Un rilancio mancato
Si rischia spesso di sconfinare nella retorica parlando di pace. Dal punto di vista psicologico un motivo c’è ed è che tocca sempre all’altro fare il primo passo, dimostrare di non avere intenzione bellicose. L’esito scontato purtroppo è che gli arsenali si riempiono, le guerre dimenticate prosperano, la gente (soprattutto i civili) muore, le spese militari sottraggono risorse ai Paesi poveri dove la fame è endemica al pari del risentimento delle popolazioni verso l’Occidente ricco che sfrutta materie prime e produce armi.
Milano non spezza il gioco delle simmetrie. Ha volontari e invia aiuti, ma fa poco almeno per quanto è in potere di una città e di una regione, che, visti ruolo e peso internazionale oltreché nazionale, darebbero un bel segnale se mettessero in campo iniziative politiche per una cultura della pace, in linea con le tradizioni civiche e riformiste. La contraddizione fra spirito ambrosiano e logiche di forza è esplosa al Pirellone; la Commissione Attività Produttive ha bocciato una proposta di legge di iniziativa popolare, che chiedeva di rivitalizzare l’Agenzia per la riconversione dell’industria bellica. Secondo il voto (per la bocciatura il centro-destra e contro il centro-sinistra, salvo la Margherita che s’è astenuta) il Consiglio non dovrebbe neanche discutere la proposta, né esprimersi nel merito.
E’ nella dialettica democratica che chi governa possa non condividere un’iniziativa e si assuma la responsabilità delle scelte, anche se queste van contro migliaia di cittadini che hanno firmato la richiesta e associazioni quali: Caritas, Acli, Pastorale del Lavoro della Curia, sant’Angelo (i francescani degli incontri di Assisi), per citare le più note della galassia cattolica, in una rete variegata di tanti gruppi.
Non v’è da atteggiarsi ad anime belle e scandalizzarsi: l’industria che produce armamenti ha in Lombardia marchi mondiali, tecnologicamente avanzati, dà lavoro a migliaia di persone.
Ma nessuno si immagina forzature. Promotori dell’iniziativa e vasti settori dell’opinione puntavano a: rilancio dell’Agenzia Regionale istituita 12 anni fa; quadro aggiornato dell’attività industriale esistente; opportunità di riconversione di prodotti militari in civili mantenendo i livelli di occupazione.
La riconversione è una battaglia mondiale per tanti settori, che per loro natura minano la convivenza. La chiedono gli USA all’Iran quanto al nucleare e la Comunità internazionale all’America Latina e all’Asia per le coltivazioni di coca e papavero. V’è consapevolezza che i mercati di armi e droga sono contigui, Milano e Lombardia dovrebbero sentirsi in prima fila nella battaglia tra cultura della vita e della pace e la distruttività.