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Le reazioni alla notizia di pistole italiane alla guerriglia irachena

Le agenzie dopo le informaizoni pubblicate dal Corriere della Sera
Fonte: ANSA - 25 maggio 2005


ARMI: BERETTA, TUTTE CON MATRICOLA E AUTORIZZATE

(ANSA) - MILANO, 25 MAG - ''Tutte le armi prodotte dalla Beretta e che escono dai suoi stabilimenti sono, a norma di legge, provviste dei numeri di matricola e commercializzate solo dietro rilascio di tutte le autorizzazioni previste dalle autorita' competenti''. E' quanto la Fabbrica d'Armi Pietro Beretta di Gardone Valtrompia (Brescia) precisa con riferimento al contenuto dell'articolo apparso stamani sul Corriere della Sera relativo a 'pistole Beretta in mano a ribelli iracheni'. Nell'articolo si parla di un'informativa dell'intelligence Usa secondo cui i ribelli iracheni sarebbero in possesso di armi Beretta con matricola inesistente o illeggibile, informativa finita alla Procura di Brescia, che ha in corso un'inchiesta da alcuni mesi proprio sulle armi.
''Beretta - sostiene il comunicato dell'azienda - non e' a conoscenza di informative trasmesse dall'Intelligence americana alla controparte italiana. Per quanto riguarda l'indagine in atto da parte della Procura di Brescia, Beretta ne e' a conoscenza e collabora nella massima trasparenza che ha sempre contraddistinto l'azienda di Gardone. Trattandosi di un'indagine riservata, Beretta si astiene da qualsiasi commento in merito''.
(ANSA).

IRAQ: FISTAROL, FINI E MARTINO FACCIANO CHIAREZZA SU ARMI QUALI MISURE SE EMERGONO RESPONSABILITA'A LIVELLO NAZIONALE?

(ANSA) - ROMA, 25 MAG - ''I ministri della Difesa Gianfranco Fini e degli Esteri Antonio Martino - afferma Maurizio Fistarol, responsabile Sicurezza della Margherita - devono fare al piu' presto chiarezza in merito a quanto riportato oggi da un noto quotidiano circa le risultanze dell'inchiesta della procura di Brescia sul rinvenimento in Iraq tra le fila della guerriglia di oltre 10.000 pistole Beretta con matricola limata''.
''Data la rilevanza della vicenda - prosegue Fistarol - e' necessario appurare quando e come queste armi siano arrivate in Iraq, se esistano delle responsabilita' dirette del nostro Paese e delle nostre aziende configurando quindi una aperta violazione delle leggi che regolano l'export di armi. Vorremmo inoltre sapere dai titolari dei miniseri della Difesa e degli Esteri quali misure intendano intraprendere qualora emergano precise responsabilita' a livello nazionale. Si tratta - sottolinea l'esponente della Margherita - di un atto doveroso a difesa della serieta' di un Paese impegnato con i propri uomini in Iraq e dell'affidabilita' dell'azienda chiamata in causa. La pistola Beretta e' venduta in numerosi paesi ed e' anche oggetto di imitazioni, per cui e' necessario che si appuri al piu' presto la provenienza di questo materiale. Al di la' delle conclusioni dell'inchiesta si ripropone comunque in maniera drammatica l'eccezionale facilita' con cui le armi leggere invadono il mondo infiammando i principali conflitti del pianeta''.(ANSA).

IRAQ:BERETTA; AMNESTY,GOVERNO RISPONDA PRIMA ESITO INCHIESTA

(ANSA) - ROMA, 25 MAG - ''E' opportuno che il Governo dia una risposta prescindendo dai tempi dell'inchiesta aperta dalla procura di Brescia'' sulle migliaia di armi Beretta che sarebbero presenti in Iraq tra i gruppi ribelli, secondo un' informativa dell'intelligence Usa. Lo ha dichiarato oggi Riccardo Noury, portavoce della sezione italiana di Amnesty International, durante la presentazione del Rapporto 2005 sui diritti umani.
''A prima vista sembra che ci sia un problema di tracciabilita' sul quale il ministero dell'Interno intende
avviare qualcosa di specifico'', ha detto Noury sottolineando come ''l'aspetto piu' grave della vicenda e' che le matricole delle armi sono illegibili o parzialmente irriconoscibili''.
Il segretario dell'Associazione nazionale funzionari di polizia (Anfp) Giovanni Aliquo' - presente alla conferenza - e' intervenuto per spiegare che ''fin dal 2003 il ministero dell' Interno ha prestato attenzione alla tematica della tracciabilita' delle armi e delle munizioni sostenendo, anche in sedi internazionali, una serie di passi per migliorare la tracciabilita' delle armi piccole. Quelle cioe' di competenza del dicastero Interni. Dovremmo pensare a migliorare la tracciabilita' delle armi leggere che, anche nella fase di fabbricazione, dovrebbero cadere sotto la nostra competenza''.
''Il supporto delle Ong su questa materia e' essenziale'', ha aggiunto l'esperto. La denuncia dei servizi americani ''preoccupa'' particolarmente Amnesty International perche' ''si inserisce - ha spiegato Noury - in una tradizione italiana che ci vede ai primi posti tra gli esportatori di armi, anche con paesi in
guerra tra loro come Pakistan e India''. ''Abbiamo chiesto al Governo di aderire alla campagna per un
Trattato mondiale sul commercio di armi entro il 2006, come ha gia' fatto il premier britannico Tony Blair, ma ancora non abbiamo ottenuto una risposta'', ha aggiunto l'esponente di Amnesty.

Note:


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