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Armi: Rete Disarmo plaude al sì Vaticano al Trattato sulle armi leggere

"Una presa di posizione di grande rilievo" - commenta Riccardo Troisi della Rete Disarmo la presa di posizione della Santa Sede che ha esortato la comunità internazionale ad "affrontare seriamente il discorso sulla creazione di un Trattato sul commercio delle armi leggere e di piccolo calibro.
13 luglio 2005
Fonte: Unimondo

La Santa Sede esorta la comunità internazionale ad "affrontare seriamente il discorso sulla creazione di un Trattato sul commercio delle armi leggere e di piccolo calibro" come "strumento per eliminare l'illecito traffico di armi e le attività ad esso connesse, come il terrorismo, il crimine organizzato e la tratta di persone, per non parlare del traffico di droga o di altri lucrosi traffici". Lo ha affermato ieri mons. Celestino Migliore, Osservatore permanente della Santa Sede all'Onu intervenendo alla "Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio illegale di armi leggere e di piccolo calibro" in corso in questi giorni a New York. Nel suo discorso, il testo del quale è stato diffuso oggi in Vaticano, il diplomatico ha definito il commercio illegale di armi leggere "in contrasto con la pace, lo sviluppo e la sicurezza". Sul piano delle forniture, l’arcivescovo Migliore ha posto in risalto le iniziative contenute nel "piano di azione" volte a rafforzare i meccanismi di prevenzione, riduzione, responsabilità e controllo, con particolare riguardo ai sistemi per l’identificazione e la distruzione delle scorte di armi illegali. Il presule ha rilevato che, da quattro anni a questa parte, si sono accumulate informazioni ed esperienze sull’argomento, mentre la società civile e le organizzazioni non governative (Ong) hanno giocato un ruolo importante nel contrastare i traffici illeciti.

"Una presa di posizione di grande rilievo - commenta Riccardo Troisi della Rete Disarmo - che darà ulteriore impulso alla diffusione a livello territoriale alla Campagna "Control Arms" sostenendo il lavoro già in atto in molte parrocchie e movimenti". "L'impegno della Santa Sede su questi temi è di lunga data ma, per poter arrivare ad un Trattato internazionale sul commercio delle armi, è necessaria l'attivazione capillare della rete di parrocchie, centri giovanili, movimenti e associazioni che fa sentire la viva voce del mondo cattolico cosi come è stato fatto per la Campagna a favore della cancellazione del debito dei Paesi del Sud del mondo". Promossa a livello internazionale da Oxfam, Amnesty International e Iansa ed in Italia anche dalla Rete Disarmo, la campagna Control Arms intende raccogliere un milioni di volti in una fotopetizione da inviare alla Conferenza Onu sul Disarmo del 2006.

"Le armi leggere sono le vere 'armi di distruzione di massa' del mondo contemporaneo che, come ha reso noto proprio ieri il Rapporto "Small Arms Survey 2005", nel 2003 hanno causato tra gli 80 e i 108 mila morti, molti di più rispetto alle stime precedentemente accreditate" - sottolinea Giorgio Beretta di Opal, l'Osservatorio sulle armi leggere di Brescia. "Occorre certamente migliorare gli strumenti per perseguire i traffici illeciti, ma non va dimenticato che il cosiddetto 'commercio legale di armi', soprattutto di quelle piccole e leggere, è il primo responsabile di questi traffici illeciti. Il Rapporto Onu in materia sottolinea, infatti, che "gran parte del traffico illecito di armi è generato dal commercio legale delle medesime"- conclude Beretta.

Un problema quello dei triangolazioni di armi sul quale interviene anche Massimo Paolicelli, presidente Associazione Obiettori Nonviolenti che ricorda in proposito come "il Governo italiano deve ancora chiarire la vicenda, su cui sta indagando la Magistratura, del ritrovamento di migliaia di pistole Beretta nelle mani della resistenza irachena". "Tra l'altro - sottolinea Paolicelli - le armi sono l'emblema delle contraddizioni dei paesi ricchi del pianeta, che da un lato dichiarano guerra al terrorismo, e dall'altra non fanno nulla per evitare di armare i terroristi.

"L'Italia, il secondo produttore mondiale in questo settore con un valore oltre 1,5 milioni di euro esportati tra il 1999 e il 2003, continua ad avere un'inadeguata normativa sulle armi leggere ad uso civile (la 110/75) che permette facili esportazioni proprio verso le aree di guerra o dove non si rispettano i più elementari diritti umani (Russia, Colombia, Israele, Cina, ecc.)" - nota Maurizio Simoncelli dell'Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo. "La campagna italiana di Controlarms, tra l'altro, intende ricordare proprio l'insostenibilità, più volte denunciata, di tale situazione" - conclude Simoncelli - ricordando come "un Trattato internazionale che metta dei paletti precisi sulla vendita delle armi e che ne permetta l'immediata rintracciabilità non è più rinviabile".

"Una necessità da noi già evidenziata con forza fin dall'inizio della nostra recente azione" - nota Alessandro Piergentili, presidente dell'Osservatorio sulle armi leggere di Brescia (OPAL) che, nel plaudire all'"autorevole intervento ufficiale espresso dalla Santa Sede" sottolinea come "non è più derogabile un effettivo impegno comune, su scala mondiale, per bloccare il commercio illegale di armi e le lucrose attività illegali ad esso connesse".

Intervistato dalla Radio Vaticana, don Fabio Corazzina, responsabile per il disarmo di Pax Christi Italia, movimento cattolico per la pace, ha commentato favorevolmente la presa di posizione Vaticana notando che spesso "si è, credo volutamente, minimizzato il problema delle armi leggere, già definite alcuni anni fa vere armi di distruzione di massa dal Segretario generale dell’Onu Kofi Annan. È stata enfatizzata la questione del nucleare, ma la maggior parte dei conflitti di gruppi militari e paramilitari nel mondo utilizza fondamentalmente armi leggere”. [GB]

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