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Dal Cile

Le armi nelle nostre mani

Una visita alla 14ª edizione della FIDAE, la Fiera Internazionale dell'Aria e dello Spazio(1), rivela come dietro una cornice politicamente corretta, si celi una delle più importanti fiere d'armi dell'America Latina. Il pubblico ammira gli ordigni bellici esposti, e non si fa domande. E se fossero le armi stesse, una volta prodotte, a generare i conflitti?
17 maggio 2006 - Matteo de Bellis
Fonte: Antenne di Pace - 24 aprile 2006


La FIDAE è l'appuntamento dell'anno per gli appassionati di aerei di tutto il Cile. Ha avuto luogo a Santiago nella settimana dal 27 marzo al 2 aprile 2006. Riservata ai soli professionisti del settore, è stata aperta al pubblico nel fine settimana conclusivo. In quei due giorni, la fiera offre quanto di più spettacolare esista nel panorama latinoamericano dell'aviazione militare ed acrobatica. A migliaia, giovani, adulti e tante famiglie si riversano nell'aeroporto, sede della mostra e campo di volo dei velivoli presenti per l'occasione.
Chi non può permettersi i 3.500 pesos dell'ingresso non si lascia disilludere e parcheggia l'auto giusto fuori dall'aeroporto, mettendo in difficoltà la circolazione, ma garantendo l'equo accesso ai sogni ai bambini meno abbienti, ben posizionati col naso all'insù sui tetti delle macchine. Se il volo affascina così tanto l'essere umano, d'altra parte, dev'essere anche perchè si scrolla di dosso le partizioni tipicamente terrestri, i confini e le recinzioni.

Il lato romantico della manifestazione, purtroppo, è solo una cornice politicamente corretta, volutamente costruita per addolcire i toni di una delle più importanti fiere d'armi dell'America Latina. Gli hangar occupati dalla fiera, infatti, ospitano non solo gli stand delle maggiori società costruttrici di velivoli civili e militari, ma anche quelli di produttori di armamenti che ben poco hanno a che fare con l'aviazione. Pistole, fucili d'assalto, mitragliette, mitragliatrici leggere e pesanti, lanciagranate, bazooka, bombe, missili di ogni tipo e gittata. Un arsenale che susciterebbe orrore e preoccupazione, se fosse sequestrato ad un clan mafioso o ad un gruppo terrorista. E invece è qui, in bella mostra, ad uso e consumo dei Santiaguinos, ovviamente entusiasti di farsi fotografare imbracciando un mitragliatore. Si dirà che mafiosi e terroristi sono le mani sbagliate, nelle quali tali armi possono finire soltanto per incidente. Ma davvero esistono mani giuste? Supponendo che esistano, ci sarebbe almeno da chiedersi se una fiera come questa sia capace di distinguere tra presunti "buoni" e presunti "cattivi". Due considerazioni conducono ad una risposta negativa. In primo luogo, la riservatezza estrema che circonda le attività degli "operatori del settore" - avallata da normative nazionali ed internazionali tutt'altro che restrittive - induce a dubitare dell'effettiva buona fede di chi commercia in armi. In secondo luogo, risulta poco credibile che società appartenenti a Paesi colpevoli di reiterate violazioni del diritto internazionale e dei diritti umani - quali Stati Uniti, Russia, Israele e Cina, per fare qualche esempio - possano effettivamente stabilire quali siano i governi meritevoli. Inoltre, la storia insegna che gli alleati ("buoni") di oggi, non difficilmente potrebbero tramutarsi nei nemici ("cattivi") di domani. Esempio lampante, tra i tanti, è il caso di Saddam Hussein, che nei primi anni '80 riceveva armi da parte di molti Paesi occidentali per combattere l'Iran di Khomeini. Le vendite erano talvolta illegali, ma in molti casi regolarmente autorizzate. L'Italia, ai tempi campione nella produzione di mine antipersona, ne piazzò in Iraq diversi milioni. Oggi i nostri soldati rischiano la vita in quegli stessi campi minati.

