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Armi: prosegue la discussione alla Camera sulla Relazione alla 185

Gli interventi del sottosegretario Berselli e i commenti dei membri delle commissioni. L'intera seduta scaricabile in allegato
Benedetta Verrini
Fonte: Vita.it - 24 giugno 2005


Le commissioni riunite Esteri e Difesa della Camera ieri hanno ripreso la discussione sui dati della Relazione annuale della legge 185/1990, relativi all'export di armi nel 2004.
E' intervenuto il sottosegretario alla Difesa, Filippo Berselli, per rispondere ad alcuni dubbi emersi nel corso della discussione.
Berselli ha chiarito che "le forniture a Paesi terzi di materiali di armamento rispondono precisamente ai principi ed alle priorita` della politica estera italiana. (...) Per quanto concerne i Paesi extra-Nato ed extra-Unione europea, l'Italia si ispira, oltre che al dettato della legge n. 185 del 1990, anche ai condivisi criteri selettivi che discendono dal «Codice europeo di condotta », che tra i destinatari di forniture militari privilegia quei Paesi che non siano in stato di tensione interna o esterna, in situazioni conflittuali ovvero che siano stati riconosciuti colpevoli di sostanziali violazioni dei diritti umani; alle prescrizioni dell'« Intesa di Wassenar » (e, nel settore di competenza, del Regime di Controllo delle Tecnologie MissilisticheMTCR), che sono concordate in sede multilaterale e sono finalizzate al contrasto e contenimento dell'accumulo destabilizzante – in aree o Paesi a rischio – di materiali d'armamento".

A Berselli ha replicato, tra gli altri, l'onorevole Silvana Pisa (Ds), che ha definito "scarne e elusive" le risposte del sottosegretario. "D'altronde, l'interrogativo principale che ci si e` posti", ha detto la Pisa, "e` il seguente: sulla base di quale politica estera noi determiniamo il commercio degli armamenti? Tale interrogativo e` rimasto senza risposta. La legge n. 185 del 1990, di cui le Commissioni esaminano oggi la relazione annuale, in essa prevista, e` una legge importante. (...) Essa assume come orizzonte l'adozione di misure idonee alla progressiva dismissione dell'industria bellica e alla sua graduale riconversione produttiva: questo in un ottica progressiva di « riduzione del danno », che impegna il nostro Paese a non alimentare i conflitti nel mondo e a non aiutare militarmente i paesi responsabili di violazioni dei diritti umani".

"Queste tematiche non solo non sono mai state attuate fino in fondo", ha sottolineato la parlamentare, "ma la legge n. 185 e` stata progressivamente svuotata di contenuti (...). Infine, ed e` storia di questi ultimi mesi, si e` proceduto a stilare una serie di intese bilaterali nel campo dei materiali di armamenti con paesi a rischio quali l'Indonesia, l'Algeria, Kuwait, Israele, Giordania. Condivide quanto esposto in merito in Assemblea dal deputato Mattarella: mediante questi accordi si instaura un regime privilegiato nelle procedure relative all'interscambio di armamenti sinora in vigore solo nei confronti di Paesi membri dell'Unione europea e della Nato, con Paesi a rischio, di fatto sospendendo i controlli della legge n. 185. Si configurano come intese generali e astratte accordi in realta` finalizzati quasi esclusivamente alla coproduzione e allo scambio di armamenti. Gli accordi stipulati inoltre concedono larghissima autonomia nel trovare anche altri ambiti o programmi di cooperazione oltre a quelli indicati nel testo sottoposto all'autorizzazione alla ratifica del Parlamento, il che configura un aggiramento del controllo delle Camere; nel testo dell'accordo con Israele e` contenuta addirittura una clausola di segretezza".

La discussione è stata rinviata ad altra seduta. Per leggere l'intera discussione e tutti i rilievi effettuati dai parlamentari, scaricare l'allegato nella colonna a destra dello schermo (.pdf)

Note:
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