"Il governo ci ha deluso", Tavola della Pace
Più impegno per il disarmo.
Chiediamo:
- l’apertura di un tavolo di confronto tra il Ministero della Difesa e le organizzazioni della società civile e gli Enti Locali impegnati per la pace e la sicurezza umana;
- di agire per dare concreta attuazione all’approccio della sicurezza umana nelle “missioni di pace” e di promuovere l’istituzione della infrastruttura europea dei corpi civili di pace;
- più risorse economiche per permettere a tutti i giovani interessati di svolgere il servizio civile nazionale;
- la riapertura della discussione sul progetto di costruzione della nuova base americana di Vicenza e sulla partecipazione italiana alla costruzione del caccia F-35 Joint Strike Fighter;
- avviare subito l’organizzazione della Conferenza nazionale sulle servitù militari;
- la riduzione delle spese militari e del personale delle FFAA, della produzione e del commercio delle armi italiane;
- di opporsi al progetto americano di Scudo spaziale;
- di promuovere l’eliminazione di tutte le armi nucleari ancora presenti in Italia, in Europa e in Medio Oriente.
Comunicato della Tavola della Pace tratto dal sito http://www.perlapace.it
Una platea critica e propositiva si è confrontata sulla base del documento della Tavola della pace “Voglio di +. Quello che chiediamo oggi al Governo, al Parlamento e a tutte le forze politiche italiane.” (in allegato)
Chiediamo un metodo nuovo per costruire le decisioni, capace di ascoltare il popolo della pace, le proposte dei costruttori di pace, le associazioni, i gruppi, gli enti locali che tutti i giorni s’impegnano a fare qualcosa per la pace e la giustizia, senza aspettare che lo facciano altri al loro posto.
Non c’è politica di pace, infatti, senza partecipazione attiva e senza coinvolgimento dei cittadini.
Ci preoccupa la crisi della politica perché ci impedisce di rispettare i nostri doveri internazionali di solidarietà e di giustizia.
Ci preoccupa anche la frattura che questa delusione sta provocando tra la società civile e i rappresentanti della politica. Cresce il numero di quanti pensano che politica e istituzioni siano incapaci di costruire la cultura della pace. Non crediamo nell’antipolitica. Crediamo nel confronto e nel dialogo con tutti i responsabili della politica e delle istituzioni. Noi siamo pronti a fare la nostra parte e ad assumerci le nostre responsabilità. Ma vogliamo poterne discutere, sapendo di essere ascoltati.
Chiediamo un incontro con il Presidente del Consiglio Prodi, che due anni fa, da candidato, era venuto a Perugia per l’Assemblea dell’Onu dei Popoli.
Chiediamo un incontro con il Ministro degli Affari Esteri e il Ministro della Difesa.
Chiediamo un incontro con i responsabili di tutti i partiti impegnati nel difficile compito di riorganizzare la politica.
L’avvicinarsi del 60° Anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani ci ricorda come “tutti i diritti umani per tutti” sia la bussola che deve orientare ogni scelta politica e misurarne la sostenibilità.
Contro l’antipolitica, contro ogni qualunquismo politico noi rilanciamo un forte appello a cambiare, a fare di più. Per questo la prossima Perugia-Assisi del 7 ottobre sarà una marcia per costruire una politica nuova e una nuova cultura politica nonviolenta fondata sui diritti umani.