L’Austria assume un impegno solenne: lavorare per la messa al bando delle armi nucleari

L’Iniziativa Umanitaria inizierà il percorso verso l’approvazione di un trattato nel 2015
Fonte: Campagna ICAN - 10 dicembre 2014

Fungo di speranza Nei loro interventi alla Conferenza di Vienna 44 Stati hanno lanciato un accorato appello per la proibizione delle armi nucleari. In conclusione, l’Austria ha dato lettura della sua solenne promessa di lavorare per “colmare il vuoto giuridico fino a realizzare la proibizione e l’eliminazione delle armi nucleari” impegnandosi a “collaborare con tutte le parti per raggiungere questo scopo”. 

“Tutti gli Stati intenzionati a realizzare il disarmo nucleare devono unirsi all’impegno solenne assunto dall’Austria di lavorare per un trattato che metta al bando le armi nucleari”, afferma Beatrice Fihn, Direttore Esecutivo della Campagna Internazionale per l’Abolizione delle Armi Nucleari (ICAN). “L’anno prossimo ricorre il 70mo anniversario dei bombardamenti atomici su Hiroshima e Nagasaki: sarà proprio il momento appropriato per dare inizio ai negoziati verso un trattato che metta al bando le armi nucleari”, aggiunge Fihn. 

Questi gli Stati che si sono espressi a favore di un trattato per la messa al bando delle armi nucleari: Austria, Bangladesh, Brasile, Burundi, Ciad, Colombia, Congo, Costa Rica, Cuba, Ecuador, Egitto, Filippine, El Salvador, Ghana, Giamaica, Giordania, Guatemala, Guinea Bissau, Indonesia, Kenya, Libia, Malawi, Malesia, Mali, Messico, Mongolia, Nicaragua, Qatar, Saint Vincent e le Grenadine, Samoa, Santa Sede, Senegal, Sud Africa, Svizzera, Tailandia, Timor Leste, Togo, Trinidad e Tobago, Uganda, Uruguay, Venezuela, Yemen, Zambia e Zimbabwe.

Questi annunci sono stati fatti alla conferenza internazionale di due giorni tenutasi a Vienna sul tema delle conseguenze umanitarie delle detonazioni di armi nucleari, sia intenzionali che accidentali. 
I sopravvissuti dei bombardamenti atomici in Giappone e delle sperimentazioni nucleari in Australia, Kazakistan, Isole Marshall e Stati Uniti hanno reso in modo coinvolgente le loro testimonianze degli effetti catastrofici delle armi nucleari. Le loro parole hanno aggiunto spessore umano alle presentazioni degli esperti sui dati scientifici e le ricerche. 

“Le conseguenze di un qualsiasi uso di armi nucleari sarebbero devastanti, durature e inaccettabili. I Governi non possono ascoltare questi dati e sentire le storie umane senza agire,” afferma Akira Kawasaki, dell’Ong giapponese Peaceboat.  “L’unica soluzione è mettere al bando e eliminare le armi nucleari e dobbiamo iniziare adesso,” aggiunge Kawasaki.
Per decenni il dibattito sulle armi nucleari è stato dominato dalle (poche) potenze dotate di armi nucleari, quegli Stati che continuano ancora oggi a mantenere nei loro arsenali oltre 16.000 testate. L’iniziativa umanitaria sulle armi nucleari ha modificato in maniera fondamentale questo dibattito: oggi sono gli Stati che non possiedono armi nucleari a prendere l’iniziativa e a condurre una discussione sugli effetti reali di tali armi. 

#thecourageto #goodbyenukes A differenza dalle altre armi di distruzione di massa – quelle chimiche e quelle biologiche -- le armi nucleari non sono ancora proibite in base ad un trattato internazionale. Il dibattito a Vienna ha mostrato che la Comunità internazionale ha l’intenzione di rimediare a questa mancanza.

Nel suo messaggio alla conferenza, Papa Francesco si è detto “convinto che il desiderio di pace e di fraternità, profondamente radicato nel cuore umano, porterà frutti in modi concreti al fine di assicurare che le armi nucleari vengano vietate una volta per tutte, a beneficio della nostra casa comune.” 
Lo Stato che aveva ospitato la precedente conferenza, il Messico, ha proposto l’inizio di un percorso diplomatico, e il Sud Africa ha annunciato che sta valutando il ruolo da svolgere negli incontri futuri. 
“Chiunque fosse a Vienna ha potuto capire che sta avvenendo qualcosa di nuovo nel campo delle armi nucleari. Abbiamo avuto tre conferenze sul loro impatto umanitario, e adesso con la solenne promessa dell’Austria abbiamo tutto ciò che ci serve perché il processo diplomatico possa iniziare sul serio,” afferma Thomas Nash dell’Ong Britannica Article 36. 

Note: 58 Stati hanno partecipato alla Conferenza Internazionale di Vienna sull’Impatto Umanitario delle Armi Nucleari

La Conferenza di Vienna è la terza della serie di conferenze che vanno sotto il nome dell’Iniziativa Umanitaria, lanciata dalla Norvegia. Le conferenze precedenti si sono svolte a Oslo nel 2013 e in Messico nel febbraio di quest’anno.

ICAN è una campagna della società civile internazionale che raccoglie 360 organizzazioni partner in oltre 90 paesi del mondo.
www.icanw.org