«Come cattolico dico no al Joint Strike Fighter»
Parla «a titolo personale», ma l'accordo non gli piace. Come cattolico, come cittadino e come presidente delle Ong. Ed è rimasto colpito dalla lettera dei due vescovi che avevano criticato gli F-35 prima del viaggio a Washington del sottosegretario Forcieri per la firma dell'intesa che prevede la fabbricazione in Italia
Non piace a Sergio Marelli, presidente di oltre 160 Ong italiane, l'accordo sui caccia F-35 firmato ieri negli Stati Uniti dal senatore Lorenzo Forcieri. E non gli piace tre volte. Come cattolico, innanzi tutto. Eppoi come cittadino e come presidente delle Ong italiane. Parla a titolo personale Marelli, che incontriamo a Roma a margine della presentazione del Forum sulla sovranità alimentare che si svolge dal 23 al 27 febbraio a Nyeleni, in Mali. Anche lui è rimasto colpito dalla lettera dei due vescovi che avevano già preso posizione sugli F-35 ancor prima del viaggio a Washington del sottosegretario alla Difesa per la firma dell'accordo che ne prevede costruzione e assemblaggio anche in Italia del caccia di ultima generazione
Non le piace come cattolico...
Il documento firmato dai vescovi Fernando Charrier e Tommaso Valentinetti è chiaro e netto e, riaffermando la dottrina sociale della chiesa, oppone un netto rifiuto alla costruzione di aerei che vengono costruiti allo scopo di offendere e non certo per difendersi. E non sono parole che arrivano dalle «frange estremiste» della società civile. Sono due alti esponenti della chiesa che si rifanno al monito contenuto nella Populorum Progressio: «Quando tanti popoli hanno fame,... ogni estenuante corsa agli armamenti diviene uno scandalo intollerabile. Noi abbiamo il dovere di denunciarlo. Vogliano i responsabili ascoltarci prima che sia troppo tardi». La dottrina sociale della chiesa non è che si può prendere come un menù da cui si sceglie questo o quello. E allora se si deve essere in difesa dei valori della famiglia o della vita di chi nasce, bisogna esserlo anche per le famiglie che perdono la vita nei bombardamenti o per chi ha magari 40 anni e può rimanere ucciso in un raid condotto da un caccia militare
Come cittadino...
Il presidente del Consiglio ha appena ricordato in una lettera aperta su un quotidiano nazionale gli atti concreti del suo governo. Benissimo, ma anche questi sono atti concreti. E sono atti concreti che parlano di una corsa agli armamenti. Non si tratta di una denuncia ideologica ma di una constatazione che riguarda le scelte di politica estera del governo italiano. Anche questi, insomma, sono fatti che parlano
C'è anche una questione di occupazione, dice il governo. Costruire caccia significa dare occupazione
Qui allora parlo da presidente delle Ong italiane. La società civile del nostro paese ha più volte indicato la via d'uscita avanzando proposte per una riconversione dell'industria bellica. E non mi si dica che qualche decina di occupati in più può essere comparata al costo degli apparecchi che, una volta prodotti, verranno comprati con denaro pubblico. Si è parlato di 50 milioni e di oltre 130 caccia il che fa 5 miliardi di euro...Sono risorse che potrebbero essere investite altrimenti
Si dice anche che bisogna agire di concerto con l'Unione europea
E allora bisogna anche ricordare che la Corte dei conti dell'Olanda ha bocciato il governo dei Paesi bassi sugli F-35. Ma questa è una vicenda amministrativa. Io invece voglio sottolineare che non esistono fatti ineluttabili per una sorta di automatismo europeo e che l'Unione europea non dev'essere un dito dietro a cui nascondersi. Per questo motivo chiedo al governo un colpo di reni perché il protagonismo dell'Italia sia un protagonismo di pace, di cooperazione e di lotta alla povertà. E lo dico invitando a un'autocritica collettiva. C'è stato molto rumore sulla base di Vicenza ma un silenzio assordante sul viaggio di Forcieri a Washington
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http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/08-Febbraio-2007/art27.html