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La copertura mediatica della conferenza stampa Rete Disarmo

Come far capire che 1000 morti al giorno sono troppi...

Fonte: AdnKronos - ANSA - DIRE - Il Tempo - 28 giugno 2006


ARMI: RETE 'LILLIPUT', NEL MONDO 1000 PERSONE AL GIORNO UCCISE DA QUELLE LEGGERE =
UNA CONFERENZA OGGI ALLA PROVINCIA DI ROMA

Roma, 27 giu. - (Adnkronos) - "Nel mondo mille persone muoiono
ogni giorno uccisi dalle armi leggere: 560 per omicidi criminali, 240
in circostanze legate alla guerra, il resto per morti causali. Si
tratta di una vera epidemia, perche' ogni anno circa 400.000 persone
muoiono uccise da armi legggere". Ad affermarlo e' stato Riccardo
Troisi della rete 'Lilliput', che oggi ha partecipato ad una
conferenza sulle armi leggere, svoltasi a Palazzo Valentini e alla
quale era presente anche il presidente del Consiglio provinciale di
Roma Adriano Labbucci.

Scopo dell'incontro e' stato quello di puntare l'attenzione su
un tema che proprio in questi giorni e fino al 7 luglio, e' al centro
dei lavori delle Nazioni Unite a New York, dove e' in corso una
Conferenza per verificare l'attuazione dell'accordo del 2001 sulle
armi leggere. "Serve - ha sottolineato Troisi - un trattato di
regolamentazione sul commercio di armi. Chiediamo inoltre al Governo
che venga approvata una legislazione italiana sulle armi leggere che
vieti al nostro paese di esportare armi nei paesi poveri".

Durante l'incontro anche l'Istituto di ricerche internazionali d
ell'Archivio del Disarmo ha presentato un suo Rapporto, in base al
quale in Italia, tra il 2004 e il 2005, c'e' stata una crescita delle
esportazioni di armi di fucili, pistole, munizioni ed esplosivi del
22,6%, rispetto al biennio precedente. (segue)

DIFESA: ITALIA SECONDO PAESE ESPORTATORE DI PICCOLE ARMI DOPO USA =
DATO SOTTOLINEATO DAL RAPPORTO DELL'ARCHIVIO DISARMO

Roma, 27 giu. - (Adnkronos) - L'Italia e' il secondo Paese
esportatore di piccole armi (pistole, fucili, mitragliatrici) nel
mondo dopo gli Stati Uniti. Questo il dato sottolineato dal rapporto
di Archivio Disarmo, ''Le armi del Bel Paese 2006'', presentato questa
mattina durante l'incontro su ''Il ruolo dell'Italia per armare il
mondo e per costruire un mondo meno violento'', organizzato dalla rete
italiana per il disarmo nella sede della Provincia di Roma, ''per
sensibilizzare i cittadini sulla Conferenza dell'Onu sul controllo del
commercio della armi leggere iniziata ieri a New York'', spiegano gli
organizzatori.

''Nel biennio 2004-2005 le esportazioni italiane di piccole armi
sono aumentate del 22% rispetto al biennio precedente -segnala il
rapporto- Con la cifra record di 410 milioni di euro di armi vendute
nel 2005, l'Italia e' il secondo esportatore di armi leggere nel mondo
dopo gli Stati Uniti'' ha spiegato Fabrizio Battistelli, esperto di
problemi militari, per il quale ''il problema non e' costituito tanto
dai quattro quinti di vendite destinati ai Paesi industrializzati,
bensi' al restante quinto che approda nel Terzo Mondo. Qui fucili,
pistole e munizioni italiane, talvolta classificate come armi sportive
o da caccia, raggiungono aree che sono teatro di conflitti tra Stati,
guerre civili e forme endemiche di violenza''.

