Banca Etica: BPM intende uscire dal business delle armi

Dopo l'entrata di Banca Popolare di Milano e di altre banche socie di Banca Etica nella lista della Relazione annuale sull'export di armi, Banca Etica aveva immediatamente contattato le banche interessate per chiedere loro, in qualità di socie, di rispettare e condividere i principi statutari di Banca Etica, e in particolare l’Art. 5 dello Statuto, che tra l’altro recita che “Saranno comunque esclusi i rapporti finanziari con quelle attività economiche che, anche in modo indiretto, ostacolano lo sviluppo umano e contribuiscono a violare i diritti fondamentali della persona.” Da quel momento è iniziato un percorso di confronto che ha coinvolto, oltre alle due banche interessate, anche diverse altre organizzazioni della società civile che intrattengono rapporti con BPM, e che hanno ribadito la richiesta di una completa e tempestiva uscita della banca milanese da ogni rapporto con l’industria delle armi.
A gennaio del 2007 BPM, nella direzione di un’auspicata maggiore trasparenza, ha reso noti alcuni dati circa il proprio coinvolgimento nel settore, in base ai quali ha dichiarato, anche a seguito della policy adottata nel luglio del 2005, che il numero di operazioni era passato dalle 32 del 2005 alle 14 del 2006, per un importo complessivo di 18.216.000 euro a fronte degli oltre 43 milioni dell’anno precedente. Nel rapporto si dichiarava inoltre “il proprio intento per il 2007 di tendere ad un’ulteriore sensibile riduzione della propria operatività tecnica applicando criteri ulteriormente restrittivi e selettivi, sia per i prodotti, sia per i paesi di destinazione, rispetto a quelli previsti dalla185/90”. La BPM segnalava anche "che ci potrebbe essere il rischio tecnico che la relazione governativa 2006 possa contenere un’operazione di euro 39.733.00 al posto di euro 9.933.000 (trattasi in realtà di un incremento contrattuale in origine di euro 29.800.000 già indicati nella relazione 2005). In tal caso l’importo complessivo 2006 salirebbe a euro 48.788.000".
Nella lettera del 6 febbraio, il Presidente di BPM ribadisce che la banca "da molto tempo non ha linee di finanziamento diretto a produttori di armi e la nostra presenza si limita a quanto viene ancora erroneamente messo in maggior evidenza dalla legge: l'appoggio alle operazioni di pagamento". BPM, conclude il Presidente Mazzotta intende “comunque portare a conclusione anche tale attività, condividendo pienamente il principio etico dello sviluppo fondato sulla pace e sulla solidarietà tra i popoli”.
"Una decisione importante quella del direttore di BPM che ci auguriamo voglia realizzare in tempi brevi" - commenta Giorgio Beretta, coordinatore della Campagna di pressione alle 'banche armate'. "Spiace, tuttavia, rilevare che nel breve comunicato il direttore di BPM definisca come 'erroneo' quanto viene messo in maggior evidenza dalla legge 185/90: e cioè l'appoggio alle operazioni di pagamento per vendita di armi dalle quali - non dimentichiamolo - le banche lucrano 'compensi di intermediazione' che complessivamente negli ultimi tre anni hanno superato i 100 milioni di euro" - conclude Beretta.
Fabio Salviato, Presidente di Banca Etica, ha espresso soddisfazione per una presa di posizione che conferma la validità di un approccio fondato sul dialogo e sulla partecipazione con le realtà socie, nel tentativo di contribuire alla diffusione presso il settore bancario e finanziario dei principi della finanza etica. "Ci auguriamo adesso che BPM implementi nel più breve tempo possibile, e comunque entro una data certa, quanto riportato nella lettera" - afferma il Direttore di Banca Etica (vedi testo in .pdf). "Nello stesso momento, siamo consci che si tratta unicamente di una tappa di un lungo percorso che deve coinvolgere in primo luogo le banche socie di Banca Etica, ma più in generale l’insieme del mondo bancario e finanziario. Un percorso che deve comprendere non solo l’import – export di armi ma molte altre tematiche, dall’insieme dei finanziamenti all’industria delle armi alla valutazione degli impatti sociali e ambientali associati ad ogni finanziamento, fino ad un comportamento in ambito finanziario più responsabile, a partire dalle partecipazioni e collaborazioni con i paradisi fiscali e nei rapporti con la clientela. Un percorso che è possibile e necessario costruire insieme, con la collaborazione di tutti gli attori della società".
La Campagna di pressione alle 'banche armate' (promossa da Nigrizia, Missione Oggi e Mosaico di Pace) aveva ripetutamente sollecitato BPM a far chiarezza sulla propria policy in merito all'appoggio al commercio delle armi invitando anche le associazioni correntiste di BPM a far sentire la propria voce all'istituto di credito milanese.