ControllArmi

ControllArmi

RSS logo

Convegno sul Trattato di non proliferazione e crisi iraniana

12 giugno 2007
Fonte: Archivio Disarmo - http://www.archiviodisarmo.it


Giovedì 7 giugno alle ore 9 presso la Scuola superiore della pubblica amministrazione (via dei Robilant 1) si apre il convegno “Si può fermare la proliferazione nucleare? L’attualità del Tnp e la crisi iraniana”. Prendono parte al convegno relatori italiani e stranieri tra cui Fabrizio Battistelli, Paolo Cotta-Ramusino, Morton H. Halperin, Stefano Silvestri, Jeffrey Laurenti, Carlo Trezza, Maurizio Martellini. Alle ore 11,30 avrà luogo la tavola rotonda su “Il trattato di non proliferazione tra crisi internazionali e prospettive future” con Mohamed ElBaradei, direttore generale dell’Agenzia internazionale dell’energia atomica dell’Onu, e il ministro degli Esteri Massimo D’Alema.

Al convegno verranno presentati i risultati di Difebarometro, sondaggio d’opinione realizzato da Archivio Disarmo-Swg su un campione di 814 intervistati con il metodo Cawi (Computer assisted web interview). Il mancato disarmo delle potenze nucleari viene giudicato una minaccia molto importante dal 48% del campione e la diffusione delle armi nucleari in nuovi paesi è giudicata tale dal 66,9%. Soltanto il 6,5% del campione crede che il possesso delle armi nucleari sia un diritto di tutti gli Stati, mentre il 73,6% ritiene che esse andrebbero proibite. Quanto alla possibile proliferazione nucleare dell’Iran, a fronte di un 22,2% che dà credito all’ipotesi di una tecnologia soltanto civile, ben 2/3 del campione ritiene che Teheran stia sviluppando il nucleare militare. Nonostante tutto, però, la maggioranza (48,1%) pensa che si debba continuare il negoziato con l’Iran; il 26,5 è a favore dell’imposizione di sanzioni, il 18,7 invece effettuerebbe un intervento militare.

L’opinione pubblica italiana si conferma in larga maggioranza contraria alla forza delle armi e preoccupata dagli armamenti nucleari. A sorpresa, però, i più giovani si mostrano relativamente più favorevoli a un intervento militare, sintomo dell’assuefazione degli ultimi tempi all’uso della forza.

.