UK: Blair interrompe l'inchiesta per corruzione della Bae, azione legale della Caat
La Corner House e la Campagna contro il commercio di armi (CAAT) hanno deciso di intraprendere un'azione legale contro il governo per la decisione del premier britannico Tony Blair di far interrompere l’inchiesta per corruzione che il Serious Fraud Office stava conducendo da due anni su BAE Systems, la società britannica di forniture militari: l’indagine riguardava mazzette pari a 114 milioni di dollari impiegati dalla compagnia per corrompere dignitari dell’Arabia Saudita, pagando, tra l’altro, prostitute, Rolls-Royce e vacanze in California.
La decisione di Blair arriva dopo che il Governo saudita aveva minacciato di annullare l'accordo con la Gran Bretagna per acquistare 72 caccia Eurofighter Typhoon del valore 6 miliardi di sterline (9 miliardi di euro) e offrire il contratto alla Francia. Blair ha spiegato che la chiusura dell'inchiesta è stata vitale per difendere gli interessi della Gran Bretagna: "Se avessimo permesso che l'inchiesta proseguisse, avremmo arrecato un immenso danno agli interessi di questo paese" - ha detto Blair ai giornalisti a Bruxelles. Blair ha poi aggiunto che grazie alla decisione, "si sono salvati migliaia di posti di lavoro". Stesso commento da parte del Serious Fraud Office (SFO), l'ufficio governativo per le indagini nelle frodi che ha motivato la sua decisione nel nome dell'interesse generale invocando la "necessità di preservare la sicurezza nazionale e internazionale", prontamente assicurando che non "non hanno pesato interessi commerciali o economici".
"Una vicenda di cui la stampa britannica denuncia tutta l'ipocrisia di Blair e che sta suscitanto una possibile inchiesta dell'Ocse oltre all'apprensione dei mercati finanziari internazionali, ma sulla quale - guarda caso - sorvolano gli organi di stampa italiani. Eppure qualcosa da commentare ci sarebbe visto che la commessa araba degli Eurofighter riguarda anche l'italiana Finmeccannica che per il 20% controlla il consorzio produttore del caccia" - commenta Giorgio Beretta della Rete italiana disarmo. "Resta il fatto che Finmeccanica ha ampiamente festeggiato per la decisione del Governo Blair di porre fine all'indagine: insomma i topi ballano quando... sparisce il gatto" - conclude Beretta. "Per noi si tratta di un'ottima opportunità d'acquisto per il nostro colosso della Difesa che si trova tra le mani circa 4 miliardi di euro aggiuntivi di commesse" - ha infatti commentato un analista di una sim milanese. Bae Systems controlla il 33% del consorzio per la costruzione di Eurofighter contro il 46% di Eads e il 21% di Alenia/Finmeccanica.
Il Serious Fraud Office (SFO) stava indagando sui conti svizzeri legati alla famiglia reale saudita nell'ambito di una più ampia indagine sulla Bae. Milioni di sterline provenienti dalla britanica Bae sarebbero stati ritrovati sul conto svizzero di Wafic Said, un broker milionario legato alla famiglia reale saudita. Queste mazzette - o fondi neri - per sessanta milioni di sterline avevano lo scopo di "lubrificare" la conclusione dei contratti di Al Yamamah trattati da Margaret Thatcher che ha riguardato la vendita di aeroplani e navi da guerra della BAE all'Arabia Saudita iniziata per la colossale cifra di 50 miliardi di sterline (quasi 75 miliardi di euro) fruttando alla BAE un guadagno annuale di 1,5 miliardi di sterline (quasi 2 miliardi 225 milioni di euro) per una quindicina d'anni. Sebbene la consegna delle navi e dei Tornado sia ormai finita, l'affare è tuttora in corso: l'Arabia Saudita infatti continua a pagare ogni anno milioni di sterline alla BAE per manutenzione, aggiornamento e training.
"Quello che è successo con questa eccezione evidentemente prova che i grandi produttori di armi hanno ricevuto l’immunità sia dalle indagini che da eventuali procedimenti penali" - denuncia George Monbiot sul Guardian. "I soli commercianti di armi processati dal 2000 a oggi sono cinque minuscoli pesci, e se la sono tutti cavata con piccole multe e sospensioni della pena; incluso un uomo che aveva tentato ripetutamente di esportare materiale militare in Iran. Si faccia un paragone col trattamento riservato a chi contesta le industrie produttrici di armi: a Derry, nove attivisti pacifisti che avevano occupato gli uffici della divisione armamenti della Raydeon, sono appena stati messi sotto processo per furto con scasso aggravato e riunione non autorizzata. Se condannati potrebbero passare in carcere degli anni" - commenta George Monbiot sul Guardian.
Un rapporto della Campaign Against the Arms Trade (Caat), dimostra come il 39 per cento di tutti i funzionari pubblici anziani che vanno a lavorare nel privato siano dipendenti del ministero della Difesa britannico che si mettono alle dipendenze di produttori di armi. In cambio, i dipendenti dei produttori di armi vengono passati ad altro incarico all'interno del ministero: l’uomo a capo dell'agenzia governativa Defence Export Services Organisation (Deso), per esempio, precedentemente vendeva armi nel Medio oriente alle dipendenze della Bae.