ControllArmi

ControllArmi

RSS logo
Yuvshenko svela un altro misfatto del suo predecessore

Contrabbando ucraino missili X-55 a Iran e Cina

L'affare sarebbe awenuto nel 2001, ii processo è ora in corso a Kiev a porte chiuse. Tra gli imputati anche intermediari russi
Francesca Sforza
Fonte: Il Corriere della Sera - 19 marzo 2005

Un altro mistero da risolvere per Viktor Yushenko: dopo l'assassinio del giornalista Georgij Gongadze, rimasto ancora senza un colpevole, adesso è il turno dei missili venduti da Kiev a Cina e Iran. Secondo le dichiarazioni del procuratore generale Sviatoslav Piskoun l'Ucraina avrebbe infatti esportato, nel 2001, dodici missili cruise dei tipo X-55 all'Iran e sei alla Cina, «Non si è trattato di esportazione regolare -ha precisato il procuratore in un'intervista al 'Financial Times' - ma di contrabbando». Il processo per chiarire l'accaduto è in corso a porte chiuse dal 3 agosto 2004, ma ieri Piskoun ha deciso di renderlo pubblico: «Se si fosse svolto in segreto - ha detto ancora - il nuovo governo avrebbe finito col perdere la fiducia del mando».
Pressionì per aprire le porte dei tribunali di Kiev agli osservatori internazionali sono venute soprattutto da Usa e Giappone: gli X-55 hanno una gittata di3,000 chilometri, abbastanza per raggiungere, dal territorio iraniano, lo Stato di Israele o per far sentire Tokyo sotto la minaccia della Corea del Nord. «Capisco la preoccupazione del Giappone, che teme un passaggio di quei missili dalla Cina alla
Corea del Nord - ha osservato ancora il procuratore ucraino - ma al momento mi sento di escludere un'ipotesi dì questo genere». «Seguiamo molto da vicino la vicenda - ha fatto sapere l'ambasciatore americano a Kiev - e ci auguriamo che si riesca a rendere pubblico il processo». Il suo collega giapponese si è rivolto invece direttamente a Yushenko: «Sono certo che il nuovo governo si impegnerà a fare chiarezza, anche se finora non sono stato informato di nulla»
Sul banco degli imputati, al momento, siedono due imprenditori russi e un uomo d'affari ucraino, Vladimir Evdokimov, capo della joint-stock company Ukraviazakaz, già arrestato l'anno scorso durante il governo Kuchma e il cui processo si sa svolgendo in queste settimane sotto il massimo segreto, Secondo quanto dichiarato dal portavoce del procuratore al «Financial Times», oltre agli intermediari russi - di cui uno, Oleg Orlov è stato arrestato a Praga nel 2004 in seguito a una richiesta di estradizione ucraina - ci sarebbero anche due ex ufficiali dell'esercito, che quando erano in servizio si occupavano dell'esportazione dì armi.
L'arsenale nucleare in territorio ucraino, prima della dissoluzione dell'Urss, contava circa un migliaio di missili. Dì questi la metà sarebbero tornati in Russia agli inizi degli anni '90, mentre gli altri sì pensava fossero stati distrutti in base agli accordi sul disarmo nucleare siglati con gli Stati Uniti. Il procuratore Piskoun ha precisato che nessuno dei missili, noti anche con le sigle d'identificazione Kb-SS oAs- 15, era dotato di testate atomiche, ma ha riconosciuto che entrambi i modelli possono fungere da vettore.
E sono proprio gli americani più preoccupati: non hanno mai creduto ai tentativi della diplomazia europea di avviare trattative con l'Iran, e la vicenda del contrabbando di missili con l'Ucraina confermerebbe la teoria secondo cui il nucleare, per il governo di Teheran, non è soltanto una risorsa energetica da utilizzare per fini civili. Uno schiaffo, invece, per Germania, Francia e Gran Bretagna, le tre diplomazie che negli ultimi due anni avevano creduto a tal punto alla buona volontà di Teheran da annunciare, in diverse occasioni, che alla soluzione non mancava che un passo. Se la vendita dei missili cruise nel 2001 venisse confermata, sarebbe difficile credere alle assicurazioni «pacifiste» che il capo della diplomazia iraniana Kernel Kharrazn ha più volte fatto alle diverse cancelleria dell'Unione.

.