LA CAMPAGNA CONTROL ARMS CHIEDE AI GOVERNI DI MANTENERE LA PROMESSA DI UN TRATTATO SULLE ARMI CHE SALVI VITE UMANE
La campagna Control Arms (promossa a livello internazionale da Oxfam International, Amnesty International, Saferworld e Iansa, la Rete internazionale d’azione sulle armi leggere) ha chiesto oggi a tutti i governi di garantire che le loro proposte in merito al Trattato sul commercio delle armi prevedano il divieto di trasferire armi che alimentano gravi violazioni dei diritti umani, conflitti e povertà.
In caso contrario, ammonisce la campagna Control Arms, lo storico voto con cui, lo scorso dicembre, l’Assemblea generale dell’Onu ha dato il via ai lavori sul Trattato, potrebbe risultare privo di senso. In questo periodo, il Segretario generale dell’Onu sta consultando tutti i governi su fattibilità, ambito di competenze e parametri di riferimento del Trattato.
Oggi, lunedì 19 marzo, presso la sede dell’Onu a Ginevra, i governi di Argentina, Australia, Costa Rica, Finlandia, Giappone, Kenya e Regno Unito ospitano un incontro in cui verrà chiesto a tutti i paesi di prendere attivamente parte all’elaborazione del Trattato. Nel corso dell’incontro, la campagna Control Arms illustrerà le proprie ragioni a sostegno del Trattato, diffondendo un documento di valutazione (*).
“Nell’ultimo decennio, le ricerche di Amnesty International hanno costantemente dimostrato come i trasferimenti irresponsabili di armi abbiano alimentato le violazioni dei diritti umani in ogni parte del mondo. Se i governi vogliono impegnarsi sul serio per porvi fine, devono dare vita a un Trattato sul commercio delle armi contenente forti garanzie sui diritti umani” – ha dichiarato Helen Hughes, di Amnesty International.
Il Regno Unito ha proposto un Trattato vincolante dal punto di vista giuridico, che copra tutte le armi convenzionali e vieti esplicitamente i trasferimenti che alimentano gravi violazioni dei diritti umani, provocano conflitti, pregiudicano lo sviluppo e favoriscono criminalità comune e terrorismo. La proposta di Londra riguarda tutti i trasferimenti di armi tra governi e quelli organizzati da singoli mediatori. Tuttavia, la campagna Control Arms rileva come la proposta non preveda risorse adeguate per agevolare l’applicazione del Trattato da parte dei paesi poveri. Senza i mezzi per attuarlo, l’efficacia del Trattato potrebbe rivelarsi scarsa.
“Il Trattato è, potenzialmente, il progresso più significativo in tema di controlli sulle armi convenzionali degli ultimi 20 anni. Offre speranza a milioni di persone che soffrono nelle zone di conflitto del mondo. Ma se i 153 governi che lo hanno votato a dicembre non sosterranno una proposta forte, non si riuscirà a salvare neanche una vita umana. Agli scettici non dovrà essere consentito di annacquare il Trattato” – ha affermato Anna Macdonald di Oxfam International.
A dicembre, solo gli Usa hanno votato contro la risoluzione che ha avviato i lavori del Trattato. Nonostante abbiano leggi abbastanza restrittive sulle esportazioni di armi, gli Usa sono riluttanti a sostenere un nuovo accordo internazionale.
“Oggi, due degli alleati-chiave degli Usa, Australia e Regno Unito, prendono posizione e chiedono un forte Trattato sul commercio delle armi, per fermare quei trasferimenti irresponsabili che stanno causando sofferenza in ogni parte del mondo. Si tratta di un importante passo avanti per porre fine allo scandalo di un commercio di armi privo di regole. Speriamo che gli Usa li seguiranno” – ha auspicato Roy Isbister di Saferworld, anche a nome di Iansa.