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In buona Fede, scelgo il Disarmo

Durante la Marcia della Pace di Norcia mons. Tommaso Valentinetti, presidente di Pax Christi Italia, ha indicato alcuni impegni e proposte sul tema Disarmo
4 gennaio 2007
Fonte: Pax Christi - 04 gennaio 2007


Durante la Marcia la Pace di Norcia del 31 dicembre 2006 dopo aver ribadito che la via della pace passa:

> dal coraggio di un serio impegno ecumenico (ricordando l'incontro ecumenico europeo di Sibiu - Romania del 2007)
> dalla necessità di non privatizzare i beni essenziali come l'acqua
> dalla lotta alla fame e alla disparità sociali (a che punto siamo con gli obiettivi del millennio?)
> da una nuova prospettiva di cooperazione internazionale e di sviluppo dei popoli (a 40 anni dalla Populorum Progressio)
> da una trasparente vita interiore che risolve il conflitto fra il bene che diciamo e il male che agiamo
> da una nuova qualità delle relazioni intrafamiliari
> da una maggior impegno per risolvere i conflitti sociali causati dalla marginalità lavorativa e sociale di giovani e immigrati

nel capitolo conflitto fra scienza, tecnologia e tutela della vita, mons. Tommaso Valentinetti, presidente di Pax Christi Italia, intervenendo ha indicato alcuni impegni e proposte sul tema DISARMO che sinteticamente rilanciamo:

armi nucleari: nel magistero sociale della chiesa è chiara, dalla Pacem in terris e Gaudium et Spes in poi, la condanna dell'armamento nucleare come terribile arma di distruzione di massa. Il problema è che si stanno sviluppando e sperimentando alcune armi nucleari tattiche, con un raggio di azione "limitato". Non vorrei che questi nuovi strumenti di morte si giustificassero come possibili perchè non di "distruzione di massa". Non è più sufficiente quindi chiedere la "non - proliferazione" delle armi nucleari. Oggi, nonostante i Trattati ratificati spingano verso lo smantellamento almeno parziale di questi strumenti di morte (fatto che non sappiamo con chiarezza se effettivamente sta avvenendo), credo che l'unica prospettiva sia scegliere l'abolizione totale delle armi nucleari e la condanna morale delle armi atomiche come "crimine contro l'umanità". Sono armi di distruzione di massa e quindi, come le armi chimiche e batteriologiche, non sussiste più alcun motivo per giustificarne la presenza, la produzione, la vendita, l'uso, anche solo come minaccia. Sono immorali, illegali, inefficaci, inumane e profondamente ingiuste e per tali motivi assolutamente ingiustificabili. Ritengo inoltre inaccettabile il doppio standard fra "possessori" e "non possessori" di armamento atomico. Per di più l'Italia vede la presenza incostituzionale sul suo territorio di 90 bombe atomiche americane, sulle quali va fatta subito chiarezza da parte del Governo.

armi leggere: l'Italia è al 4° posto come produttrice mondiale e al 2° come commercio di armi leggere. E mantiene costantemente la sua leadership mondiale. Un dato molto preoccupante e sottovalutato. Chiediamo ai cattolici attivi in politica di impegnarsi, sul piano legislativo, per allargare il controllo democratico di produzione e commercio di armi leggere chiarendo chi produce, a chi vende e quali banche fanno da appoggio (sullo stile della legge 185 che PURTROPPO non contempla il capitolo "armi leggere" ad uso "non militare"). Chiediamo anche che sia avviato lo studio per la proposta di legge sugli intermediari di armi definendone compiti e responsabilità e allargando la trasparenza sul loro agire. Un a legge ad hoc andrebbe presto approvata.

cluster bomb: l'uso delle cluster bomb nell'ultimo conflitto in Libano è l'ultimo capitolo di una storia lunga e sanguinosa. Sulla scorta delle testimonianze delle vittime, degli appelli della società civile e della esperienza fatta con la Campagna contro le Mine antipersona chiediamo che i parlamentari approvino al più presto la proposta di legge per la moratoria totale di produzione, commercializzazione e uso delle cluster bomb. Una proposta di legge già presentata al senato. Non possiamo rimandare scelte evidenti e capaci di tutelare la vita e la qualità della vita delle vittime innocenti dei conflitti. Per quanto ci è dato di sapere (e su questo la trasparenza non è certo alta) potrebbero esserci anche ditte italiane nel gruppo dei produttori di cluster bomb, motivo più per intervenire velocemente ed impedire a tutti noi, come italiani, di essere seminatori di morte nel mondo. L'Italia membro permanente del Consiglio di Sicurezza dell'Onu dal 1 gennaio 2007, giornata mondiale della pace, realizzi ogni sforzo possibile nella logica del disarmo e non solo del limite al riarmo.

nuovi sistemi di arma: attenzione particolare va posta, proprio nella logica del disarmo, al campo della ricerca e studio di nuovi sistemi di arma. Scienza e tecnologia sono al servizio della vita e non della morte. Denunciamo l'aumento di fondi che la nuova legge finanziaria ha stanziato sul capitolo militare e ricerca in campo militare. I nuovi sistemi di arma, già in fase di sperimentazione, sui teatri della guerre attuali, più che garantire la sicurezza, mettono in dubbio, se ancora ce ne fosse bisogno, le libertà e la qualità della crescita democratica nel mondo.

alla Chiesa italiana sul tema disarmo è chiesto maggiore coraggio. Così come è chiesto maggiore coraggio per smascherare il "sistema guerra" che sta imperversando in ogni modo. La "pazzia della guerra" si maschera di umanitario, di libertà, di democrazia, di cooperazione e continua a calpestare troppe donne, uomini, vecchi e bambini, popoli e regioni. Ecco perchè non possiamo fermarci e accontentarci dei piccoli passi fatti. Si tratta ora di avviare un serio e organico lavoro sui temi di "Giustizia e Pace" iniziando dal ridare vigore e spazio alle Commissioni Giustizia e Pace a livello nazionale, diocesano e locale, continuando il lavoro educativo nelle nostre parrocchie e comunità locali, allargando la collaborazione internazionale fra le chiese sui temi della pace e della scelta nonviolenta, infine progettando itinerari specifici di formazione teologica, morale, spirituale alla pace che accompagnino adeguate scelte di denuncia, di rinuncia e annuncio per una nuova "civiltà dell'amore".

Note:
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