Alla Fidae le mine antipersona non sono presenti, fortunatamente. Il Cile, come l'Italia ed altri 150 Paesi, ha ratificato la Convenzione di Ottawa. (2) La israeliana IWI Ltd., però, espone fieramente in un poster diversi modelli di missili, tra i quali si annovera il "LAR". Tale missile contiene bomblets ap/am, dotate di una spoletta di autodistruzione che fa esplodere l'ordigno 5 minuti dopo la sua caduta; "O in un altro momento", mi dice la rappresentante della IWI, "dipende da come la programmi". Si tratta, fondamentalmente, di un'evoluzione delle bombe a grappolo, che esplicitamente trasforma in mine programmate quelle submunizioni che prima erano ufficialmente considerate bombe accidentalmente inesplose. "Io non sono un'esperta", continua, "ma se vuoi altre informazioni le trovi sul sito internet della società". Sul sito, ovviamente, non vi è traccia di missili, né di bomblets. (3)
La società israeliana è tra le più esplicite, nel mostrare le proprie armi. Ha una parete coperta di fucili d'assalto, mitragliatori e pistole. Ma anche i russi non scherzano, soprattutto quelli della Russian AK Rifles - più nota come Kalashnikov - e quelli della V.A. Degtyarev Plant, che mettono a disposizione una mitragliatrice per le foto del pubblico. La Elbit Systems presenta "El ejército digital", simulazione nella quale mostra le doti della sala di controllo che vende agli eserciti di tutto il mondo, in grado di guidare, mediante un sofisticatissimo sistema di telecomunicazioni, le operazioni sul campo. Il realismo della simulazione è impressionante, il pubblico accorre. Nel settore della comunicazione tattica lavora anche la statunitense ITT, che adotta lo slogan "Engineered for life". L'immancabile Finmeccanica presenta i suoi sistemi informatici in maniera molto più sobria, accostando ai computer i modellini in scala degli aerei Alenia ed Aermacchi e degli elicotteri Agusta. Altre società italiane presenti sono la IDS, la DMA Marchiori, la Cira, la Beretta e la CBC-Magtech, che presenta una variegata esposizione di proiettili. Per un quarto italiana è anche la MBDA, a Santiago con i suoi celebri sistemi di lancio per missili. Le società italiane, così come le statunitensi, sono ben attente a non mostrare più dello stretto necessario.
Tra le imprese di altri Paesi, prende una posizione originale la coreana Samsung Techwin. Oltre a vendere carri armati, ben mimetizzati sotto lo slogan "Peacekeeping power comes from technology", la Samsung offre i corsi avanzati del suo "Combat Traininig Center". Sembra trattarsi di corsi per disinnescare ordigni, piuttosto che per impiegarli in disposizione offensiva, ma vedere la foto di una Clamore (4) fa sempre paura. Originali sono anche i prodotti della svizzera Ruag, specializzata in munizioni esenti da piombo e tungsteno, quindi innocue per l'ambiente e per la salute del tiratore. Per inventare cartucce innocue per il bersaglio, purtroppo, sembra mancare ancora molta ricerca.
La tedesca Rheimetall Defence porta alla mostra i suoi proiettili per carri armati, mentre la Cina esce dagli schemi, presentando non armi, bensì modelli di razzi spaziali e satelliti che conta di mettere in orbita nel prossimo futuro. Sembra l'unica potenza ad aver letto bene il titolo della manifestazione.

Il Cile è naturalmente rappresentato, in particolare dalla Famae, impresa che produce, tra le altre cose, missili di corta gittata e munizioni di ogni calibro. Grossi proiettili da cannone montano punte di diversi colori, convincendomi a chiederne la ragione. La domanda non merita risposta, e l'incravattato rappresentante della società mi rivolge le spalle.
L'atteggiamento accorto degli espositori non è certo sorprendente. Essi sono ben consci dei limiti morali del loro agire, e sebbene si sentano in grado di formulare argomentazioni sottilissime per giustificare - ai propri occhi prima che a quelli degli altri - la dignità del loro lavoro, ovviamente preferiscono non parlarne. Ciò che stupisce, invece, è l'ignavia - per non dire l'entusiasmo - delle decine di migliaia di persone accorse alla manifestazione. Sorridenti e schiamazzanti, si muovono da uno stand all'altro come stessero passeggiando per le bancarelle di un qualunque mercato, supplicando depliant, volantini, foto e portachiavi. Ascoltano emozionate il gergo da pellicola hollywoodiana di un gendarme esaltato, si lasciano affascinare dalle pareti ricoperte di mitragliatori, escono dall'hangar ed accarezzano con gli occhi la liscia ed inquietante silhouette di un bombardiere B-1, tale e quale a quelli attualmente in tour in Iraq. La gente si lascia convincere, con colpevole ottusità, che se non fossero le società presenti, a vendere le armi, ci penserebbe qualcun altro. Non riflette sul fatto che possono essere le armi stesse, una volta prodotte, a generare i conflitti. Non pensa che, se sui siti internet delle grandi imprese produttrici di armi campeggia la quotazione azionaria della società, aggiornata in tempo reale, quel valore è la misura della colpevolezza della società civile di fronte ai massacri del nostro tempo. E probabilmente la gente non s'interroga neanche sul legame tra armi e guerra, armi e sofferenza, armi e morte.
La Fidae termina com'era cominciata, col naso all'insù. Gli aerei fanno piroette incredibili, mentre sotto il naso ci passano gli strumenti di morte più avanzati della storia. Ben impacchettati, si preparano ai prossimi viaggi: Doha, Farnborough, Kielce. (5)
La via crucis continua.

Note:

Note:

1) La Feria Internacional del Aire y del Espacio, creata nel 1980 - ossia in piena epoca Pinochet - si svolge da allora con cadenza biennale. Vedi http://www.fidae.cl e, per una "biografia" non ufficiale della fiera, http://members.fortunecity.es/fidaeextraoficial/
(2) http://www.icbl.org
(3) http://www.israel-weapon.com
(4) La M18A1 Claymore è senza dubbio una delle più temibili mine antipersona. Essa associa le caratteristiche di bounding mine (salta ad un'altezza di 1/1,5mt prima di esplodere) e di mina a frammentazione (contiene centinaia di pallini di metallo che a seguito dell'esplosione vengono scagliati ad oltre 100mt di distanza). Vedi: http://www.fas.org/man/dod-101/sys/land/m18-claymore.htm
(5) Sono le città dove si svolgeranno le prossime importanti fiere di armamenti. A Doha (Qatar), si svolgerà tra il 15 ed il 17 maggio la MILIPOL. A Farnborough (UK) avrà luogo, dal 17 al 23 luglio, il Farnborough International Airshow. A Kielce (Polonia) dal 4 al 7 settembre si svolgerà la MSPO.


Articolo originale al link

http://www.antennedipace.org/antenne/articles/art_16111.html
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