ControllArmi

ControllArmi

RSS logo
Intervento

Uniti nel «no» alle nuove armi nucleari

Gianfranco Fini
Fonte: Il Sole 24 Ore - 03 maggio 2005


Si è aperta ieri a New York la Conferenza di riesame del Trattato di non proliferazione nucleare. Un'occasione non rituale in cui gli Stati aderenti rifletteranno anche sullo stato di salute del regime di
non proliferazione nucleare che dal Tnp trae origine. E con senso di profonda responsabilità che partecipiamo ai lavori di New York: le armi di distruzione di massa rappresentano una delle più gravi minacce per il futuro dei nostri Paesi. Sono trascorsi 35 anni dall'entrata in vigore del Tnp, pietra angolare del sistema di non proliferazione che ha contribuito in modo decisivo alla pace e alla sicurezza internazionale.

L'Italia sostiene con convinzione i principi ed i meccanismi del Tnp, al quale ha aderito circa trent'anni or sono a seguito di un lungo ed approfondito dibattito sulle nostre responsabilità e sui nostri interessi di lungo termine, in un contesto delle relazioni internazionali reso ancor più complesso dalla contrapposizione Est-Ovest.
La scelta effettuata allora ha ispirato in modo costante la politica estera italiana. Che sia stato un passo corretto e lungimirante lo dimostrano innanzitutto i risultati ottenuti: se in questi ultimi anni molti Paesi hanno messo fine alle proprie ambizioni nucleari militari lo dobbiamo essenzialmente al Trattato di non proliferazione; il Tnp è ormai diventato quasi universale - solo tre Stati mancano all'appello - i controlli sui materiali e le tecnologie utilizzabili per fabbricare la bomba atomica sono stati resi più completi e penetranti.
Dopo avere operato con efficacia per oltre un trentennio il Tnp, e con esso il regime di non proliferazione, è sottoposto oggi a una crescente pressione. ("Siamo vicini al punto in cui l'indebolimento del regime di non proliferazione può dare origine a un'irreversibile proliferazione a cascata", ha concluso il rapporto della Commissione di saggi sulla riforma delle Nazioni Unite, voluta da Kofi Annan.
Le principali sfide sono in gran parte riconducibili al mancato rispetto degli obblighi che il Trattato prevede; la sempre più larga diffusione delle tecnologie nucleari, in virtù della quale programmi civili, di per sé legittimi, possono consentire il perseguimento di finalità militari; l'esistenza di un mercato nucleare "nero", che sfugge ai controlli: la possibilità, sempre meno remota, che le armi nucleari radano in mann a gruppi terroristi; una diffusa percezione tra i Paesi non militarmente nucleari che gli Stati nucleari non abbiano tenuto fede ai propri impegni in materia di disarmo.
Questo è lo scenario in cui si apre la Conferenza di riesame. Per parte nostra, auspichiamo vivamente che gli Stati riconfermino il proprio impegno a rispettare gli obblighi giuridici e politici sanciti dal Trattato.
Non ci nascondiamo che le prospettive della Conferenza sono incerte. I lavori preparatori non hanno focalizzato i temi di sostanza; esistono marcate divergenze tra i Paesi che attribuiscono assoluta priorità alla non proliferazione e quelli che invece, fanno del disarmo nucleare una precondizione per contrastarla più incisivamente, accusando i Paesi detentori dell'arma di fare poco o nulla per disarmare.
Occorre uscire dal circolo vizioso. L'equilibrio fra le tre componenti del Trattato, non proliferazione, disarmo ed uso pacifico dell'energia nucleare, deve essere mantenuto. Con esso va salvaguardata l'integrità del Trattato. L'Italia è fortemente impegnata per un esito positivo della Conferenza di riesame. Questo è il messaggio dato dal Governo e dal Parlamento al presidente della Conferenza, l'ambasciatore brasiliano Sergio de Queiroz Duarte, che a Roma aveva sollecitato il nostro sostegno. Nella stessa linea stiamo conducendo le consultazioni con gli Stati Uniti, la Federazione russa e gli altri principali partner e schieramenti.
Abbiamo insistito per una chiara presa di posizione dell'Unione europea. Con l'adozione, durante la presidenza italiana, di una strategia che indica nella proliferazione nucleare una grave minaccia per la pace, la Ue è diventata protagonista autorevole su questo fronte. Il nostro approccio è guidato dalla convinzione di fondo che il multilateratismo rappresenti lo strumento più idoneo a raggiungere gli obiettivi di non proliferazione e che la cooperazione internazionale resti it quadro di riferimento essenziale.
Ma affinché il sistema sia credibile è necessario che diventi più efficace; perciò mettiamo l'accento
sul rafforzamento dei meccanismi di verifica e sulle iniziative concrete contro i traffici illegali. In linea con la posizione europea, sosteniamo l'universalizzazione del Tnp e l'adozione generalizzata dei protocolli aggiuntivi dell'Aiea, quale strumento che garantisca verifiche ed ispezioni più efficaci, insieme alta necessità di più stretti controlli all'esportazione di materiali e tecnologie sensibili.
Al tempo stesso è legittima, da parte dei Paesi che hanno rinunciato all'arma atomica, l'aspettativa che siano ridotti drasticamente gli arsenali esistenti: con l'obiettivo, che forse oggi può sembrare utopistico, della loro eliminazione.
Molto è stato fatto dopo la fine della guerra fredda; molto resta ancora da fare. La verifica del cammino percorso rappresentera un altro aspetto cruciale della prossima Conferenza di riesame.L'iniziativa di cui il G8 e l'Unione europea si sono fatti promotori, di una collaborazione internazionale per accelerare l'eliminazione delle armi di distruzione di massa, con un impegno finanziario di 20 miliardi di dollari entro il 2013, è una dimostrazione concreta di quanto si sta facendo nel campo del disarmo. Anche qui l'Italia è tra i protagonisti. Continueremo inoltre a richiedere, assieme agli altri partner europei, che il Trattato contro gli esperimenti nucleari (Ctbt) entri finalmente in vigore e insisteremo per lanciare un accordo che vieti la produzione di materiale fissile per armamenti.
A New York non si discute solo degli aspetti militari. Il diritto agli usi pacifici dell'energia nucleare è, in base al Trattato, inalienabile. L'esperienza di questi anni dimostra come l'opzione del nucleare civile debba essere accompagnata da garanzie obiettive circa l'utilizzo esclusivamente pacifico.
Ancora una volta, andrà trovato un ragionevole punto di equilibrio tra questo diritto e la necessità di controlli e salvaguardie veramente efficaci. A nostro avviso la linea di demarcazione è rappresentata dal rispetto scrupoloso dei principi e degli obblighi di non proliferazione.
Nella comunità internazionale è chiara la consapevolezza dei problemi da affrontare. L'Italia e l'Unione europea si adopereranno non solo per raggiungere un'intesa su singole misure concrete, ma anche per ottenere da tutti gli Stati partecipanti alla Conferenza la conferma della volontà politica di sostenere il Tnp e di accrescerne l'efficacia contro le nuove minacce, a cominciare da quella terroristica.

.