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I movimenti: sarà battaglia

Tiziana Guerrisi
Fonte: Il Manifesto - 09 febbraio 2007


All'annuncio dell'accordo con il Pentagono sugli F-35, la società civile promette battaglia. In molti, infatti, si sono dati appuntamento a Novara per domani, in occasione di un sit-in organizzato dal Tavolo di lavoro contro gli F-35, una rete di associazioni e movimenti per la pace che da luglio si batte contro il progetto definito dal sottosegretario alla Difesa Forcieri il più evoluto programma nella storia dell'aviazione». Un appuntamento che era già nell'aria, racconta don Renato Sacco, della diocesi cittadina e membro del Tavolo contro gli F-35. «E' da luglio che ci stiamo muovendo per fermare questo accordo», sottolinea don Sacco, «e adesso più che mai occorre far sentire la nostra voce». Contro quello che già il vescovo di Alessandria Fernando Charrier e il presidente di Pax Christi Tommaso Valentinetti hanno definito «strumento concepito per la guerra». Già a dicembre la diocesi di Novara aveva condannato il piano in un documento della commissione per la pace, e ora si prepara a fare altrettanto: «A giorni fisseremo anche una conferenza stampa per dare voce direttamente a chi, nei paesi del Sud del mondo, rischia di testare sulla propria pelle la produzione di un nuovo aereo da guerra», rincara. Sabato a Novara le associazioni legate al territorio saranno protagoniste, ma il sostegno non manca anche a livello nazionale. «Sappiamo di poter contare sull'appoggio del Cimi (Conferenza italiana istituti missionari), di Sant'Egidio e di tante altre realtà», conclude don Sacco, anche a partire da Famiglia Cristiana, che nell'ultimo mese più di una volta ha puntato l'occhio sul caso F-35. Il Tavolo contro gli F-35, annuncia il sacerdote, sarà presente il 17 febbraio a Vicenza alla manifestazione contro l'ampliamento della base Usa, come del resto la Rete italiana per il Disarmo, che - oltre ai picchetti di piazza - ha lanciato una mobilitazione via web. «A breve partirà un mail bombing», spiega Francesco Vignarca della rete che raccoglie una trentina di associazioni: «Tramite il sito invieremo la nostra petizione di protesta a centinaia di persone, compresi il presidente del Consiglio e il ministro della Difesa». E oltre alla condanna di fondo si aggiunge la preoccupazione economica, «perché - sottolinea Vignarca - il progetto rischia di non avere una giusta copertura finanziaria». Da qui la richiesta di seguire l'esempio olandese e sottoporre la questione alla Corte dei Conti.

Note:
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