Prodi e la Nato, la politica e la pace
Fonte: Movimento Nonviolento - 17 gennaio 2007
Dopo l'aumento delle spese militari, arriva anche il via libera al
raddoppio della base militare di Vicenza. Non c'era da illudersi, e non c'è da stupirsi. Le buone intenzioni del Governo restano sulla carta, mentre vanno avanti i fatti.
Ci vorrebbero scelte coraggiose per invertire la rotta e contribuire a costruire concretamente una politica estera europea realmente di pace, ad iniziare dall'avvio, finalmente, del progetto dei "Corpi Civili europei di Pace" come primo passo per essere presenti in modo diverso e positivo nei luoghi dove è necessario l'aiuto della comunità internazionale per uscire dai conflitti (Irak, Afghanistan, Libano, Congo, ecc.).
Come Movimento Nonviolento abbiamo ribadito anche nell'ultimo nostro Congresso la necessità per l'Italia di uscire dall'Allenaza atlantica della Nato, e rafforzare invece la posizione autonoma dell'Europa come
potenza di pace, anzichè vassallo militare. Questo lo si deve fare, ovviamente, incominciando a ridurre le basi militari americane sul territorio europeo (alcune delle quali detengono anche armamento atomico),
e non concedendo invece il raddoppio.
La posizione pilatesca assunta dal Governo Prodi contrasta con l'urgente necessità di atti concreti per fermare la politica militarista che da troppi anni il nostro Paese ha assunto. Dove non riescono le Istituzioni che a questo sarebbere proposte, devono essere i cittadini a riprendere in mano il loro destino, come sta facendo in modo civile, democratico ma determinato la stragrande maggioranza dei vicentini.
Noi ci auguriamo, e per questo lavoriamo, che il fine e il metodo della nuova politica di pace che cresce dal basso, sia la nonviolenza.