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Un Trattato contro le Cluster Bombs: 138 Paesi offrono il loro contributo alla discussione

La Cluster Munition Coalition lancia un appello per un bando più restrittivo possibile
Fonte: Campagna Contro le Mine - 07 dicembre 2007

La terza conferenza internazionale sulle munizioni cluster si è chiusa oggi registrando il consenso emerso riguardo l’inclusione di un importante numero di argomenti nel nuovo trattato internazionale che sarà firmato nel 2008, includendo l’assistenza alle vittime, la bonifica, la distruzione degli stock, la cooperazione e l’assistenza internazionale. Rimane però molto lavoro da fare per assicurare che una serie di eccezioni proposte da diversi Paesi non indeboliscano il Trattato in discussione escludendo alcune tipologie di sub-munizioni considerate inaffidabili ed indiscriminate.

La Conferenza di Vienna è parte del denominato “Processo di Oslo”, percorso diplomatico lanciato lo scorso febbraio e conclusosi con l’impegno di portare a compimento un nuovo Trattato di messa al bando delle munizioni cluster che causano inaccettabili sofferenze ai civili entro il 2008.

“ Numerosi Paesi stanno supportando il processo di messa al bando delle munizioni cluster e si sono registrati molti progressi susulle implicazioni umanitarie, siamo molto fiduciosi che un Trattato internazionale molto forte sarà firmato nel 2008. Da questo punto in poi non si potrà tornare indietro” dice Thomas Nash , coordinatore della Cluster Munitions Coalition (CMC)

La conferenza di Vienna, a metà delle tappe previste per il Processo di Oslo, ha registrato più di 140 rappresentanti della società civile provenienti da 50 Paesi i quali hanno partecipato alla conferenza durata 3 giorni per discutere la bozza del futuro Trattato, trovando un generale consenso sulla necessità di standardizzare e monitorare sia l’assistenza alle vittime, alle loro famiglie e alle loro comunità, sia gli obblighi legati alla bonifica delle aree contaminate e della distruzione degli stock entro una determinata scadenza.

“I Paesi stanno decisamente convergendo intorno alla definizione degli obblighi per la bonifica , la distruzione degli stock, l’assistenza alle vittime e della cooperazione internazionale, adesso è necessario che facciano lo stesso sulla proibizione e su quanto connesso ad essa” dichiara Steve Goose co-Presidente di CMC

Il contenzioso maggiore della discussione della conferenza ha riguardato la proibizione e la definizione di munizioni cluster. La Fondazione Militare Norvegese per la Ricerca (FFI) l’organizzazione Norvegian People’s aid ed alcuni esperti di ordigni esplosivi inglesi hanno presentato gli inconfutabili risultati di una ricerca basata sull’analisi delle prove raccolte sul campo in Libano, le quali dimostrano che le sub-munizioni cluster dotate di meccanismo di autodistruzione in un campo di applicazione reale sono inaffidabili e mal funzionanti. Mentre i produttori e i detentori di questa tipologia di arma affermano un tasso di fallimento del 1-2% le prove provenienti dal Libano e illustrate durante la conferenza hanno dimostrato che è superiore al 10%

Malgrado queste nuove prove alcuni Paesi continuano a richiedere un’eccezione per armi con queste caratteristiche di meccanismi di auto distruzione o con un tasso di supposto fallimento dell’1%. Altri richiedono un periodo di transizione nel quale rendere possibile utilizzare le armi bandite dal Trattato. Molti dei Paesi che hanno fatto questo tipo di proposta sono Paesi detentori di cluster alcune delle quali dotate di meccanismo di autodistruzione. I Paesi che tentano di indebolire il nuovo Trattato in questa direzione includono Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Francia, Grecia, Italia, Giappone, Olanda, Slovacchia, Svizzera e Gran Bretagna . Campagna Mine

“ L’’Italia dichiara – Giuseppe Schiavello direttore della Campagna Italiana- si trova nella posizione di dover difendere posizioni più rigide di quelle a cui potrebbe aspirare e forse alle quali non è totalmente interessata ma, rispetto alla partecipazione del nostro Paese alla Conferenza di Lima, non si può non registrare anche un positivo livello di apertura e collaborazione alla discussione di molti dei punti importanti della bozza di testo del Trattato. Nell’intervento di apertura l’Ambasciatore Carlo Trezza ha richiamato sia la volontà politica del nostro Paese nel concorrere alla riuscita di questo Processo , sia l’interesse dimostrato su questo tema dalla società civile – continua Schiavello – Siamo ancora lontani dalla posizione che vorremmo assumesse il nostro Paese ma ad alcune cose ci si arriva per gradi. La parola, ora, ripassa alla mobilitazione della società civile.”

Note: Ulteriori informazioni al sito della Campagna Mine http://www.campagnamine.org/homepage.htm
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