ARMI: ARCHIVIO DISARMO; E' RECORD EXPORT ITALIA,410 MLN EURO
PISTOLE E FUCILI, MILLE MORTI AL GIORNO NEL MONDO
(ANSA) - ROMA, 27 giu - Nel biennio 2004-2005, e' aumentata
del 22,6%, rispetto al biennio precedente, l'esportazione
italiana di armi di piccolo calibro, come fucili, pistole,
munizioni. Lo afferma il rapporto 2006, presentato oggi in
occasione della conferenza dell'Uno sul controllo dei traffici
delle armi leggere in corso a New York, dell'Archivio Disarmo,
presentato oggi in occasione della conferenza dell'Onu sul
controllo dei traffici delle armi leggere in corso a New York,
in cui si sottolinea che i trasferimenti, che nel 2004 erano
stati di 358 milioni di euro, nel 2005 hanno raggiunto la cifra
record di 410 milioni.
Le piccole armi - ricorda la Rete italiana per il disarmo, un
network di oltre 30 associazioni - procurano mille morti al
giorno nel mondo.
L'Italia - secondo il rapporto di Archivio Disarmo - si
conferma, dopo gli Usa, e' il secondo esportatore mondiale di
piccole armi. Nel biennio 2004-2005, il nostro paese ha
esportato armi da fuoco (circa 4/5) nel mondo industrializzato
''ma anche (per il restante quinto) verso le aree che sono
teatri di guerra e di conflittualita' interna compresi alcuni
paesi accusati dall'Onu e dall'Ue di violazione dei diritti
umani, nonche' verso paesi sottoposti ad embargo''. Per il
rapporto,il fenomeno e' frutto delle carenze normative italiane.
Fra le situazioni degne di nota, il rapporto segnala quella
della Colombia dove l'Italia ha esportato fra il 2001-2005 circa
1 milione e 600 mila euro di armi da fuoco e munizioni, ''cio'
malgrado il conflitto strutturale che caratterizza la repubblica
latinoamericana''; il caso del Congo Brazzaville, che nell'
ultimo quinquennio ha acquistato dall'Italia armi e munizioni
per quasi 6 milioni e mezzo di euro; ''una cifra elevata per un
piccolo stato tanto da far pensare che un parte significativa di
queste armi siano transitate nelle vicine zone di conflitto, a
cominciare dalla Repubblica democratica del Congo''. Per
Archivio Disarmo, ''l'Italia deve assumere maggiori
responsabilita'. E' urgente rafforzare i meccanismi di
controllo''.
Secondo la Rete italiana per il disarmo, ci sono 640 milioni
di armi nel mondo, una ogni 10 abitanti. Altri 8 milioni vengono
prodotte ogni anno, insieme a 10-14 miliardi di munizioni:
sufficienti ad uccidere 2 volte tutti gli abitanti della terra.
Il valore annuale del commercio di armi e' di 4 miliardi di
dollari, dei quali piu' di un miliardo e' illegale. La campagna
'Control arms' promossa in Italia dalla Rete italiana per il
disarmo e da Amnesty International ha mobilitato oltre 300
realta' locali, ha raccolto 40 mila foto, fra le quali Alex
Britti, Ligabue, Fiorella Mannoia, Fiorello, Sabina Guzzanti,
Romano Prodi, Alfonso Pecorario Scanio. (ANSA).

