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Oslo: al via Conferenza mondiale contro le cluster bombs

GB
Fonte: Unimondo - 21 febbraio 2007


Un chiaro impegno a sviluppare, negoziare e portare a termine un nuovo trattato entro il 2008, dovrebbe emergere dall’incontro governativo sulle munizioni cluster in Norvegia questa settimana. Sotto lo sguardo attento di 50 organizzazioni della società civile proveniente da tutto il mondo, le delegazioni ufficiali da circa 40 stati riuniranno ad Oslo da oggi fino al 23 febbraio. La Conferenza di Oslo punta al lancio di un nuovo processo internazionale che elimini l’uso delle munizioni a grappolo e si occupi dei devastanti effetti di queste armi sulla popolazione civile.

“Dieci anni dopo dopo la storica messa al mando delle mine antipersona, i governi riuniti in questa conferenza devono impegnarsi in un nuovo processo internazionale per mettere fine agli inaccettabili danni casuati delle munizioni a grappolo. Gli stati non devono farsi sfuggire questa occasione” - sostiene Thomas Nash, coordinatore della Cluster Munition Coalition, una coalizione internazionale che opera a favore di un nuovo trattato sulle munizioni cluster.

Le munizioni cluster (bombe a grappolo) sono armi che disseminano diverse centinaia di submunizioni, le cosiddette “bomblets”. Il pericolo delle bombe cluster è duplice perché molte submunizioni inevitabilmente falliscono all’impatto e non esplodono, rimangono sul terreno pronte ad uccidere e menomare quando toccate o maneggiate. I rapporti delle principali organizzazioni umanitarie mostrano come i civili costituiscano la vasta maggioranza di vittime di munizioni cluster e i bambini costituiscono la più alta percentuale di vittime in molti paesi. Le conseguenze delle munizioni cluster sono oggi visibili in numerosi paesi afflitti anche da recenti conflitti: Afghanistan, Kosovo, Libano e Iraq dove continuano a distruggere vite. “Abbiamo un urgente bisogno di una normativa internazionale che non solo metta fine all’uso di questo ordigno ma aiuti anche coloro i quali sono stati colpiti dalle cluster bombs” - sostiene Habbouba Aoun, della Campagna libanese contro le mine.

A dispetto di ciò, molti governi come la Gran Bretagna, Stati Uniti, Russia e Cina mantengono ancora questi ordigni nei loro arsenali. Il consenso attorno ad una moratoria delle cluster bombs tuttavia è cresciuto nel corso dello scorso anno: il Belgio è stato il primo paese a mettere al bando le cluster bombs seguito dalla Norvegia primo paese a introdurre una moratoria. “In questi ultimi cinque anni i percorsi diplomatici hanno purtroppo fallito. Ciò che adesso attendiamo è che la spinta della società civile faccia ripartire un percorso che possa mettere fine ad un vero e proprio disastro umanitario causato dalle cluster e dal loro uso indiscriminato nel corso degli ultimi conflitti” - sostiene Giuseppe Schiavello, direttore della Campagna italiana contro le mine.

La Campagna Italiana contro le Mine partecipa ai lavori di Oslo “nella speranza che davvero si possa concretizzare un percorso comune che culmini con la stesura di un trattato internazionale ampiamente riconosciuto e che possa mettere fine all’uso di questi ordigni dalle inaccettabili conseguenze umanitarie,” - ha dichiarato Giuseppe Schiavello, direttore dell’organizzazione. "Speriamo inoltre che la partecipazione dell'Italia a questa conferenza incoraggi anche una rapida approvazione della legge di messa al bando nazionale" - ha concluso Schiavello.

Lo scorso novembre, infatti, è stato presentato in una Conferenza stampa il disegno di legge (Ddl) bipartisan firmato da 37 senatori e 120 deputati per la messa al bando delle cluster bombs in Italia. Il Ddl modifica la legge 374/97 (per la messa al bando delle mine antipersona) e ne estende gli effetti alle munizioni cluster, ordigni che colpiscono prevalentemente la popolazione civile.

L’Italia è uno degli almeno 57 Paesi al mondo che hanno nei propri arsenali munizioni cluster, definizione che comprende sia le bombe d’aereo che munizioni più piccole d’artiglieria - nota la presentazione del Ddl. A firmare questa proposta di legge sono deputati e senatori dell'Ulivo, di Forza Italia, di Rifondazione Comunista, del Gruppo delle Autonomie, dei Verdi, di Alleanza nazionale, dei Comunisti Italiani, dell'Italia dei Valori.

Note:
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