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Nucleare: sospeso l'accordo di cooperazione Usa-India

Una buona notizia dalle coalizioni internazionali che si occupano di disarmo nucleare
Fonte: Unimondo - 02 novembre 2007

La Rete internazionale Abolition 2000 "accoglie con sollievo la notizia che i negoziati per l’entrata in vigore dell’Accordo di Cooperazione Nucleare USA-India sono temporaneamente sospesi". I Governi indiano e statunitense non hanno però abbandonato l’Accordo e intendono trovare il momento adatto per riproporlo all’ordine del giorno. "Per il momento, possiamo dire con sollievo che il mondo ha guadagnato almeno un po’ di tempo: un tempo che servirà a tutti per riflettere meglio sul danno gravissimo che tale Accordo avrebbe arrecato ai nostri due obiettivi inscindibili: il disarmo e la non-proliferazione" - commenta Abolition 2000.

L’Accordo di Cooperazione Nucleare USA-India permetterebbe di esonerare l’India dalle norme internazionali sulla non-proliferazione, che da oltre tre decenni impediscono la vendita all’India di combustibili e tecnologia nucleari. Queste norme furono adottate proprio perché New Delhi aveva usato le tecnologie nucleari fornitele per “scopi pacifici” per fabbricarsi armi nucleari. Inoltre, in seguito al test nucleare indiano del 1974, fu costituito il Nuclear Suppliers Group (NSG, Regime internazionale dei fornitori nucleari, con 45 Stati membri, fra cui l’Italia). Per permettere all’Accordo di entrare in vigore, l’NSG avrebbe dovuto deliberare con il consenso di tutti i suoi Stati membri di concedere all’India un’esenzione speciale dalle norme sul commercio nucleare. Il fatto che l’India abbia condotto altre 5 esplosioni nucleari sperimentali nel 1998, dopo che molti degli Stati membri del NSG avevano firmato e ratificato il CTBT (Trattato per la messa al bando totale delle sperimentazioni nucleari), non deponeva certo a favore dell’India.

"L’Accordo USA-India avrebbe minato alle fondamenta le basi del regime di non-proliferazione, che stabilisce senza mezzi termini che nessuna cooperazione nucleare può essere intrapresa con chi produce armi nucleari" - commenta Abolition 2000. Il Pakistan e Israele, anch’essi Stati al di fuori del Trattato di Non Proliferazione (NPT), avevano già chiesto di ottenere privilegi ed esoneri simili a quelli che l’Accordo avrebbe concesso all’India. La Corea del Nord avrebbe forse avanzato simili richieste. E altri Stati si stavano domandando che senso avesse rimanere ancora all’interno del Trattato di Non Proliferazione, dal momento che si possono trarre gli stessi benefici di cooperazione nucleare anche rimanendone fuori.

"Se nel futuro, in condizioni politiche mutate, l’Accordo USA-India venisse riproposto, i membri dell’NSG, come pure tutti gli Stati parte dell’NPT, dovranno opporre ferma resistenza alla richiesta di esonerare l’India dalle norme generali che disciplinano il commercio nucleare" - sottolinea Abolition 2000. "Se l’India ed altri Stati al di fuori del Trattato di Non Proliferazione chiedono di essere reintegrati nel consesso internazionale del regime di commercio nucleare, gli Stati parte dell’NPT e dell’NSG devono esigere che ciò avvenga in condizioni tali da favorire un autentico disarmo nucleare. Gli Stati non nucleari devono insistere che gli Stati che possiedono armi nucleari (tutti, firmatari dell’NPT e non firmatari) intraprendano passi concreti ed irreversibili sulla via di un disarmo nucleare verificabile. Questi passi devono includere l’entrata in vigore del CTBT, la negoziazione di un Trattato sui Materiali Fissili (FMCT), nonché la ratifica di una Convenzione universale e non-discriminatoria sulle Armi Nucleari con procedure di verifica" - commenta Abolition 2000.

Nonostante il fatto che abbia prodotto armi nucleari al di fuori dell’NPT, nei consessi internazionali l’India è sempre stata una sostenitrice del disarmo nucleare. "Sarebbe in totale coerenza con le sue posizioni del passato se oggi l’India si facesse promotrice di un programma generale di disarmo atomico. Si ritroverebbe in sintonia con le parole di Rajiv Gandhi, all’epoca Primo Ministro, quando nel giugno 1988, di fronte all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, pronunciò un accorato appello per il disarmo" - evidenzia Abolition 2000.

"Quali che siano stati i motivi per cui alcuni gruppi politici indiani abbiano ostacolato l’entrata in vigore dell’Accordo USA-India, per il momento possiamo solo constatare che il mondo ha evitato il rischio di imboccare una strada che avrebbe forse vanificato tutti gli sforzi degli ultimi decenni a favore del disarmo e della non-proliferazione nucleare" - ribadisce Abolition 2000 invitando "tutti gli Stati e tutti i cittadini a cogliere questa opportunità".

Prosegue intanto in Italia la campagna "Un futuro senza atomiche" per una proposta di legge di iniziativa popolare che dichiari l'Italia "Zona libera da armi nucleari". A tre settimane dal lancio della Campagna a Ghedi (BS) il 30 settembre scorso dove hanno firmato per primila proposta di Legge i sindaci di Ghedi ed Aviano, sul cui territorio si trovano le 90 bombe B61 di proprietà statunitense che la Campagna chiede vengano smantellate, e dopo la promozione della Campagna durante la Marcia Perugia-Assisi, sono sorti campagna una cinquantina i gruppi locali che si stanno impegnando nella diffusione dei materiali e per la raccolta delle firme. La Segreteria sta anche raccogliendo le adesioni degli Enti Locali e invita tutti a sollecitate i Comuni e le Province ad aderire utilizzando anche la bozza di Mozione presente sul sito.

Note: Articolo originale al link

http://unimondo.oneworld.net/article/view/154808/1/
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