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Inizia finalmente la VII conferenza di revisione del Trattato di Non proliferazione Nucleare

Lisa Clark


E' stato trovato l'accordo sull'ordine del giorno!
Tra sette ore si terrà un'ultima breve riunione del Comitato Generale (quello deputato a decidere sulle questioni procedurali) e poi la VII Conferenza di Revisione dell'NPT inizierà!

Finalmente, una vera conferenza!

Una sessione esaltante quella che si è svolta ieri pomeriggio (mercoledì 11, dalle 21 alle 24 ora italiana) alla Conferenza ONU a New York sul trattato di Non Proliferazione Nucleare. Era la "nostra" sessione, le tre ore in cui noi, voci non-governative, potevamo parlare alle delegazioni degli Stati. Da settimane, con un laborioso processo di scrittura collettiva e di condivisione di materiali/ricerche/analisi, si affinavano le esatte modalità di questa presentazione. Alla fine, ad una riunione nel fine settimana si erano concordati 15 brevi interventi, tutti di 5 minuti tranne quello dei giovani (il doppio). In fondo, gli esperti siamo noi, continuavamo a dirci: dobbiamo aiutare le delegazioni governative a capire quale sia la vera posta in gioco.

Scrive Rhianna Tyson da New York: "Quasi tutte le sedie erano occupate. Molti Stati erano rappresentati dalle delegazioni al completo. La tribuna era stracolma di giornalisti e rappresentanti di movimenti e associazione: la società civile, insomma. Tutti gli interventi erano pieni di informazione, di opinioni, di raccomandazioni su come far avanzare il regime internazionale per il disarmo e la non-proliferazione."

Che sogno sarebbe se le plenarie delle delegazioni governative fossero così piene di entusiasmo, di ricerca seria, di raccomandazioni che volano alto, ben al di sopra dei miseri interessi "nazionali" di questo o quello Stato.

Mi sembra di sentire la voce di Xanthe Hall, inglese che vive in Germania dove lavora con IPPNW (Medici per la prevenzione della guerra nucleare), la prima dei nostri portavoce che apre con un intervento dal titolo "Perché le armi nucleari sono obsolete". Poi, Alexandra Sundberg di WILPF (Women's International League for Peace and Freedom) ha rimproverato gli Stati di non aver rispettato gli obblighi di trasparenza previsti dall'NPT: le informazioni ce le dobbiamo andare a cercare nelle pieghe del sistema, con le ispezioni dei civili a sorpresa, tra le altre cose. Anche in questa VII Conferenza le organizzazioni non governative hanno avuto vita dura nel tentare di capire come stavano le cose.

Poi è stata la volta dei nostri esperti: hanno iniziato i giuristi della Western States Legal Foundation e di Ialana. In tre (Jackie Cabasso, Michael Spies e John Burroughs) hanno analizzato in dettaglio i tre obblighi sanciti dall'Articolo VI (cessazione della corsa al riarmo; disarmo nucleare; disarmo generale e completo). E, dati alla mano, hanno concluso denunciando la clamorosa inadempienza degli Stati nucleari! La grande sala dell'Assemblea Generale forse non aveva mai ascoltato tante accuse, suffragate da prove, del mancato rispetto da parte dei P5 (le cinque potenze nucleari dell'NPT) dei loro obblighi di non-proliferazione. Infatti, come sosteniamo da tempo, esiste quella orizzontale (cioè, acquisizione di armi nucleari da parte di Stati non-nucleari), ed è solo di questa che parlano le grandi potenze; ma l'NPT vieta anche  la non-proliferazione verticale (cioè, l'aumento e l'innovazione nella tecnologia nucleare militare da parte dei P5)! E Carol Naughton, dal Regno Unito, ha rincarato la dose analizzando la dottrina del "nuclear-sharing" della NATO alla luce del diritto internazionale.

Dopo i giuristi, gli ambientalisti. Un nome per tutti, Helen Caldicott. Ma seguita tra gli altri da Tony De Brum, cittadino delle Isole Marshall (ricordate le sperimentazioni nel Pacifico?). E Lou Zeller, della Lega per la Difesa per l'Ambiente, che ha sottolineato i pericoli della trasformazione di scorie di plutonio militare per uso come combustibile. Eccellente tempismo, se pensiamo che due giorni fa a Sellafield in Gran Bretagna si è verificata una perdita di materiale radioattivo proprio nel corso di un processo del genere.

Si sono rivolte all'Assemblea anche due giovani donne che hanno letto un accorato appello da parte dei giovani: un documento frutto di un lavoro di scrittura collettiva (grazie alla posta elettronica) tra giovani delle scuole superiori in tanti paesi del mondo. Don Milani globale.
E, per concludere, un appello da parte degli Hibakusha, i sopravvissuti ai bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki.

Tutte queste presentazioni, accompagnate da materiali molto più corposi che rappresentano il lavoro congiunto di persone, movimenti e associazioni impegnate da una vita su queste tematiche, sono state raccolte in un dossier consegnato a ogni delegazione governativa.
Ma lo straordinario è arrivato alla fine. Il Presidente Duarte ha annunciato che, finalmente, le Parti avevano concordato l'ordine del giorno della VII Conferenza. "Domani mattina (giovedì, cioè) dopo una breve riunione del Comitato Generale, i lavori della Conferenza inizieranno senza ulteriori indugi."

Scrive ancora Rhianna: "C'è qualcosa di straordinariamente simbolico in tutto questo. Come se alla Conferenza fosse mancata quella iniezione di sincerità umana, di impegno a nome dell'umanità tutta, per prendere il via."

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