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Atomica, al via la campagna di smilitarizzazione

Luigina D'Emilio
Fonte: Unità.it - 19 gennaio 2008

«Una firma per chiedere lo smantellamento degli arsenali nucleari in Italia» questo l'obiettivo della settimana di mobilitazione con cui i partiti della Sinistra, l'Arcobaleno e tutto il comitato promotore che si compone di oltre 50 reti, associazioni, riviste e coordinamenti di enti locali raccoglieranno consensi per sostenere la legge di iniziativa popolare lanciata dalle associazioni pacifiste per dichiarare il territorio della Repubblica italiana "zona libera da armi nucleari", in cui cioè non ne è ammesso né il transito né il deposito, anche temporaneo.
Fungo di speranza
Nel nostro Paese, infatti, esiste ancora la bomba atomica, con questa provocazione, gli organizzatori dell'iniziativa ricordano come, pur avendo firmato il Trattato di Non Proliferazione (TNP) nucleare l'Italia non è ancora libera da testate atomiche. Il documento, sottoscritto nel 1975, impegnava il nostro Paese a non produrre nè ad accettare mai sul proprio territorio armi nucleari. Il TNP, è il trattato internazionale per il disarmo con il maggior numero di Stati appartenenti: ne fanno parte in tutti i membri delle Nazioni Unite tranne India, Pakistan, Israele e Corea del Nord. Si fonda su un accordo duplice ed inscindibile: le cinque potenze nucleari (USA, Russia, Gran Bretagna, Francia e Cina) si impegnano a lavorare in buona fede per il disarmo nucleare totale, mentre tutti gli altri Stati si impegnano a non dotarsene mai.

Ma la realtà è più complessa visto che nelle basi di Aviano e Ghedi ce ne sono 90 di testate atomiche: 50 ad Aviano (Pn), nella base delle forze armate Usa, e 40 a Ghedi (Bs), nell'aeroporto dell'aeronautica militare. I primi cittadini dei due Comuni, Stefano Del Cont e Anna Giulia Guarneri, insieme ai sindaci di altre città europee che ospitano armi nucleari, in una lettera pubblica hanno recentemente ribadito la richiesta di rimuovere dai rispettivi territori le atomiche. Ma il nostro territorio ospita anche navi e sottomarini a propulsione nucleare che attraccano negli 11 porti italiani abilitati a tale traffico e cacciabombardieri che atterrano e ripartono dagli aeroporti, sorvolando il territorio nazionale.

La legge vorrebbe intervenire su tutti questi fronti, ma dovrà essere sottoscritta entro la fine del prossimo marzo, da almeno 50mila persone, affinché possa iniziare il suo iter parlamentare. Secondo il diritto internazionale, infatti, l'Italia deve rifiutare tutto questo e invece, per la propria appartenenza alla Nato, ne accetta la presenza sul proprio territorio.

«Canada, Grecia, Danimarca, Austria ed Islanda, spiegano i promotori, hanno chiesto ed ottenuto di non ospitare ordigni atomici della Nato, pur continuandone a far parte. Anche l'Italia può ottenere la rimozione delle armi nucleari dal proprio territorio, unendosi ai 160 Paesi dove è già vietato avere od ospitare armi nucleari».

Un'iniziativa necessaria messa in campo non caso nella settimana dal 19 al 26 gennaio periodo in cui si promuove anche il world social forum 2008 proseguono gli organizzatori che ricordano: « In tutto il mondo ci sono circa 30.000 testate nucleari, capaci di distruggere la terra ben più di una volta sola. Riteniamo che questo sia il tempo di promuovere la pace piuttosto che le guerre, di promuovere il disarmo piuttosto che la corsa al riarmo, che sia il tempo di ribadire che mai più esploderà un'atomica».

In Belgio, che come l'Italia ospita armi nucleari, già da molto tempo i due rami del Parlamento chiedono al governo di eliminare le bombe statunitensi dal loro territorio. La Grecia ha già fatto rimuovere la ventina di testate atomiche (nel 2000) che ospitava.

Intanto la prima zona libera da armi nucleari (NWFZ) compie 40 anni e ad oggi include più della metà del pianeta: tutti gli Stati delle Americhe tranne USA e Canada, il Sud Pacifico, l'Africa, il Sudest asiatico. La più recente NWFZ è quella dell'Asia centrale. Anche lo spazio, i fondali marini e l'Antartide sono zone libere da armi nucleari in base a specifici trattati internazionali.

I Promotori della Campagna si pongono l'obiettivo non solo di ottenere lo smantellamento delle bombe, ma di innescare un circuito virtuoso:« ridare slancio a movimenti e sindaci degli altri Paesi europei dove si trovano armi nucleari statunitensi illegittime. Inoltre, eliminando una violazione dei trattati internazionali, un'Italia dichiarata "libera da armi nucleari" potrà diventare quella novità, benché piccola, che permetta all'intero processo diplomatico teso al disarmo e alla messa al bando delle atomiche di ricominciare».

Note: Articolo al link http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=72217
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