Un convegno contro Exa
Il sistema armiero bresciano ha notevoli responsabilità nella diffusione di armi da guerra in tutte le zone di conflitto e per la morte delle mille persone che mediamente ogni anno vengono uccise con armi leggere nel mondo.
E’ questa la denuncia di Opal (Osservatorio permanente sulle armi leggere), gruppo che raccoglie il collegio missioni africane dei Missionari Comboniani, l’associazione Brescia solidale, la commissione “Giustizia e pace” della Diocesi, l’ufficio missionario diocesano, l’ambasciata della democrazia locale di Zavidovici, Cgil e Pax Christi, e che sabato, in concomitanza con l’inaugurazione di Exa, presenterà il suo secondo annuario “Armi un’occasione da perdere”, approfondita analisi sulla situazione della produzione e del commercio di armi da guerra.
L’incontro, che si tiene sabato presso l’auditorium Capretti dell’Istituto Artigianelli in via Piamarta 6, a partire dalle 9,30, vede la presenza del presidente di Opal Piergiulio Biatta, del coordinatore scientifico dell’osservatorio Carlo Tombola, di Fabio Corazzina di Pax Christi e di Francesco Vignarca, giornalista di Altreconomia e coordinatore di Rete Disarmo. Moderatore dell’incontro sarà Thomas Bendinelli, giornalista e collaboratore di Bresciaoggi.
“L’intenzione del nostro osservatorio è quella di rendere pubbliche le dinamiche che stanno alla base della diffusione di armi nel mondo, di cui, purtroppo, anche Brescia, causa l’eccellenza raggiunta dalla produzione d’armi in Valtrompia, ha delle enormi responsabilità” ha spiegato Carlo Tombola.
“Le Beretta fanno la loro comparsa in qualsiasi conflitto: le hanno gli eserciti come quello italiano ed americano, ma queste armi sono state trovate, per esempio, in mano ai guerriglieri iracheni che sparano ai nostri soldati, come in Sierra Leone sia nelle mani dei ribelli che dei bambini soldato. Segno che quando ci sono da fare affari si guarda indifferentemente ad uno schieramento o all’altro” ha proseguito Tombola.
