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Ankara revoca l'embargo contro le armi svizzere

Le aziende elvetiche potranno ricominciare a vendere materiale bellico alla Turchia dopo un decennale blocco delle esportazioni
Fonte: Vita.it - 29 aprile 2005


Il governo turco ha abrogato giovedì il provvedimento che colpiva le armi fabbricate in Svizzera; un mese fa Berna aveva a sua volta cancellato le sanzioni.

Berna ha accolto con soddisfazione la decisione della Turchia di revocare l'embargo sull'acquisto d'armi svizzere.

Il Dipartimento federale degli affari esteri ha sottolineato che il provvedimento dimostra come la Turchia abbia "uno spirito più aperto e una maggiore tolleranza nei confronti delle opinioni divergenti espresse da altri Stati".

Oltre alla Svizzera, Ankara ha cancellato dalla sua lista nera anche l'Austria e la Svezia. Stando a quanto indicato dal quotidiano "Hürriyet", tenuto conto della procedura d'adesione della Turchia all'Unione Europea, boicotti contro i paesi membri dell'UE non sono più opportuni.

Una crisi che risale al 1992

La crisi con Ankara era iniziata nel marzo del 1992, dopo la fine della prima guerra del Golfo. Reagendo ai raid dell'esercito turco contro i ribelli curdi nel nord dell'Iraq, il governo elvetico aveva dichiarato la Turchia "zona di crisi", bloccando così le esportazioni d'armi fabbricate in Svizzera.

Nel 1995, Ankara aveva a sua volta adottato un provvedimento analogo, inserendo la Svizzera nella sua lista dei paesi boicottati.

La questione del genocidio armeno nel 1915 ha pure avvelenato nell'ultimo decennio le relazioni tra i due paesi. Nel 2003, malgrado il Governo elvetico non fosse favorevole, il Consiglio nazionale aveva deciso di riconoscere come genocidio questo nero capitolo della recente storia della Turchia.

I rapporti migliorano

Il 23 marzo scorso, poi, il primo gesto distensivo: il Consiglio federale aveva annunciato che non avrebbe più esaminato tutte le domande d'esportazioni di materiale da guerra verso la Turchia.

Altri paesi europei avevano già tolto le restrizioni concernenti la vendita di materiale bellico: nel 2003, ad esempio, le esportazioni hanno raggiunto 780 milioni d'euro.

A conferma delle schiarite nei rapporti tra Ankara e Berna vi era poi stato, a fine marzo, il viaggio della ministra degli esteri elvetica Micheline Calmy-Rey.

L'annuncio delle autorità turche è stato accolto con soddisfazione pure dal Segretariato di Stato dell'economia. Questa struttura, che fa capo al Dipartimento federale dell'economia e che ha il compito di autorizzare le domande di esportazione di materiale bellico, ha inoltre precisato che ha già ricevuto delle richieste da parte di aziende elvetiche.

Note:
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