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Da dove vengono le Beretta calibro 9, senza matricola, in mano alla guerriglia?

Iraq, le pistole fantasma

Tutti cascano dalle nuvole, i giudici indagano
30 maggio 2005 - Umberto Folena
Fonte: l'Adige - 30 maggio 2005


Pistole. Tante pistole. Italiane: Beretta calibro 9. Senza matricola. La guerriglia irachena ne possiede a bizzeffe. Come se le sia procurate, per ora non si sa: la guerriglia non collabora... Quanto alla Beretta di Gardone Valtrompia, l’azienda si astiene da qualsiasi commento in merito all’indagine in atto da parte della Procura di Brescia, di cui dice però di essere a conoscenza. Una cosa appare certa: a prescindere dalle responsabilità, che vanno assolutamente accertate, «il commercio di armamenti è fuori controllo e può solo aumentare il tasso di insicurezza nella nostra società - annota Rete Disarmo. - Senza dimenticare la debolezza intrinseca dell’attuale legislazione italiana sull’export di armi leggere (la legge 110 del 1975), assolutamente inadeguata alla situazione attuale, e che va superata con una nuova normativa più moderna ed efficace».
Il fatto è che l’Italia è leader mondiale nel campo delle armi leggere e di piccolo calibro, di cui è il secondo esportatore mondiale. E sono queste le vere, moderne «armi di distruzione di massa», quelle con cui si compiono le quotidiane "piccole stragi" etniche, quelle che alimentano le guerriglie infinite: a buon mercato, facili da usare e riparare, facilissime da trafficare. Ad esempio, nel 2004 per l’area mediorientale, secondo i dati Istat, sono state vendute agli Emirati Arabi Uniti «armi, sistemi d’arma e munizioni» per un valore complessivo di oltre 37 milioni di euro, che si aggiungono ai 21 milioni dell’anno precedente; oltre 38 milioni di euro di queste sono partite dalla provincia di Brescia» commenta Giorgio Beretta, membro del comitato scientifico di Opal (Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere, con sede a Brescia).
Secondo le prime informazioni, le armi in questione non sono circolate integralmente seguendo percorsi di traffici illegali, ma hanno probabilmente cominciato il loro itinerario in giro per il mondo come forniture legali ed autorizzate. Confermando quindi l’alta incidenza delle «triangolazioni» (rivendite illegali e coperte di armi da parte dei paesi che sono stati destinatari dei nostri export) nel mercato degli armamenti e di nuovo rendendo esplicita l’urgente necessità di una regolamentazione internazionale di questo comparto. Senza dimenticare poi la particolarità dei numeri di matricola cancellati, o meglio inesistenti: sembra che si tratti di vere e proprie «armi fantasma», uscite dalla catena di montaggio senza numeri di serie o altri mezzi che permettano di ricostruirne l’origine. Si rinnova quindi l’importanza di determinare un metodo internazionale di "tracciabilità" e marcatura delle armi, che attualmente sono invece incontrollabili per le strutture di Polizia nazionali ed internazionali.

Note:

Ntizie brevi:

ARMI
Amnesty accusa
La mancanza di una regolamentazione del commercio di armi porta ogni anno 8 milioni di armi leggere nelle mani di eserciti regolari o irregolari, miliziani, gruppi armati o civili». L‚accusa è di Paolo Pobbiati, neo-presidente della sezione italiana di Amnesty International, che mercoledì scorso ha presentato il suo Rapporto 2005 sui diritti umani. Amnesty sta sollecitando «l‚adozione di un Trattato mondiale sul commercio di armi entro il 2006».
ARMI
Interpol teme
«Come polizia, non ci possiamo permettere di essere impreparati di fronte all‚eventuale uso di agenti biologici da parte di gruppi terroristici». L‚ha detto nei giorni scorsi a Cipro il presidente regionale di Interpol, Jackie Selebi. Il pericolo sono le armi biologiche (tossine e germi), quali ricina, antrace, vaiolo, peste o virus Ebola. Selebi ha precisato, non siamo qui per creare allarmismo, però guai a farci trovare impreparati, perché «le conseguenze di un nostro eventuale fallimento sono troppo terribili per poter essere contemplate».
ARMI
Hezbollah dice
«Israele afferma che abbiamo 12 mila missili, ma io vi dico che ne abbiamo molti di più e che tutto il nord del suo territorio è sotto il tiro della resistenza». Lo sostiene sheikh Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah. Che precisa: «Sia chiaro, i nostri missili sono esclusivamente per l‚autodifesa». Ragionevole. E il disarmo? «Follia. Taglieremo le mani a chiunque cercherà di disarmarci». Ah, ecco.
ARMI
Trafalgar forever
Da sabato scorso sono riuniti alla foce del fiume Solent, nel sudovest della Gran Bretagna, gli appassionati che commemorano la battaglia navale di Trafalgar, combattuta (e vinta dalla Home Fleet dell‚ammiraglio Nelson, che vi perse la vita) due secoli fa. Una disfatta per i francesi. Che però sponsorizzano il raduno con la Thales, una fabbrica di armi. La rivincita.
ARMI
Chiesa brasiliana
Troppe armi in giro, adeguato numero di crimini e morti. Un‚ovvietà. Il governo brasiliano ne ha però tratto le conseguenze. E chi consegna un‚arma - dalla vecchia doppietta del nonno al kalashnikov - riceve un indennizzo proporzionato. Nello stesso tempo, la Chiesa cattolica ha indetto una giornata ecumenica invitando i fedeli a consegnare spontaneamente le armi e sta sostenendo la campagna a favore di un referendum per la proibizione del commercio di armi da fuoco. Nel 2004 in Brasile i morti ammazzati per arma da fuoco sono stati 41 mila. Finora sono state consegnate 345 mila armi leggere.

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