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Iraq

Migliaia di Beretta in mano ad Al-Qaida fornite da GB

Fonte: ApCom - 19 marzo 2006


Lo scandalo delle pistole beretta messe fuori uso dal ministero degli interni italiano e finite nelle mani della guerriglia irachena rimbalza in gran bretagna. Sarebbe stato infatti proprio il governo britannico il tramite essenziale per far arrivare nelle mani di Zarqawi le oltre 20 pistole della fabbrica di Brescia finite in Iraq nelle... 'mani sbagliate?.
Secondo quanto scrive l'Observer, l'anno scorso il Ministero dell'Industria e commercio britannico finalizzo' un accordo per la consegna di queste armi agli iracheni. tuttavia, aggiunge il giornale, non ci sono prove che siano stati definiti anche sistemi e controlli straordianri per evitare che queste armi finissero nelle mani della guerriglia irachena.
Il Guardian ricostruisce in questo modo il cammino che ha portato le armi in Iraq. In data non precisata il governo Usa avrebbe chiesto alle Taos Industries, la società che procura le armi al Pentagono, di trovare pistole e altre armi per la polizia irachena. La Taos avrebbe quindi contattato la società britannica Supervision che a sua volta avrebbe aperto una trattativa con la Beretta. Sempre su sollecitazione della Supervision un'altra industria del settore, la Helston Gunsmiths, sarebbe entrata
nell'affare per ottenere una licenza di esportazione dal governo di Londra.

Il ministero dell'industria e commercio a quel punto dà il suo ok e le Beretta partono dall'italia per giungere all'aeroporto di Stansted da dove poi proseguono fino a giungere in una base militare di Baghdad. Quindi, nel febbraio 2005 vengono consegnate all'autorità provvisoria irachena perché dia le armi alla polizia. Capire a questo punto cosa sia successo è compito delle magistrature italiane e britannica.

Del caso delle pistole beretta finite nelle mani della guerriglia in italia si parla da tempo . Nelle settimane scorse il caso era stato ricostruito dal settimanale L'Espresso.
Nel febbraio del 2003 - rivelava a fine febbraio il settimanale - il ministero dell'Interno cede alla fabbrica bresciana 44.926 pistole Beretta 92S, definite "fuori uso". Ma la fabbrica bresciana le rimette a posto, rivendendole. Dopo avere rinunciato alla cessione delle pistole al governo di Baghdad, le armi
vengono pagate dalla Super Vision International ltd, "una sigla inglese sconosciuta". "Il primo stock di 20.138 pezzi viene consegnato nel luglio 2004. Ma queste armi finiscono in Iraq" e nel febbraio dello scorso anno i carabinieri di stanza nel paese mediorientale comunicano che "alcune pistole Beretta 92S sono state rinvenute in possesso di forze ostili".
A questo punto la magistratura sequestra nei depositi della Beretta le restanti 15.478 pistole già acquistate dalla misteriosa società britannica. L'azienda sostiene che "avendo la licenza per fabbricare armi poteva anche ripararle e rivenderle e che quelle pistole non potevano essere considerate da guerra". I giudici, conclude l'Espresso, le danno torto su tutta la linea. "Ma il decreto sulle Olimpiadi di Torino approvato lo scorso 8 febbraio apre uno spiraglio per il colosso bresciano, guidato da Ugo Gussalli Beretta" commentava a quel punto il quotidiano la stampa di tTorino riprendendo l'espresso. I fabbricanti di armi, infatti, sono autorizzati "alla riparazione delle armi prodotte" e "alle attività commerciali connesse".

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