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Armi: tonnellate trasportate in Congo da compagnie inglesi

19 luglio 2005
Fonte: Unimondo.org - 07 luglio 2005


Oltre 40 tonnellate di armi e munizioni per ogni volo, comprese granate e lanciamissili, sono state trasportate da compagnie di volo inglesi dall'est Europa alla regione dei Grandi Laghi in Africa devastata dai conflitti: lo denuncia Amnesty International in un un rapporto pubblicato a Londra. Dal rapporto emerge che tre compagnie basate in Gran Bretagna (African International Airways e Intavia in Crawley nel west Sussex e Platinum Air Cargo di Egham nel Surrey) tra ottobre e novembre nel 2002 hanno trasportato almeno sei carichi di armi prodotte in Albania dalla capitale, Tirana, a Kigali in Ruanda. Le armi, finite nelle mani dei ribelli del Congo orientale, sarebbero state trasferite nonostante l'embargo delle Nazioni Unite. Una di queste compagnie, l'Intavia, che fornisce voli cargo anche per il Ministero della Difesa britannico ha dichiarato che il Foreign Office e il Ministero delle Dogane britannico avrebbero sollevato la compagnia da ogni illecito e che credeva si trattasse di "normali trasferimenti tra governi".
Il rapporto di Amnesty:
Democratic Republic of Congo, Arming the East

Il dettagliato Rapporto di Amnesty International rivela il ruolo di venditori, intermediatori e trasportatori di molti paesi tra cui Albania, Bosnia ed Erzegovina, Croazia, Israele, Regno Unito, Repubblica Ceca, Russia, Serbia, Stati Uniti e Sudafrica. La ricerca ricostruisce il percorso delle armi e delle munizioni dirette ai governi di Repubblica Democratica del Congo (RDC), Rwanda e Uganda e la loro successiva distribuzione a milizie e gruppi armati operanti nella RDC e coinvolti in atrocità qualificabili come crimini di guerra e crimini contro l’umanità. “Nei sette anni di guerra della RDC hanno già perso la vita milioni di persone. Le armi continuano ad affluire e i gruppi armati continuano a compiere stupri, devastazioni e uccisioni di civili. Se la comunità internazionale, le Nazioni Unite e i paesi limitrofi non fermeranno questa proliferazione, il fragile processo di pace collasserà, con disastrose conseguenze per i diritti umani” – ha dichiarato Marzia Marzolla, responsabile di Amnesty Italia per l’Africa centrale.

Il nuovo rapporto di Amnesty International dimostra come per tutta la durata del processo di pace nella RDC, agenti legati a questo governo e a quelli di Rwanda e Uganda abbiano continuato a fornire aiuti militari alle milizie e ai gruppi armati operanti nell’est del paese. Il rapporto denuncia anche il perdurante coinvolgimento del trafficante russo Victor Bout e di suoi stretti collaboratori che, attraverso operatori locali, hanno continuato ad armare segretamente tutte le parti in conflitto nella RDC e il traffico di diamanti.

Una denuncia che si somma a quelle fatte nei giorni scorsi sempre da Amnesty che riguarda le esportazioni di armi da parte degli Stati membri del G8 verso paesi più poveri e devastati dai conflitti e a quella del quotidiano britannico "Guardian" che ha recentemente rivelato come negli ultimi quattro anni la vendita di armi britanniche ai paesi africani si è quadruplicata raggiungendo livelli record attorno al miliardo di sterline.

Nel presentare il rapporto, Amnesty International chiede al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di rinnovare e rafforzare l’embargo sulle esportazioni di armi verso la RDC e di imporre rigide restrizioni o embarghi nei confronti di qualunque Stato responsabile di aver esportato armi ai gruppi armati o alle milizie della RDC. "Il Consiglio di Sicurezza deve anche assicurare che tutti i voli nella RDC orientale vengano monitorati, 24 ore su 24, da ispettori specializzati delle Nazioni Unite e che tutti gli aerei a bordo dei quali saranno state trovate armi illegali verranno lasciati a terra" - afferma Amnesty.

L’organizzazione per i diritti umani chiede inoltre a tutti gli Stati di assicurare che le violazioni degli embarghi delle Nazioni Unite siano considerate un grave reato di natura penale e di indagare su tutte le denunce fondate di trasferimenti illegali di armi. Gli Stati fornitori menzionati nel rapporto dovrebbero indagare su eventuali violazioni delle proprie leggi e verificare se le norme che regolano i trasferimenti di armi siano sufficientemente rigide e in linea con il diritto internazionale. Amnesty International con Oxfam e Iansa sta conducendo la Campagna Control Arms per l’adozione di un Trattato internazionale sul controllo dell'esportazione di armi che regoli rigorosamente i trasferimenti di tutte le armi convenzionali e impedisca che queste siano usate per compiere gravi violazioni dei diritti umani. La Campagna Control Arms è promossa in Italia anche dalla Rete Disarmo.

Note:
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