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4 aprile: Giornata Onu contro le mine

Fonte: Unimondo - 04 aprile 2006


In occasione della 1a Giornata mondiale per la promozione delle azioni contro le mine, indetta dalle Nazioni Unite per il 4 aprile 2006, la Campagna Italiana Contro le Mine riceve gli auguri del Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi. “La significativa ricorrenza odierna sottolinea che, nonostante gli importanti risultati raggiunti nell’ultimo decennio, le mine antipersona continuano a provocare ogni anno numerosissime vittime e costituiscono un grave ostacolo allo sviluppo economico e sociale delle popolazioni in numerose regioni del mondo” - riporta la nota inviata dal Capo dello Stato alla Campagna Mine.

In questa giornata le Nazioni Unite intendono richiamare l’attenzione del mondo intero sul complesso e variegato lavoro che viene quotidianamente svolto in numerosi paesi del mondo per eliminare la minaccia costituita dalla presenza di mine e di ordigni inesplosi, e ricordano la necessità di assistere chi soffre a causa dell’uso e della presenza delle mine antipersona. La bonifica delle aree minate e le operazioni di supporto richiedono tempi lunghi e ingenti risorse e costano la vita, ogni anno, a diverse decine di sminatori. Sono tuttavia operazioni necessarie a garantire la crescita e lo sviluppo delle popolazioni dei paesi che escono da un conflitto.

Le opere di bonifica delle aree minate attualmente si svolgono in 37 Paesi. Ogni anno decine di chilometri quadrati di territorio vengono bonificati e tornano a disposizione delle comunità per la ricostruzione e la ripresa delle attività socio-economiche. Tuttavia, la strada verso un mondo libero dalle mine è ancora lunga: 84 Paesi rimangono minati e si stima che più di 200.000 chilometri quadrati del loro territorio possano essere contaminati da mine e da ordigni inesplosi. Ogni anno rimangono vittime di incidenti dovuti alle mine o agli ordigni inesplosi tra le 15.000 e le 20.000 persone, mentre è in costante crescita il numero di persone che, a causa di tali incidenti, sono costrette a vivere il resto della loro vita con gravi disabilità.

“Fermare questo stillicidio è possibile solo con un’adeguata mobilitazione di risorse e con il sostegno della comunità internazionale” - afferma Annalisa Formiconi, Presidente della Campagna Italiana Contro le Mine- “È questo l’impegno che hanno preso i paesi che aderiscono al Trattato di Ottawa che bandisce le mine antipersona: ogni paese firmatario è tenuto a bonificare il proprio territorio dalle mine entro 10 anni dall’entrata in vigore del trattato, mentre tutti i paesi che sono in grado di farlo, che possiedono cioè sufficienti risorse, hanno l’obbligo di sostenere le azioni contro le mine e l’assistenza alle vittime nei paesi più poveri. Anche l’Italia è chiamata a fare la sua parte rinnovando il suo impegno a sostegno delle azioni contro le mine finanziando adeguatamente il Fondo Istituito con la Legge 58 del marzo 2001 che, negli ultimi anni è stato più che dimezzato”.

Un appello all’impegno contro le mine viene anche dagli studenti di sei scuole romane che partecipano al percorso di “educazione alla pace” promosso dalla Campagna Mine. In occasione della prima giornata mondiale per la promozione delle azioni contro le mine, gli studenti inviano al Capo dello Stato i lavori più significativi che hanno realizzato durante il loro percorso educativo. Nel corso di questa iniziativa, che dura ormai da due anni, gli studenti hanno raccolto più di 1500 firme per richiedere l’adesione del Nepal al Trattato di Ottawa per la messa al bando delle mine, hanno realizzato lavori di ricerca sull’argomento mine e sui Paesi colpiti da questo problema, hanno elaborato testi teatrali e poesie e hanno organizzato numerose iniziative di sensibilizzazione sull’argomento mine per genitori, insegnanti e abitanti dei loro quartieri.

La Campagna Italiana Contro le Mine riceve l’incoraggiamento del Capo dello Stato nella nota della Presidenza della Repubblica: “[...] un caloroso augurio di buon lavoro assieme al mio incoraggiamento a proseguire la costante e meritoria opera di sensibilizzazione.”

ALCUNI DATI:

MESSA AL BANDO DELLE MINE ANTIPERSONA: Ad oggi, la Convenzione di Ottawa per la proibizione di uso, produzione, stoccaggio e trasferimenti di mine e per la loro distruzione conta 150 Stati-parte. Altri quattro stati l’hanno firmata ma non ancora ratificata. Mancano ancora all’appello 40 Stati, tra cui Cina, Russia, Stati Uniti, India, Pakistan, Egitto, Israele e Finlandia.

USO: Nel 2004 è stato registrato uso di mine antipersona da parte di tre governi (Birmania, Nepal, Russia) e si sospetta l’uso da parte della Georgia. Hanno inoltre usato mine gruppi armati non statali in 13 Paesi (Birmania, Burundi, Colombia, Filippine, Georgia, India, Iraq, Nepal, Pakistan, Russia, Somalia, Turchia, Uganda) e su scala minore in Afghanistan, Egitto, Sri Lanka eYemen.

PRODUZIONE: E’ sceso a 13 il numero dei Paesi che nel 2004 hanno prodotto mine o si sono riservati di farlo (Birmania, Cina, Corea del Nord, Corea del Sud, Cuba, India, Iran, Nepal, Pakistan, Russia, Singapore, USA, Vietnam). Rispetto al dall’anno scorso sono usciti dalla lista Egitto e Iraq.

COMMERCIO: Continua il blocco di fatto del commercio legale di mine.

AREE MINATE: Risultano ancora minati 84 Paesi (di cui 54 hanno aderito al Trattato di Ottawa per la messa al bando delle mine) e otto aree non riconosciute come stati indipendenti. Nel 2004 sono stati liberati dalle mine complessivamente 135 km quadrati di terreni in 37 Paesi (i due Paesi in cui sono stati sminati i territori più ampi sono Afghanistan, con 37 km/q, e Cambogia con 32). Paesi come la Bosnia, il Ciad,la Croazia, il Niger e la Tailandia dovrebbero completare la bonifica da mine nel 2009, ma è improbabile che ce la facciano. Lo stesso vale per la Cambogia, che ai sensi del Trattato di Ottawa dovrebbe completare la bonifica entro il 2010.

Note:
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