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Se vuoi la Pace prepara la Pace

Varese in prima linea a sostegno della legge che mira al "disarmo della Lombardia"
Gaetano Allegra
Fonte: La Prealpina - 07 aprile 2005

Varese - "Si vis pacem, para bellum". Detto in latino appare più altisonante, più pomposo, perfino più convincente. Se vuoi la pace, prepara la guerra. È questo l'ossimoro che regge da anni il mondo nella terribile convinzione che l'armonia fra i popoli possa essere coltivata solo se prima si è seminata la paura. Nella mite sera del 5 aprile, all'interno dell'aula magna dell'Insubria di Varese, si è cercato di scomporre quest'ossimoro nei minimi termini, di spogliarlo della propria fatua ragione, evidenziando così tutte le false verità di quella frenetica corsa al riarmo che ormai da troppi anni sta radicandosi nel nostro continente.
L'ouverture del convegno è stata affidata a Riccardo Bagnato, Direttore di vita.it: il primo portale online dedicato al mondo del no-profit. Il giovane giornalista ha esposto con chiarezza il quadro dei fatti emersi da una sua inchiesta circa il riarmo italiano durante gli ultimi 15 anni, pubblicata di recente in un libro scritto a quattro mani con Benedetta Verrini, dal titolo "Armi d'Italia". L'inchiesta è incentrata in particolar modo sulla funzione della legge 185/90, la quale consente ogni anno un controllo parlamentare circa l'esportazione di armi fabbricate in territorio nazionale, e vieta alle varie industrie produttrici di materiale bellico pesante la vendita del suddetto alle nazioni che violano i diritti umani o sostengono una guerra. Una preziosissima conquista per il bagaglio civile della nostra nazione, ma che
oggi è in seria discussione, mortificata dalle limitazioni attuate nel gennaio del 2002 e dalla sempre più preoccupante tendenza ad aggirare l' esportazione tramite vari trucchi politico-economici. Si è parlato dell'Aiad (Associazione Industrie per l'Aerospazio, i sistemi e la Difesa), il colosso italiano formato da oltre 80 aziende che insieme rappresentano l'1% del PIL nazionale e crica un decimo dell'intero commercio del nostro paese. Il tutto tenendo sempre ben presente quanto la Lombardia (e in buona parte anche la provincia di Varese con le proprie aziende aeronautiche) rappresenti il fulcro della produzione bellica italiana. La parola è dunque passata a Elio Pagani, principale promotore della campagna per la tutela della legge regionale 6794 sul disarmo e della campagna "Una firma per il disarmo della Lombardia" atta a sostenere e promuovere la pace preventiva. È toccato quindi a Mario Agostinelli, del Forum Mondiale per le Alternative, tracciare un triste bilancio dei fatti che stanno sconvolgendo il pianeta soprattutto per quel che riguarda le iniziative belliche statunitensi. L'intervento del ricercatore dell'Enea, arricchito da cifre spaventose, ha reso idea dei costi pazzeschi sostenuti dal governo Bush per l'invasione dell'Iraq, esponendo anche un calcolo teorico che lascia da pensare: coi soldi spesi per l'assalto, si sarebbe potuta costruire una rete energetica alternativa e non inquinante di importanza inestimabile per l'umanità. L'ultimo atto del convegno è stato affidato alle parole del monsignor Luigi Bettazzi, che con grande verve e sagace ironia ha snocciolato anche il lato etico del problema, facendo correre il pensiero soprattutto alla figura del Santo Padre. Il già vescovo di Ivrea e presidente di Pax Christi non ha nascosto le pesanti responsabilità morali che il mondo occidentale - e per certi versi la stessa Chiesa - hanno nei riguardi dei conflitti, e ha evidenziato come la buona volontà individuale e la nonviolenza costruttiva stiano alla base del sogno di un mondo migliore. "Se vuoi la pace, prepara la pace".

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