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Appuntamento a Ghedi per domenica 30 settembre

Parte la raccolta di firme per la legge di iniziativa popolare sul disarmo atomico

Fonte: Campagna Un futuro senza atomiche - 28 settembre 2007


“Ogni cittadino, ogni città, ogni governo deve agire in buona fede, deve assumersi le proprie responsabilità per far avanzare la causa della messa al bando e dell’eliminazione delle bombe atomiche dal pianeta.” Scrive così Tadatoshi Akiba, il Sindaco di Hiroshima, a tutti i sindaci italiani dell’associazione Mayors for Peace, da lui presieduta.

L’occasione è l’inizio della raccolta di firme per una Legge d’iniziativa popolare della Campagna “Un futuro senza atomiche”. La proposta di Legge, promossa da 53 organismi italiani, mira a far dichiarare l’Italia “paese libero da armi nucleari”. Le prime, simboliche firme saranno apposte la mattina di domenica 30 settembre 2007, in Piazza Roma a Ghedi (BS), da Stefano Del Cont, Sindaco di Aviano (Pordenone), e da Anna Giulia Guarneri, Sindaca di Ghedi. Il Sindaco Akiba, nella sua lettera inviata a 208 sindaci italiani, esprime il suo entusiasmo per la Campagna, chiede a tutti i suoi colleghi di collaborare anche alle procedure di autenticazione delle firme. Rivolgendosi a Del Cont e alla Guarneri, aggiunge che le loro azioni saranno di ispirazione a molti altri in tutto il mondo.

Subito dopo i due sindaci, firmeranno i cittadini di Ghedi e i rappresentanti delle molte associazioni promotrici della Campagna, che parte proprio da Ghedi perché nel vicino aeroporto militare italiano si trovano stoccate 40 bombe atomiche del tipo B61. Altre 50 bombe simili sono ospitate nella base USAF di Aviano. Sebbene la consegna - in ambiti NATO - sia “né smentire, né confermare”, il rapporto di Hans Kristensen e colleghi, membri dell’autorevole Federazione degli Scienziati Atomici degli USA, fornisce le prove della presenza degli ordigni. Dopo la pubblicazione del loro rapporto - febbraio 2005 - anche altre fonti hanno confermato questa ingombrante presenza.

I Promotori della Campagna si pongono l’obiettivo non solo di ottenere lo smantellamento delle bombe oggi ad Aviano e Ghedi. Ma di innescare un circuito virtuoso: ridare slancio a movimenti e sindaci degli altri Paesi europei dove si trovano armi nucleari statunitensi illegittime. Inoltre, eliminando una violazione dei trattati internazionali, un’Italia dichiarata “libera da armi nucleari” potrà diventare quella novità, benché piccola, che permetta all’intero processo diplomatico teso al disarmo e alla messa al bando delle atomiche di ricominciare.

In Italia vogliamo agire per primi. Vogliamo eliminare le testate atomiche dal nostro territorio, un segnale di rispetto degli accordi che potrà incoraggiare altri Stati europei a seguirci, che potrà ridare impulso ai negoziati internazionali. In Belgio, che come l’Italia ospita armi nucleari, già da molto tempo i due rami del Parlamento chiedono al governo di eliminare le bombe statunitensi dal loro territorio. La Grecia ha già fatto rimuovere la ventina di testate atomiche (nel 2000) che ospitava.
La prima Zona Libera da Armi Nucleari (NWFZ) compie 40 anni. Ad oggi le NWFZ includono più della metà del pianeta: tutti gli Stati delle Americhe tranne USA e Canada, il Sud Pacifico, l’Africa, il Sudest asiatico.

Note:

Tutte le info su www.unfuturosenzatomiche.org
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