Importante sostegno
La campagna Control Arms al Comune di Busto Garolfo
Articolo tratto dal giornalino comunale
Marina Gornati
Fonte: Comune di Busto Garolfo - 24 novembre 2005
Su proposta dell’Assessorato alla Pace, il Comune di Busto Garolfo ha ufficialmente aderito alla Campagna “Control Arms” che mira ad istituire un Trattato Internazionale sul Commercio di Armi (ATT) allo scopo di porre un freno allo sviluppo incontrollato delle armi c.d. “leggere”.
Ogni anno, 8 milioni di armi vengono prodotte e circa mezzo milione di persone resta ucciso dalla violenza armata.
In molte zone della terra, le armi proliferano liberamente grazie anche alla mancanza di regolamentazioni sulla loro commercializzazione. Conseguenze di questa diffusione incontrollata sono l’aumento dei conflitti, l’abuso dei diritti umani, la drastica riduzione di risorse e opportunità per sfuggire alla povertà.
Come possono interi Paesi svilupparsi e migliorare le proprie condizioni quando un terzo di loro investe più nel militare che nella sanità? In Africa, Asia, Medio Oriente si spendono ogni anno circa 22 miliardi di dollari per l’acquisto di armi: una cifra che avrebbe permesso a questi Paesi di allinearsi agli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, eliminando l’analfabetismo e riducendo la mortalità infantile e materna.
In cattive mani, armamenti sempre più veloci e potenti, non significano altro che più abusi e più vite spezzate. Eppure, il flusso di armi verso coloro che violano i diritti umani e le leggi umanitarie resta costantemente ignorato da molti governi e istituzioni.
La “lotta al terrorismo” non ha rinnovato l’interesse ad un maggiore controllo degli armamenti, anzi, la situazione è peggiorata e sono soprattutto le armi leggere ad essere trascurate e meno controllate. La pistole non sono mai state così facilmente reperibili, mentre i fucili moderni possono essere trasportati e addirittura riassemblati da bambini di dieci anni. Ed è così che circa trecentomila bambini sono utilizzati come soldati nei conflitti.
La Campagna, lanciata già nell’ottobre del 2003 da una coalizione formata da Amnesty International, Oxfam e Iansa (International Action Network on Small Arms, ossia la Rete Internazionale di azione sulle armi leggere), ha trovato fin da subito sostegno in 20 premi Nobel per la Pace ed è supportata da diverse Organizzazioni Non Governative ed esponenti di spicco della società civile e politica sia italiana che internazionale.
Per promuovere il Trattato non si è voluto procedere ad una semplice raccolta firme, ma si è lanciato lo strumento della fotopetizione così da raggiungere un milione di volti entro il luglio 2006 quando sarà presentata a New York in occasione della seconda Conferenza dell’ONU sui traffici illeciti di armi leggere. Sarà allora che diverse ONG (Organizzazioni Non Governative) chiederanno ai Governi di tutto il mondo un impegno ufficiale che porti all’adozione del Trattato.
Il sostegno alla Campagna da parte del Comune di Busto G. si è concretizzato non solo tramite l’adesione alla fotopetizione (con Sindaco, Assessori ed alcuni Consiglieri immortalati a fine Consiglio Comunale) ma, anche, con la promozione dell’omonima mostra fotografica “Control Arms” tenutasi in occasione della scorsa Fiera Autunnale durante la quale numerosi sono stati i visitatori che si sono fatti ritrarre, chi avvolti in colorate bandiere della pace, chi con lo slogan “Io ci metto la faccia e tu?”.
La mostra, itinerante, è stata creata dalla Rete Italiana Disarmo che, oltre a contribuire alla promulgazione del Trattato, promuove una revisione in senso più rigoroso e vincolante del Codice di Condotta Europeo sull’export di armamenti.
Inoltre, a livello nazionale, conduce opera di sensibilizzazione sul tema delle armi allo scopo di migliorare gli strumenti legislativi e di trasparenza esistenti in Italia difendendo la L. 185/90 (ora L. 48/03) a monitoraggio delle esportazioni italiane, premendo per l’introduzione di una legislazione nazionale sugli intermediatori di armi (brokers) e richiedendo una legislazione più rigida in materia di armi leggere, rafforzando i vincoli all’export, aumentando gli standard di trasparenza e tracciabilità. Le armi leggere godono in Italia di una disciplina meno rigida rispetto a quella prevista per altri sistemi d’arma e, sicuramente, insufficiente. Il nostro Paese, infatti, raggiunge la triste posizione di quarto produttore e di secondo esportatore mondiale di armi leggere.