Italia: il 61% degli italiani contrario alla missione in Iraq
Il 61% degli Italiani è contrario alla missione italiana in Iraq, anche se il 58% degli italiani considera le nostre Forze armate all’altezza dei compiti che sono chiamate a svolgere, contro il 27% che le ritiene poco (20%) o per niente (7%) all’altezza – soltanto il 32.6% di un campione di 400 intervistati è favorevole alla missione italiana in Iraq - afferma DifeBarometro, osservatorio permanente su Forze armate e società realizzato da Archivio Disarmo e Swg di Trieste. L'inchiesta riporta che, in generale, gli italiani hanno fiducia nelle Forze armate, ma questo sostegno è diminuito di nove punti percentuali da tre anni a questa parte, in pratica da quando è stato deciso l'intervento in Iraq. La natura della situazione in Iraq genera, infatti, dubbi in merito alla effettiva capacità delle Forze armate nazionali di eseguire il proprio mandato in un contesto di conflitto aperto e oggetto di controverse valutazioni politiche. Alcuni risultati del rapporto, che sarà presentato agli inizi di novembre, sono stati anticipati nel corso di un convegno organizzato dalle deputate Elettra Deiana (Prc) e Silvana Pisa (Ds), del Forum dei parlamentari pacifisti.
Rispetto all’ultima rilevazione, precedente alla guerra in Iraq, si registra un calo percentuale delle valutazioni positive alle Forzwe Armate pari al 9%. "Esiste dunque una controtendenza rispetto al periodo 1994-2002, caratterizzato da una costante crescita della popolarità delle Forze armate" - nota Archivio Disarmo. Il trend di popolarità delle Forze Armate, che era cresciuto nel periodo 1994-2002 da poco più del 35% ad oltre il 60 %, è in calo a partire dal 2002. "Ciò è spiegabile con la natura della situazione in Iraq, che genera dubbi in merito alla effettiva capacità delle Forze armate nazionali di eseguire il proprio mandato in un contesto di conflitto aperto e oggetto di controverse valutazioni politiche" - nota Archivio Disarmo.
''Il sondaggio - ha detto il sociologo Fabrizio Battistelli, dell'Archivio - ha evidenziato come il 58% dell'opinione pubblica italiana abbia fiducia nelle forze armate, ma nel 2002, prima dell'intervento in Iraq, la percentuale che sosteneva i militari era ben piu' alta''. Secondo Battistelli, ''il futuro governo dovrà risolvere il problema della partecipazione italiana, una missione che costa, non ha vantaggi di nessun tipo, e soprattutto non è condivisa, come dimostrarono anche i sondaggi della vigilia, che evidenziarono una forte diffidenza da parte dei cittadini, di destra come di sinistra, verso l'uso della forza all'estero''. Oggi, secondo Battistelli, anche nelle stesse forze armate c'è scetticismo riguardo all'intervento in Iraq: ''I militari - ha sottolineato il sociologo - sono seccati di essere impegnati in una missione che molti di loro considerano senza capo nè coda, lo dimostrano i sondaggi effettuati dall'Archivio''.
Sul tema della pace e dell'uso della forza, secondo Elettra Deiana e Silvana Pisa, va riaperta la discussione all'interno dell'Unione. ''C'è una divergenza - afferma Deiana - non solo tra le forze politiche del centrosinistra, ma anche tra la posizione della coalizione, che sul tema del ritiro dall'Iraq si è dimostrata ondeggiante, e il popolo dell'Unione, che è pacifista''. Inoltre, secondo la deputata del Prc e membro della Commissione difesa, ''vanno rinegoziate le servitù militari, l'esistenza stessa delle basi statunitensi in Italia''.
Difebarometro, l’osservatorio permanente su Forze Armate e società, è un’iniziativa congiunta di Archivio Disarmo, Istituto indipendente di ricerca sui temi della pace e della sicurezza internazionale, e SWG, primaria società di sondaggi da anni presente sul mercato italiano. I punti salienti del Rapporto n° 8 riguardano il giudizio dell’opinione pubblica italiana sulla missione in Iraq e come questo sta influenzando il consenso verso le Forze Armate. [GB]