ARMI: RETE DISARMO, indignati da impennata vendite "Legge 185/90 non rispettata'
Fonte: ANSA - 19 aprile 2005
''L'impennata della vendita delle
armi italiane non ci stupisce, ma ci indigna profondamente. Si
cominciano a raccogliere i frutti di una politica che tende ad
allargare le maglie della legge 185/90 sul controllo del
commercio delle armi''. Lo denuncia Massimo Paolicelli,
presidente degli Obiettori nonviolenti, associazione che
aderisce alla rete italiana per il disarmo, commentando la
relazione sull'export italiano di armi nel 2004, trasmessa nei
giorni scorsi dal Governo al Parlamento.
''Nel generale declino del made in Italy - afferma Giorgio
Beretta, della Rete per il disarmo - il comparto armiero ad uso
militare colleziona nuove autorizzazioni all'esportazione per
quasi 1,5 miliardi di euro, con un incremento del 16% rispetto
all' anno precedente segnando la cifra record dell'ultimo
quadriennio: un periodo nel quale il comparto ha accresciuto il
proprio portafoglio d'ordini di ben oltre il 72%, passando dagli
863 milioni di euro del 2001 agli oltre 1.489 milioni di euro
del 2004''.
''Il Governo - secondo Beretta - tende a rassicurare sulle
destinazioni sottolineando che ai primi posti figurano Regno
Unito (15,5%), Norvegia (13,3%), Polonia (8,9%), Portogallo
(8,5%), Stati Uniti (6,5%) e Grecia (5,7%): tutti stati
dell'area Ue-Nato che quest'anno riceve circa l'80% delle nuove
commesse facendo segnare una significativa inversione di
tendenza''. Ma subito dietro queste nazioni, sottolinea l'
esponente della 'Rete italiana per il disarmo', compare la
Malaysia, che la Relazione indica come 'un mercato di notevole
interesse per la produzione italiana': ''Una nazione - dice
Beretta - dove nonostante il cambio di governo, Human Right
Watch documenta tuttora detenzioni arbitrarie di oppositori
politici, maltrattamenti e casi di tortura''.
Beretta sottolinea che nonostante le rassicurazioni del
Governo circa le destinazioni della vendita di armi, ''i
problemi permangono, e riguardano proprio l'articolo 1 della
legge 185/90 che vieta espressamente la vendita di armi a Paesi
in conflitto, sotto embargo Ue, responsabili di gravi violazioni
dei diritti umani e che spendono per la difesa ingenti risorse
nonostante l'alto indebitamento''. E' il caso, a vario titolo,
secondo l'esponente pacifista, di Turchia, Peru', Argentina,
Filippine, Israele, Afganistan e Cina.
Anche il missionario comboniano Alex Zanotelli commenta
criticamente la relazione sull'export di armi: ''gia' alcuni
divieti della 185/90 sono stati per anni poco rispettati, ora
vediamo crescere a dismisura l'export bellico 'certificato'. Una
situazione che ci indigna perche' non si puo' con una mano fare
la 'guerra al terrorismo' e con l'altra vendere armi come se
fossero saponette''.