ARMI: TRAFFICO ILLEGALE, ONU STUDIA COME ARGINARLO
AL VIA CONFERENZA NY. UE GUIDA LINEA DURA, USA MINIMALISTI
Fonte: ANSA - 28 giugno 2006
(di Emanuele Riccardi).
(ANSA) - NEW YORK, 28 GIU - L'obiettivo e' semplice e
teoricamente condiviso da tutti: occorrono regole internazionali
per impedire il traffico illegale delle piccole armi da fuoco,
cioe' pistole, fucili e mitragliatori, che ogni anno provocano
fino a 500mila morti in tutto il mondo.
Se ne occupa in questi giorni a New York l'Onu, che sta
studiando in una conferenza internazionale della durata di due
settimane, come impedire attraverso una serie di misure -come la
tracciabilita' delle armi o la lotta contro i mercanti
clandestini - che il traffico, stimato per un valore di un
miliardo di dollari l'anno, continui a dilagare nel mondo.
In realta' l'obiettivo e' meno semplice da raggiungere di
quanto non sembri a prima vista e a questo proposito la
posizione degli Stati Uniti -la cui Costituzione riconosce a
tutti i diritti di difendersi, cioe' di possedere e di portare
armi- e' emblematica.
Come ha spiegato nel suo intervento alla Conferenza Robert
Joseph, sottosegretario di Stato per il controllo degli
armamenti e per la sicurezza internazionale, ''La Costituzione
Usa garantisce il diritto per i nostri cittadini di possedere e
di portare armi, e questi diritti non verranno toccati''.
Joseph rispondeva alle preoccupazioni emerse negli Stati
Uniti, dove migliaia di aderenti alla Nra (National Rifle
Association, la potente lobby delle armi) hanno inviato lettere
di protesta a Kofi Annan, il segretario generale dell'Onu, o a
John Bolton l'ambasciatore Usa a Palazzo di Vetro, temendo
misure contro di loro.
SI' A ARMI CONTRO REGIMI TIRANNICI, USA - ''Mentre
continueremo ad opporci all'acquisto di armi da parte di gruppi
terroristici -ha spiegato in particolare il capo delegazione
Usa- riconosciamo il diritto per gli oppressi a difendersi
contro i regimi tirannici o che praticano il genocidio e ci
opponiamo ad un bando generalizzato per i cosiddetti attori non
statali'', come movimenti di liberazione o ribelli.
Fonti diplomatiche europee hanno spiegato che sulle
posizioni ''minimalistiche'' degli Stati Uniti troviamo altri
attori di spicco all'Onu, oltre ad essere grossi produttori ed
esportatori di armi, come Russia, Cina o anche Israele. Si
tratta di paesi che intendono ''disciplinare il meno possibile
la questione''.
Tra i punti ancora aperti, c'e' quello di eventuali regole
internazionali sulle munizioni (gli Usa sono contrari, ha
spiegato Joseph), che invece vengono caldeggiate dai paesi
dell'Unione Europea.
LE PERPLESSITA' DI KALASHNIKOV - Tra le preoccupazioni di uno
dei maggiori paesi produttori, la Russia, e' emersa quella
legata alle mitragliette Kalashnikov, che continuano ad essere
prodotti, senza licenza, in diverse repubbliche dell'ex Unione
Sovietica.
Lo stesso inventore del micidiale A-47, Mikhail Kalashnikov,
ha aderito alla campagna, appoggiata anche da organizzazioni
internazionali come Amnesty od Oxfam.
L'ex generale russo, ideatore di una delle armi meno costose
e piu' affidabili mai prodotte, attribuisce all'assenza di
controlli internazionali il fatto che armi di questo tipo
possano finire nelle mani di ''aggressori, terroristi e ogni
razza di criminali''.
ITALIA E UE IN PRIMA LINEA - Carlo Trezza, il rappresentante
permanente dell'Italia alla Conferenza per il Disarmo, che a New
York guida la delegazione italiana, ricorda che l'Italia (forse
uno dei pochi tra i paesi produttori ed esportatori) e l'Unione
europea hanno regole e codici di condotta molto severi sulla
questione e appoggiano appieno il testo messo a punto dal
presidente della conferenza, Prasad Kariyawasam, dello Sri
Lanka. (ANSA).