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Rete Disarmo: NO all’accordo militare con la Somalia

In discussione alla Camera dei Deputati la ratifica dell’intesa con il Paese africano, sconvolto da decenni di guerra e con presenza di bambini soldato, firmata nel 2013
Fonte: Rete Italiana per il Disarmo - 04 aprile 2016

Italia Somalia Accordi Militare Alla Camera dei Deputati inizia oggi in Aula l’iter di esame per la ratifica dell’Accordo di cooperazione militare con la Somalia, che il nostro Governo ha firmato nel 2013. L’Accordo è tra le altre cose finalizzato ad incrementare gli aiuti militari italiani in varie forme, fra cui anche quella della vendita di armi.

La Rete Italiana per il Disarmo invita tutti i Deputati ad opporsi a tale decisione e a votare “NO” al provvedimento poiché la Somalia è uno dei Paesi più poveri del mondo, in particolare a causa di una guerra in corso da decenni che lo rende uno dei luoghi a maggiore diffusione di armi. 

L’Italia dovrebbe assolvere il proprio dovere morale di ex potenza coloniale lavorando per un effettivo processo di pace, invece di alimentare il conflitto favorendo fornitura ed esportazioni di materiale militare, anche in violazione delle norme che regolamentano  questo delicato settore (la legge nazionale 185/1990 e il Trattato Internazionale sul commercio degli armamenti).

Va ricordato come, secondo il rapporto del Segretario Generale ONU del 21 maggio 2015 dal titolo “Le sorte des enfant en temps de conflit armé”, l’Esercito somalo continua ad arruolare ed utilizza nel conflitto in corso anche bambini, in violazione palese del diritto internazionale. Sempre secondo il già citato Rapporto l’esercito di Mogadiscio è considerato “violatore abituale” in quanto il crimine in questione è compiuto continuativamente da almeno 5 anni.

Inoltre la continua firma di accordi militari con Governi stranieri configura di fatto una possibile scappatoia ai controlli previsti dalla normativa sull’export di materiale militare, come aveva avuto modo di sottolineare l’attuale Presidente della Repubblica Sergio Mattarella (già Ministro della Difesa) durante un dibattito parlamentare successivo alla modifica del 2003 alla Legge 185/90: “Le questioni sono, in primo luogo, l'interpretazione degli accordi, che di fatto aggira, disapplicandole, le normali procedure di controllo della legge n. 185 sul commercio delle armi e sul loro controllo e, in secondo luogo, l'equiparazione di qualunque altro paese ai paesi che fanno parte della NATO o dell'Unione europea. Seguendo questa interpretazione applicativa dei trattati bilaterali, l'Italia non avrà più in questa materia un rapporto speciale con i paesi della NATO o dell'Unione europea, ma tutti gli altri paesi saranno alla stregua di quelli che appartengono alla Alleanza atlantica o all'Unione europea” (XIV Legislatura seduta 619 del 3/5/2005 in merito alla ratifica dell’accordo di cooperazione militare con l’Algeria).

Bambini soldato Approvando il provvedimento di ratifica dell’Accordo militare del 2013 con la Somalia i parlamentari italiani si dovranno quindi assumere la responsabilità di aver contribuito ad alimentare un sanguinoso conflitto, invece di contribuirne alla cessazione. A seguito di possibili future forniture militari dal nostro Paese sussisterà il rischio concreto che le armi “made in Italy” possano finire in mano a gruppi che alimentano il terrorismo. Senza dimenticare che anche la vendita legale al Governo riconosciuto della Somalia sarebbe da considerarsi come problematica, dato che il governo di Mogadiscio non appare tra i più rispettosi dei diritti umani e per questo motivo armi italiane potrebbero contribuire all’oppressione del popolo somalo.

Note: Per ulteriore approfondimento si allega una scheda elaborata dall’Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo relativa al coinvolgimento italiano nella situazione in Somalia.

Allegati

  • Maria Carla Pasquarelli - Fonte: Archivio Disarmo
    Scheda elaborata da Maria Carla Pasquarelli per conto dell'Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo
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