UE: ARMI; ASSOCIAZIONI BOCCIANO PROPOSTA LIBERA CIRCOLAZIONE
RISCHI CHE VENGANO ESPORTATE E SIA VIOLATA LA TRASPARENZA
(ANSA) - BRUXELLES, 27 GIU - Con una lettera indirizzata alla
Commissione europea, il Network europeo contro il commercio di
armi (Enaat) e sette organizzazioni internazionali attive nella
lotta contro il commercio di armi, denunciano i rischi che
comporterebbe dare seguito alla recente proposta europea sulla
libera circolazione di armi tra i paesi membri dell'Ue.
I punti che suscitano maggiore preoccupazione riguardano il
rischio di ''ri-esportazione'' delle armi e la violazione dei
principi di trasparenza.
Stando all'intervento delle otto organizzazioni, previsto
dalla procedura di consultazione avviata dalla Commissione, in
particolare preoccupa l'eventualita' che aziende riescano ad
esportare armi verso stati fuori dall'Ue passando dai paesi
membri e traendo cosi' vantaggio dalla politica meno restrittiva
applicata dall'Unione. Se cio' dovesse accadere, si legge nel
testo, si metterebbe a repentaglio la sovranita' dei singoli
stati limitando la possibilita' da parte di questi di adottare
regole piu' rigide.
Inoltre, sostengono ancora le organizzazioni, sarebbe piu'
difficile operare controlli sulla trasparenza, in particolare
nel caso in cui parti che compongono le armi passano da un paese
ad un altro, rendendo cosi' difficile stabilire quale sara'
l'uso finale delle armi in questione.
Nella proposta della Commissione, si sottolinea ancora, le
armi vengono considerate come qualsiasi altro prodotto al quale
deve essere applicato il principio della libera circolazione
nell'Ue, ''un'idea che non rende giustizia alle incomparabili
caratteristiche delle armi e alle conseguenze mortali e
distruttive del loro utilizzo'', si legge nella lettera. (ANSA).

VATICANO: PORRE FINE AL TRAFFICO D'ARMI IN AFRICA =
RISORSE PAESI POVERI SACCHEGGIATE PER TALE COMMERCIO

Citta' del Vaticano, 27 giu. - (Adnkronos) - ''Per la
Chiesa-Famiglia di Dio in Africa, esigere la pace significa esigere la
fine del commercio delle armi nelle zone di guerra''. E' quanto si
legge nei Lineamenta, il documento preparatorio per il secondo sinodo
generale dell'Africa presentato oggi in Vaticano. ''Tutti sanno - si
legge ancora nel testo - in che modo le parti in conflitto si
procurano le armi. C'e' in questo una grande ingiustizia e un furto:
le risorse dei Paesi poveri sono sistematicamente saccheggiate per
alimentare tale commercio. Dobbiamo pretendere che alla forza delle
armi si sostituisca la forza morale del diritto''.

Per fare cio' e' pero' necessario che in primo luogo tali
diritti vengano istituiti. ''L'istituzione del diritto presuppone il
riconoscimento del diritto al dissenso: la facolta' teorica e pratica
di fare obiezione di coscienza di tipo civile, di praticare la
disobbedienza civile nei confronti di certe leggi o ideologie
totalitarie invocando il principio: vale piu' obbedire a Dio che
obbedire agli uomini''.

(LZ) ARMI. PROVINCIA ROMA: COSI' COMBATTIAMO IL TRAFFICO
PRESENTATA A PALAZZO VALENTINI MOZIONE "CONTROL ARMS"

(DIRE) Roma, 27 giu - Una Provincia sempre piu' in prima linea
contro il commercio internazionale di armi leggere e contro chi,
con questo traffico, ci si arricchisce. Si puo' sintetizzare in
questo modo quanto annunciato da Adriano Labbucci, presidente del
Consiglio provinciale di Roma e primo sostenitore della mozione
"Control Arms", presentata oggi a Palazzo Valentini nell'ambito
della conferenza stampa "Mai piu' di mille morti al giorno per le
armi leggere".
Labbucci, nel commentare come la Provincia di Roma voglia
dimostrare tutto il suo appoggio alla lotta contro questo genere
di traffici, ha annunciato quali saranno le iniziative messe in
cantiere. "Ci stiamo muovendo concretamente - sono state le sue
parole - per avere una Provincia che si batta realmente per la
pace e per la promozione dei diritti". Come? E' lo stesso
presidente del consiglio provinciale a dirlo: "Il nostro impegno
si sta concretizzando attraverso una serie di iniziative, tutte
pensate nell'ambito di quanto ha chiesto il Consiglio alla
provincia, e cioe' di impegnarsi a respingere tutte le eventuali
collaborazioni con aziende ed istituti di credito notoriamente
implicate nel commercio internazionale delle armi". "La prima -
ha continuato Labbucci - e' la creazione di un punteggio per gli
istituti di credito che rispondono alle caratteristiche suddette.
La seconda e' l'applicazione di criteri etici nei servizi di
tesoreria. E poi, ancora, la costituzione di progetti per gli
istituti di scuola superiore al fine di promuovere i valori della
pace e dei diritti umani all'interno delle classi". Infine,
secondo Labbucci, la Provincia dovra' anche lavorare
esclusivamente al fianco di sponsor etici, evitando quelli, come
alcuni noti marchi di scarpe da ginnastica, implicati, ad
esempio, "con lo sfruttamento della manodopera minorile nelle
loro fabbriche nei Paesi asiatici o africani".
(Rel/ Dire)
17:44 27-06-06

