliere miglior partner degli Stati Uniti poiché all'avanguardia nella produzione - soprattutto per quanta riguarda l'industria aeronautica - così da prendere ‘due piccioni con una fava' ovvero migliorare le relazioni con Washington e migliorare il proprio apparato militare che nelle situazioni attuali della regione è un bel vantaggio".
L'accordo USA-India, però, scavalca le relazioni tra il Paese di Sonia Gandhi e la Russia in quanto sino ad oggi l'ex stato comunista era il maggior partner bellico del governo di Nuova Delhi.
"Con la Russia - ammette sull'argomento il direttore responsabile di Equilibri - non credo ci siano problemi futuri, poiché per il governo di Mosca l'industria bellica è la seconda del Paese e l'esportazione di armamenti verso l'India è pari al 40%, un mercato ed un partner fondamentale. Non credo, quindi, vengano interrotte le relazioni".
Più ‘preoccupato' il professor Lalli per il quale "la partnership, per gli Stati Uniti, diviene un nuovo enorme successo diplomatico ed economico - ricordiamo le grandi lobby di armamenti che finanziano e circondano la politica USA soprattutto negli stati del sud -, mentre indubbiamente è un colpo abbastanza duro alla Russia con le cifre di mercato che l'India ricopre e nella competizione USA - Russa questo è un fattore rilevante, un accordo strategico che comporta ad esempio non solo la cessione di armi, ma anche l'addestramento in territorio americano di militari indiani e la creazione di basi e di porti navali statunitensi su territorio indiano".
Un nuovo scenario, quindi, si sta venendo a costituire, uno scenario ancora più articolato e complesso di quello attuale dove entra, finalmente, in gioco anche l'ultima nuova ed immensa potenza mondiale, l'India.