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Armi in Italia dall'Iraq, il colonnello non risponde

Luca Ingegneri
Fonte: Il Gazzettino - 12 febbraio 2006


Si è avvalso della facoltà di non rispondere alle contestazioni della Procura. E durato pochi minuti l'interrogatorio del colonnello Mario Ruggiero, quarantasei anni, di Fiumicino, comandante del 3 Reggimento Genio Guastatori all'epoca della missione "Antica Babilonia". L'ufficiale è il secondo indagato per l'arsenale di provenienza irachena rinvenuto negli scantinati della caserma Berghinz di Udine a tenere la bocca chiusa.
Ruggiero si è presentato davanti ai carabinieri della squadra di polizia giudiziaria della Procura militare di Padova assieme al suo legale di fiducia, l'avvocato Cinzia Fuggetti. Ha subito dichiarato di non volersi sottoporre all'interrogatorio. Almeno in questa fase non intende replicare alle accuse mosse dal procuratore militare Sergio Dini. L'ex comandante del Genio Guastatori si è limitato a prendere visione del voluminoso fascicolo d'indagine. Poi ha compilato il verbale con le proprie generalità ed ha lasciato gli uffici della Procura di via Rinaldi.
Evidentemente in questa fase i principali indagati preferiscono adottare una tattica attendista. L'identica strategia processuale era stata scelta pochi giorni fa dal capitano Stefano Venuti. Anch'egli aveva preferito faie scena muta davanti agli investigatori. L'unico ad aver fornito finora esaurienti spiegazioni è stato il colonnello Silvio Zagli, attuale comandante della caserma Berghinz, l'unico a non aver preso parte alla missione irachena. E' stato nel frattempo fissato per la prossima settimana l'interrogatorio del quarto indagato, il maresciallo Bruno Garlant, appena rientrato da una missione in Afghanistan.
La polizia giudiziaria di via Rinaldi dovrebbe ultimare a breve l'esame della copiosa documentazione inviata dallo speciale nucleo carabinieri di stanza a Nassiriya. te armi rinvenute nella caserma udinese sarebbero state recuperate nel corso di numerose operazioni di rastrellamento e! pattugliamento in territorio iracheno. I verbali di sequestro sarebbero stati regolarmente redatti all'atto del ritrovamento, secondo quanto stabilito dalle disposizioni dello Stato Maggiore della Difesa. Peccato che uno dei compiti del 3 Reggimento Genio Guastatori fesse poi quello di provvedere alla distruzione degli arsenali appartenenti alla guerriglia. In altre parole Kalashnikov, pistole semiautomatiche Beretta, lanciarazzi Rpg, fucili da cecchino, mitragliatrici pesanti e cannoncini non avrebbero dovuto arrivare nel nostro paese.

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