ARMI. "MAI PIU' MILLE MORTI AL GIORNO" PER QUELLE A USO CIVILE
NEL GIORNO DELLA CONFERENZA ONU, INIZIATIVA ALLA PROVINCIA DI
ROMA CON PADRE ZANOTELLI

(DIRE) Roma, 27 giu - Mille morti al giorno a causa delle armi
da fuoco leggere, quelle destinate ad usi "civili". E per ogni
morto tre feriti. 560 di queste vite perse per omicidi, 250 in
conflitti a fuoco, 50 a causa di incidenti e 140 per propria
mano, quando si decise di farla finita tirando fuori una calibro
9 dal cassetto. 2800 bambini morti in un anno negli Stati Uniti.
Piu' dei soldati a stelle e strisce caduti in Iraq nel corso di
questi tre anni di guerra.
Sono cifre impressionanti quelle che, questa mattina a Roma,
nella sede della Provincia di Palazzo Valentini, sono state rese
note dai promotori dell'iniziativa "Mai piu' 1000 morti al giorno
per armi leggere", un evento organizzato al fine di annunciare i
dati del fenomeno del commercio internazionale di pistole e
fucili per usi non militari.
A presentare l'iniziativa, lo stesso giorno in cui nella sede
Onu di New York e' iniziata la Conferenza internazionale sul
controllo delle armi leggere, sono stati in sei. In prima fila
Padre Alex Zanotelli, il religioso resosi famoso per le sue
posizioni no-global, ma poi anche Adriano Labbucci, presidente
del Consiglio provinciale di Roma, Riccardo Troisi, della rete
Lilliput, Fabrizio Battistelli, dell'Archivio Disarmo, e Gino
Barbato di Amnesty Italia in collegamento telefonico con Sauro
Scarpelli, in linea da New York.
(Rel/ segue)

ARMI."MAI PIU' MILLE MORTI AL GIORNO" PER QUELLE A USO CIVILE-2-

(DIRE) Roma, 27 giu - Il messaggio che i promotori
dell'iniziativa hanno voluto far passare e' semplice: il problema
delle armi leggere e' un' "epidemia", come ricordato da Troisi,
"che bisogna debellare a livello mondiale, come successo per
contrastare epidemie battereologiche come la Saars o l'influenza
aviaria". "E' necessaria - dice Troisi - un'azione dei Governi
attraverso leggi internazionali E' evidente, infatti, che le
cifre ricordate dimostrano come tante armi corrispondano a troppi
morti". "Vorrei presentarvi altri numeri - ha poi aggiunto Troisi
- Ogni anno vengono prodotte 8 milioni di armi leggere, pistole e
fucili sportivi e da caccia per intenderci. Attualmente, invece,
nel mondo sono oltre 640 milioni le armi in questione mentre
supera i 4 miliardi di dollari il fatturato del commercio di tali
oggetti sui mercati internazionali e di oltre un miliardo e' la
cifra corrispondente al fatturato del traffico illecito".
Se questa e' la situazione, cosa si puo' fare per frenare
l'espandersi di questa "epidemia". La risposta ha provato a darla
Fabrizio Battistelli. "Per capire quale puo' essere la soluzione
bisogna prima individuare nello specifico il male. Il problema,
in questo caso, e' che esistono poche norme, in Italia come nel
mondo, che limitano questo genere di commercio".
(Rel/ segue)
19:38 27-06-06

