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Il punto alla fine di Control Arms

La conferenza di revisione ONU è fallita

Non è servita la pressione della società civile mondiale
Fonte: Agenzie stampa - 10 luglio 2006


ARMI. CONTROL ARMS: FALLITA CONFERENZA ONU SU QUELLE LEGGERE

(DIRE) Roma, 10 lug - Amnesty international, Oxfam international
e Iansa (Rete internazionale d'azione sulle armi di piccolo
calibro), promotrici della campagna Control arms, manifestano
"grande sconcerto per il fallimento della Conferenza mondiale
delle Nazioni unite sulle armi leggere e di piccolo Calibro". La
Conferenza, spiegano le associazioni, "si e' infatti chiusa senza
raggiungere un accordo, sebbene la maggior parte dei governi
(compresa l'Unione europea e molti paesi africani e
latino-americani) avessero sostenuto la necessita' di piu' rigidi
controlli sul commercio internazionale delle armi leggere e di
piccolo calibro". Secondo Anna Macdonald, responsabile della
campagna Control arms per Oxfam International, "Il mondo e' stato
tenuto in ostaggio da una piccola minoranza di paesi: durante le
due settimane in cui si e' svolta la Conferenza, le armi di
piccolo calibro hanno ucciso 12.000 persone. Le vittime sono
state tradite e uccise".

AMNESTY: FALLITA CAMPAGNA "CONTROL ARMS" SU ARMI LEGGERE
Stati Uniti hanno reso impossibile accordo

Roma, 10 lug. (Apcom) - Amnesty International, Oxfam
International e Iansa (Rete internazionale
d'azione sulle armi di piccolo calibro), promotrici della
campagna "Control Arms", hanno manifestato grande sconcerto per
il fallimento della Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sulle
armi leggere e di piccolo calibro.

La Conferenza, rende noto un comunicato di Amnesty International
- si e' infatti chiusa senza raggiungere un accordo, sebbene la
maggior parte dei governi - compresa l'Unione europea e numerosi
Paesi africani e latino-americani - avessero sostenuto la
necessità di più rigidi controlli sul commercio internazionale
delle armi leggere e di piccolo calibro.

Terminata il 7 luglio, la Conferenza è giunta ad un punto morto
dopo che una manciata di Stati, tra cui in particolare gli Usa,
ha manifestato una così forte contrarietà su una serie di
punti-chiave, da rendere impossibile qualsiasi accordo. Tra gli
altri Paesi che hanno impedito di fare passi avanti verso
controlli internazionali sul commercio delle armi di piccolo
calibro, la campagna "Control Arms" segnala Cuba, India, Iran,
Israele e Pakistan.

La campagna "Control Arms" porterà la sua richiesta di più
rigorosi controlli sulle armi all'Assemblea generale dell'Onu di
ottobre. In quell'assise, avverte ancora Ai, le decisioni sono
spesso sottoposte a votazione a maggioranza e ciò significa che
una piccola minoranza di Paesi non può bloccarle. Alcuni governi
hanno già dichiarato che intendono presentare una risoluzione al
primo Comitato dell'Assemblea generale, in cui si chiede
l'apertura di negoziati su un Trattato sul commercio di armi,
legalmente vincolante.

La campagna "Control Arms" chiede ai governi di istituire tale
Trattato e di concordare una serie di linee guida globali sulla
vendita delle armi di piccolo calibro, in modo da fermare i
flussi che alimentano le violazioni dei diritti umani e la
povertà nel mondo.

