Con la nuova direttiva UE meno armi sulle strade. Un buon risultato
Il Parlamento Europeo ha votato ieri in maniera schiacciante a favore di un rafforzamento del controllo degli armamenti e per prevenire crimini ed uccisioni perpetrate con armi. La Direttiva votata aggiorna la precedente legislazione rendendola ora in accordo con il Protocollo delle Nazioni Unite sulle armi da fuoco. Una modifica legislativa che, spinta anche dai recenti fatti di sangue (il caso della strage in Finlandia) ha trovato il supporto pieno anche della Commissione e del Consiglio d’Europa.
Le nuove disposizioni prevedono che tutti i possessori di armi nell’Unione Europea registrino pistole e fucili di nuova acquisizione e siano comunque in possesso di una licenza. Un sistema che dovrebbe permettere una tracciabilità maggiore di tutte le armi, in particolare di quelle usate per delinquere sulle strade italiane. La presenza di regole comuni è sicuramente un passo in avanti per poter risalire al percorso di ciascuna singola arma dallo stato di origine fino ai luoghi di utilizzo.
Comma cruciale della nuova disposizione è l’estensione della definizione di arma da fuoco al fine di includere pistole da collezione che possono essere riconvertite in armi letali. Un meccanismo che ad oggi permette di avere una diffusione maggiore di armamenti pericolosi a partire da singoli pezzi che solo di poco si discostano da quelli pienamente efficaci.
La direttiva votata dal Parlamento Europeo impone agli stati membri di dotarsi di un registro computerizzato entro il 2015, database che dovrà contenere i dati di tutte le armi da fuoco. “L’unico aspetto negativo di questa decisione - commenta Francesco Vignarca, coordinatore della Rete Italiana per il Disarmo - è che solo le nuove armi acquistate dovranno confluire in questo particolare registro. Se un possessore di pistola non è attualmente obbligato a dichiararla, non sarà soggetto a nessun obbligo in tal senso”. Un problema non da poco, soprattutto in alcuni paesi dell’Unione che non dispongono attualmente di meccanismi di controllo avanzati. “Il Parlamento non ha saputo trovare un accordo su questo punto, ma in compenso la Commissione Europea pare intenzionata ad esaminare la possibilità di sottoporre a licenza tutte le armi - conclude Vignarca - almeno secondo quanto espresso nella conferenza stampa di presentazione della nuova Direttiva”.
In ciascun paese UE, gli acquirenti di armi dovranno obbligatoriamente ottenere una licenza per ciascuna arma sulla base di un’esplicita dimostrazione di buone ragioni a riguardo. In particolare, le autorità dovranno determinare che il compratore non sia una minaccia sia per sé stesso che per la sicurezza pubblica.
L’età minima per possedere qualsiasi tipo di arma è fissata a 18 anni, anche se qualche deroga viene resa possibile se vi è una supervisione diretta di un adulto con licenza. Un punto che non trova certo soddisfatte le organizzazioni continentali per il controllo degli armamenti, considerata anche la crescente criminalità giovanile.
Organizzazioni che sono però globalmente soddisfatte del risultato ottenuto: “Oggi i governanti d’Europa hanno riconosciuto che la violenza perpetrata con le armi non può essere combattuta dai soli stati nazionali - ha affermato Rebecca Peters, direttrice della rete sovranazionale IANSA (International Action network on Small Arms) di cui anche Rete Disarmo è membra - e nonostante alcune concessioni alla lobby dei cacciatori si tratta di un buon primo passo verso la riduzione di tutte quelle morti senza senso causate nelle nostre strade, scuole e case dalla fin troppo facile diffusione di fucili e pistole”.
La Direttiva non fornisce dettagli specifici sull’implementazione, che dovrà essere curata da ciascun singolo Stato, ma costituisce un significativo miglioramento dell’armonizzazione delle legislazioni sulle armi in Europa in quanto richiede ai governi di mettere in primo piano la pubblica sicurezza.
Allegati
- Comunicato Rete Disarmo su direttiva Parlamento Europeo (165 Kb - Formato pdf)RID - Fonte: RIDCon la nuova direttiva UE meno armi sulle strade. Un buon risultato
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