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Armamenti: RETE DISARMO, Italia non partecipi a produzione F-35

Fonte: GRNet - 19 maggio 2009

Si e' svolta oggi presso la Fondazione Basso a Roma la conferenza stampa di presentazione dell'iniziativa promossa dalla Rete Italiana per il Disarmo e dalla campagna Sbilanciamoci! ''per lo stop della partecipazione italiana alla produzione di 131 caccia bombardieri F-35 che ci costeranno -rilevano i promotori della campagna- quasi 15 miliardi di euro''. I due portavoce della campagna, Massimo Paolicelli della Rete Italiana per il Disarmo e Giulio Marcon della campagna Sbilanciamoci!, hanno presentato gli obiettivi e le iniziative della campagna. Paolicelli ha sottolineato ''che, con una velocita' inusuale e sconvolgente, il Senato prima e la Camera dei deputati poi, hanno dato l'8 aprile 2009 il via libera al governo per l'acquisto di 131 RID cacciabombardieri Joint Strike Fighter che impegneranno il nostro paese fino al 2026''. ''Secondo il Ministero della Difesa italiano -rilevano i promotori della campagna- nella struttura industriale si creeranno circa 600 posti di lavoro (nella fase di picco), piu' una spinta occupazionale nelle aziende locali e nazionali quantificata in circa 10.000 posti di lavoro. Una cifra esagerata, se si pensa che in Italia l'industria a produzione militare nel 2008 ha dato occupazione a 26.395 persone. E' piu' realistica l'ipotesi delle parti sociali che parlano di 200 occupati piu' altri 800 nell'indotto. Se il nostro Paese investisse la stessa cifra destinata al JSF nel settore delle fonti rinnovali, oltre a diminuire la dipendenza dal petrolio e aumentare la qualita' della nostra vita, creerebbe dai 116.000 ai 203.000 posti di lavoro''. Rete Italiana per il Disarmo e Sbilanciamoci! chiedono quindi al governo di non procedere con la firma di un contratto che equivale ad un assegno in bianco. Giulio Marcon fa presente che una somma complessiva di 14 miliardi di euro ''e' molto piu' di quanto il governo abbia stanziato fin ora per far fronte alla crisi economica o delle risorse impegnate per la ricostruzione in Abruzzo. Con 14 miliardi di euro si possono fare molte altre cose in alternativa. Ad esempio si possono costruire 5.000 nuovi asili nido, costruire 8 milioni di pannelli solari, dare a tutti i collaboratori a progetto la stessa indennita' di disoccupazione dei lavoratori dipendenti, allargare la cassa integrazione a tutte le piccole imprese''.

Note: Articolo al link http://www.grnet.it/index.php?option=com_content&task=view&id=2902&Itemid=0
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