Oltre un milione di persone di 160 Paesi - di cui 40.000 in
Italia - hanno sostenuto la campagna "Control Arms", aderendo
alla 'Petizione del milione di volti', presentata al segretario
generale dell'Onu, Kofi Annan, il 26 giugno, giornata inaugurale
della Conferenza di New York.
Red/Ihr

Armi leggere, Control Arms: "Conferenza Onu fallimentare"

Roma, 10 LUG (Velino) - Amnesty International, Oxfam
International e Iansa (Rete internazionale d'azione sulle
armi di piccolo calibro), le tre promotrici della campagna
Control Arms, hanno manifestato grande sconcerto per il
fallimento della Conferenza mondiale delle Nazioni Unite
sulle armi leggere e di piccolo calibro che si e' chiusa lo
scorso 7 luglio. Durante la Conferenza, infatti, non si e'
raggiunto alcun accordo, sebbene la maggior parte dei governi
(compresa l'Unione europea e molti paesi africani e
latino-americani) avessero sostenuto la necessita' di piu'
rigidi controlli sul commercio internazionale delle armi
leggere e di piccolo calibro. La Conferenza, terminata il 7
luglio, e' arrivata a un punto morto dopo che una manciata di
Stati, tra cui in particolare gli Usa, ha manifestato una
cosi' forte contrarieta' su una serie di punti-chiave, da
rendere impossibile qualsiasi accordo. Tra gli altri paesi
che hanno impedito di fare passi avanti verso controlli
globali sul commercio delle armi di piccolo calibro, la
campagna Control Arms segnala Cuba, India, Iran, Israele e
Pakistan. "Il mondo e' stato tenuto in ostaggio da una
piccola minoranza di paesi - ha dichiarato Anna Macdonald,
responsabile della campagna Control Arms per Oxfam
International. Durante le due settimane in cui si e' svolta
la Conferenza, le armi di piccolo calibro hanno ucciso
dodicimila persone. Le vittime sono state tradite e uccise".
La campagna - riferisce una nota di Amnesty - portera' la sua
richiesta di piu' rigorosi controlli sulle armi all'Assemblea
generale dell'Onu di ottobre. In quell'assise, le decisioni
sono spesso sottoposte a votazione a maggioranza e cio'
significa che una piccola minoranza di paesi non puo'
bloccarle. (segue)
Roma, 10 LUG (Velino) - Alcuni governi hanno gia'
dichiarato che intendono presentare una risoluzione al primo
Comitato dell'Assemblea generale, in cui si chiede l'apertura
di negoziati su un Trattato sul commercio di armi, legalmente
vincolante. "Il mondo ha disperatamente bisogno di un
Trattato, forte e applicato in modo efficace, per fermare
l'attuale flusso di armi verso chi si rende responsabile di
gravi abusi dei diritti umani", ha sottolineato Brian Wood,
responsabile della ricerca sul commercio di armi per Amnesty
International. La campagna Control Arms chiede ai governi di
istituire tale Trattato e di concordare una serie di linee
guida globali sulla vendita delle armi di piccolo calibro, in
modo da fermare i flussi che alimentano le violazioni dei
diritti umani e la poverta' nel mondo. "Facendo fallire
questo incontro - ha commentato Rebecca Peters, direttrice
di Iansa -, i governi hanno gettato alle ortiche
l'opportunita' di agire per salvare vite umane in tutto il
mondo. È inaccettabile che due settimane di discussioni non
abbiano prodotto alcun risultato, soprattutto sapendo che le
armi causano mille morti al giorno". Oltre un milione di
persone di 160 paesi - di cui 40 mila in Italia - hanno
sostenuto la campagna Control Arms, aderendo alla "Petizione
del milione di volti", presentata al segretario generale
dell'Onu, Kofi Annan, il 26 giugno, giornata inaugurale della
Conferenza di New York. Julius Arile, che ha presentato la
petizione a Kofi Annan, ha detto: "Sono venuto a questa
conferenza per chiedere ai governi del mondo di fermare il
flusso di armi verso la zona in cui vivo, nel Kenya del Nord.
Ho perso molti amici e anche mio fratello a causa della
violenza armata. Sono veramente amareggiato per il fatto che
il mondo non abbia fatto nulla per aiutare me e milioni di
persone come me". (red)


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