ARMI. "MAI PIU' MILLE MORTI AL GIORNO" PER QUELLE... -3-

(DIRE) Roma, 27 giu - "E' arrivato il momento - conclude
Battistelli - di introdurre nuovi sistemi di regolamentazione
della materia per evitare che questa giungla selvaggia continui".
Per far cio', ha, allora, suggerito Gino Barbato, sara' importante
cercare di far inserire nell'eventuale trattato internazionale
sul traffico di tali armi, un capitolo relativo ai principi
globali. Di che cosa si tratta? "Di principi che possano regolare
questi commerci, come ad esempio, quello che imporra' agli Stati
l'autorizzazione preventiva per tali esportazioni (oggi, secondo
la legge 101 -1975, basta il via libera del Prefetto locale),
oppure quello che impedira' ai Governi di vendere armi a Stati
dove vige un embargo e dove non vengono rispettati i diritti
umani essenziali".
"E' inconcepibile - conclude la conferenza stampa Padre Alex
Zanotelli - che con queste cifre ancora non ci sia una legge
internazionale per risolvere il problema. Per la mia opera di
missionario io sono testimone diretto delle conseguenze di tali
traffici: l'Africa gronda di sangue e cio' e' la dimostrazione di
quanto sia piu' grave il problema quando l'uso di tali armi si
intreccia con la poverta'". "Non bisogna scordare l'Italia - sono
state le sue ultime parole - anche da noi, infatti, l'uso di
queste armi crea gravi problemi, basti pensare a quanto avviene
al Sud con la Mafia e con l'Ndranghetda in Calabria".
Da ricordare, infine, anche l'iniziativa della provincia di
Roma, la quale, per bocca del presidente del Consiglio Labucci ha
ricordato l'impegno della Provincia stessa a respingere tutte le
eventuali collaborazioni con le banche e le aziende implicate nel
commercio internazionali delle armi leggere.
(Rel/ Dire)

Il Tempo

Iniziativa del Consiglio provinciale
«NEL MONDO mille persone muoiono ogni giorno uccise dalle armi leggere: 560 per omicidi criminali, 240 in circostanze legate alla guerra, il resto per morti causali. Si tratta di una vera epidemia, perchè ogni anno circa 400.000 persone muoiono uccise da armi legggere». Ad affermarlo è stato Riccardo Troisi della rete «Lilliput», che ieri ha partecipato ad una conferenza sulle armi leggere, svoltasi a Palazzo Valentini e alla quale era presente anche il presidente del Consiglio provinciale di Roma Adriano Labbucci. Scopo dell'incontro è stato quello di puntare l’attenzione su un tema che proprio in questi giorni e fino al 7 luglio, è al centro dei lavori delle Nazioni Unite a New York, dove è in corso una Conferenza per verificare l’attuazione dell’accordo del 2001 sulle armi leggere. «Serve - ha sottolineato Troisi - un trattato di regolamentazione sul commercio di armi. Chiediamo inoltre al Governo che venga approvata una legislazione italiana sulle armi leggere che vieti al nostro paese di esportare armi nei paesi poveri». Durante l’incontro anche l’Istituto di ricerche internazionali d ell’Archivio del Disarmo ha presentato un suo Rapporto, in base al quale in Italia, tra il 2004 e il 2005, c’è stata una crescita delle esportazioni di armi di fucili, pistole, munizioni ed esplosivi del 22,6%, rispetto al biennio precedente. Il presidente del Consiglio Provinciale Adriano Labbucci ha ribadito la sensibilità dell’aula sul tema, in merito al quale lo scorso anno è stata approvata la mozione "Controls arms": «Quest’anno è in scadenza l’appalto della tesoreria della Provincia di Roma - ha detto Labbucci - e stiamo lavorando ad una nuova gara che preveda criteri ed elementi etici: ad esempio chiedere alle banche se hanno mai commerciato armi o se portano avanti iniziative di solidarietà. Questa è una iniziativa nuova - ha precisato - che finora pochi enti locali hanno adottato».

mercoledì 28 giugno 2006

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